«Se mi sento solo? Ho perfezionato questa tecnica: mi tengo sempre molto impegnato. Poi penso anche che le persone attorno a noi non sono il fulcro della nostra felicità». Quella, Francesco Furlani, riesce a trovarla anche benissimo in un risveglio in mezzo al nulla. O meglio, di fronte al mare o sparso in qualche foresta del nord Europa.

In questa nuova puntata della rubrica Italiani dell’altro mondo ci siamo proprio messi in viaggio per seguire il van di questo ragazzo, classe 1998, che a un certo punto ha deciso di lasciare un incarico ben retribuito in ambito marketing per fare il suo all in. «Ho preso un van, spendendo 70mila euro. In pratica tutto quello che avevo».

Chi è Francesco Furlani
Da allora ha girato parecchio. Ha detto che l’Italia la conosce in lungo e in largo, a parte alcune province che prima o poi potrebbe mappare con il suo mezzo. Veronese di origine, Francesco Furlani è un content creator che è cresciuto con i social anzitutto gestendo svariate pagine, fucine di meme che negli anni hanno collezionato un milione e mezzo di follower. In questi anni è stato in Spagna e in Nord Europa, dormendo a -40 gradi nel gelo della Lapponia.

Nel corso dell’intervista – lo abbiamo raggiunto in Sardegna, dove era in giro per testare un van – ci ha spiegato il suo percorso di crescita, lui che da sempre è un appassionato di natura. «Mi piaceva molto anche suonare il sassofono e così alle medie ho affiancato questa attività». Il percorso, però, lo ha lasciato a pochi passi dalle meta. «C’erano materie che proprio non mi interessavano. Subito dopo mi sono messo al 100% sul marketing».
Le pagine social che sfornavano meme gli hanno permesso di imparare un nuovo linguaggio per farsi notare. E infatti ha ottenuto l’incarico da una società che si occupava di aste online. Si occupava di raggiungere e gestire contatti e rapporti con vari content creator. Un lavoro ben pagato e, soprattutto, interamente da remoto. C’è chi sfrutta questa opportunità spostandosi di tanto in tanto per trascorrere qualche settimana all’estero o in una meta attrattiva per i nomadi digitali (come nel sud della Spagna). Francesco Furlani ha però impostato la sua vita in un’altra maniera.

«Perché devo per forza andare in affitto? Mi sarebbe costato 700 euro, cibo e spese esclusi. Piuttosto mi compro un van e giro. Ho preso un Hymer». Ha deciso di acquistarlo nel 2021 ed è arrivato l’anno successivo, proprio quando ha deciso di lasciare l’incarico per fare tutto da solo.
«Volevo fare il content creator, andare in giro e scattare foto in paesaggistica. Nel 2022 ho pubblicato più di 365 filmati, mentre guadagnavo da foto e video». Le piattaforme di riferimento sono TikTok e Instagram. Il primo viaggio è stato a Tarifa, il punto più a sud della Spagna. «È la mecca del kitesurf. Poi ho girato per sei mesi l’Italia. E poi ancora sono stato a Lanzarote, in Portogallo. Al nord sono stato in Lituania, Estonia, Lettonia, Capo Nord con ritorno dalla Svezia».

Conti in tasca per vivere in van
I costi di questa vita quali sono? «Quelli fissi sono bollo, assicurazione e carburante. Col gasolio si fanno 10 km con un litro. La spesa è la stessa che farei a casa. In Lapponia per scaldare il van a -40 ho speso 1200 al mese. Ma alle Canarie ho calcolato 500 euro tutto compreso». Il guadagno deriva da sponsor e collaborazioni che lo accompagnano in questi tour in tutta Europa. «Quando viaggio in Italia ho clienti per testare i veicoli. Se vado all’estero ho contratti annuali: creo contenuti per brand tecnici di prodotti outdoor».
Del rischio solitudine, come anticipato, ha gli anticorpi per gestirlo anche nelle situazioni più sperdute. Viene comunque ripagato da esperienze non da tutti: «Il contatto con la natura mi piace tantissimo. Aprire portellone e vedere cosa c’è fuori mi emoziona». E lo spazio a bordo del mezzo è sufficiente? «Dipende da quanto si è bravi a tenere in ordine l’ambiente interno».
Per quanto riguarda la connessione, specie nelle aree interne, il rischio di rimanere offline è alto ma ha deciso di fare un investimento su Starlink. «Un servizio che senz’altro costa tra parabola e abbonamento, ma mi permette di avere internet ovunque e mi fa sentire al sicuro». Ma quanto pensa possa durare questa voglia di vivere su gomma, ovuque abbia voglia? «Smetterò a trent’anni? No. Vorrei poter continuare».