C’è una cosa sulla quale il celeberrimo Federal Bureau of Investigation (FBI) e René Descartes – o se si preferisce Renato Cartesio – sarebbero andati d’accordo: senza dubbi siamo spacciati. “Il dubbio è il principio della conoscenza”, diceva il filosofo nel ‘600.

E la parola d’ordine, l’imperativo categorico, l’approccio irrinunciabile ogni qualvolta riceviamo una telefonata, un messaggio testuale, audio o video deve essere dubitare che ciò che sembra vero lo sia effettivamente e, in particolare, che quel messaggio o quella telefonata provengano davvero da chi sembra esserne il mittente o stare dall’altra parte del telefono.
L’FBI come Cartesio
Il Federal Bureau of Investigation, quattro secoli dopo Cartesio, lo scrive in un avviso con il quale mette in guardia gli americani dal rischio di cadere vittima di un fenomeno che, evidentemente, anche da quella parte dell’oceano, ha superato i livelli di guardia. Fenomeno che si avvia a travolgere ogni certezza o, almeno, le poche che in una stagione della vita del mondo in cui ormai da anni l’inverosimile è vero e il vero solo verosimile ma falso.
Per esempio, meglio farsi venire qualche dubbio anche nel caso in cui un vecchio amico, magari funzionario di Governo, ci manda un audio via Whatsapp e ci chiedere di scaricare un documento che potrebbe interessarci. Meglio, prima di cliccare, chiedersi se le cose stiano davvero così. L’avviso è il numero I-051525-PSA del 15 maggio 2025. La carta intestata è quella del Federal Bureau of Investigation.
L’oggetto è questo: attenzione perché potreste ricevere un messaggio audio da chi si presenta come un funzionario del governo – magari uno che conoscete – e vi chiede di cliccare su un link o procedere a altre azioni analoghe sul vostro dispositivo.
L’ennesimo deepfake
Potrebbe trattarsi di una truffa. La voce potrebbe non essere del funzionario in questione ma, semplicemente, un deepfake, un audio contraffatto a mezzo intelligenza artificiale e l’obiettivo dei truffatori potrebbe essere quello di accedere ai vostri dispositivi, ai vostri dati personali, ai vostri segreti per realizzare poi ogni genere di ulteriore attività criminale.
I rischi all’orizzonte, praticamente illimitati: svuotarvi il portafoglio, ricattarvi a scopo estorsione minacciandovi di rivelare al mondo i vostri segreti, arrivare a voi o ai vostri familiari, bambini inclusi, anche personalmente per trasformarvi o trasformare i vostri cari in vittima di ogni genere di crimine.
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Insomma, niente, ma proprio niente, da prendere sottogamba, trascurare, sottovalutare. D’altra parte in caso contrario non si sarebbe scomodato addirittura il FBI. Anche da questa parte dell’oceano, anche in Italia, il ricordo della confusione e dei danni generati dal falso Ministro della difesa Guido Crosetto, al telefono con improbabili ma verosimili richieste di esosi prestiti al Governo italiano per gestire emergenze legate alla sicurezza nazionale è ancora vivido nella più parte dei noi. Qualcuno ci è caduto, qualcuno, per fortuna, si è insospettito e si è fermato in tempo. Chiunque avrebbe potuto esserne vittima.
Anche perché, sfortunatamente è lo stesso FBI a dire che riconoscere il deepfake, distinguere l’audio contraffatto dall’originale è difficile, anzi, sempre più difficile, in maniera direttamente proporzionale all’evoluzione delle soluzioni di intelligenza artificiale, sempre più sofisticate, sempre più efficaci ma, drammaticamente, sempre più facili da usare e sempre più alla portata di mano di chiunque, ma di chiunque per davvero.

E, quindi, il più importante di un lungo elenco di suggerimenti che il Federal Bureau of Investigation propone è tanto semplice quanto determinante: guai dare per scontato che ciò che sembra vero lo sia effettivamente. Meglio farsi venire qualche dubbio.
Da Cartesio a Voltaire
Lo stesso di Cartesio. “Il dubbio è scomodo ma solo gli imbecilli non ne hanno” diceva Voltaire. E aveva maledettamente ragione. Non solo scomodo ma costoso in termini di diritti e libertà. Dubitare che ciò che appare vero possa essere falso come, ormai, siamo sistematicamente costretti a fare tanto nel confrontarci con ogni genere di contenuto che rimbalza online o che arriva direttamente nei nostri dispositivi, infatti, comprime enormemente il nostro diritto a informarci e la nostra libertà di comunicazione elettronica.
“Il dubbio è scomodo ma solo gli imbecilli non ne hanno”.
Voltaire
Ma, sfortunatamente, questo sacrificio di diritti e libertà sembra diventato indispensabile per difendere altri diritti e libertà: la nostra privacy per esempio, il nostro patrimonio, i nostri affetti, la nostra sicurezza, la nostra libertà di impresa e quella di non lasciare orientare le nostre scelte da informazioni false.
Un sacrificio, insomma, tanto doloroso quanto indispensabile che è necessario oggi e, a guardare verso la linea dell’orizzonte, lo sarà a lungo. Fidarsi dell’apparenza – anche quando ciò che appare sembra proprio vero – oggi è più irresponsabile di ieri e meno di quanto lo sarà domani. Rassegnarci al dubbio e elevarlo a regola di vita, tutto sommato, sembra davvero il meglio che possiamo fare.
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