«Ora ho chiuso con gli affari. Non avvierò un’altra attività finché vivrò». In una recente intervista pubblicata sul Times l’ex conduttore di Top Gear e Grand Tour Jeremy Clarkson ha parlato delle sue recenti attività a Diddly Squat dopo che nelle scorse settimane sono andate online su Amazon Prime Video tutti gli episodi della quarta stagione di Clarkson’s Farm. Nella serie si raccontano le avventure dello showman al Farmer’s Dog, il nuovo pub inaugurato nell’estate 2024 in Inghilterra. La missione del giornalista? Lo ha spiegato chiaro e tondo al giornale che spesso ospita i suoi editoriali. «Vendere tonnellate di birra e mettere Peroni fuori mercato».

Perché a Jeremy Clarkson va di traverso la birra Peroni?
Per chi non lo sapesse Jeremy Clarkson ha preso davvero a cuore le sorti degli agricoltori britannici, penalizzati soprattutto dalle conseguenze di Brexit. Nell’autunno 2024 si è fatto portavoce della protesta a Londra contro la proposta di riforma del governo laburista sulla tassa di successione agricola. Nelle sue attività a Diddly Squat non è possibile acquistare prodotti di brand come Coca Cola: sugli scaffali e sul menu sono in vendita soltanto prodotti locali. Come le (sue) bionde made in UK.

«Sapete, stavo pensando – diceva tempo fa Clarkson, rivendicando una sorta di sovranismo del luppolo – ogni volta che bevete una Peroni, una Moretti, o qualsiasi altra state supportando gli agricoltori italiani. E questo è ottimo. Se siete italiani. Ma se siete britannici perché non bere Hawkstone per gli agricoltori UK?». Lo showman è stato ancora più chiaro rispetto alle birre nostrane. «L’Italia è un Paese fantastico… grandi panorami, gran cibo, ma la birra italiana… è m***a!».
Nell’intervista al Times Clarkson è tornato sulla questione, spiegando i suoi piani per rovinare l’estate alla Peroni – che per inciso è stata venduta quasi 10 anni fa al gruppo giapponese Asahi Breweries. «Voglio che il board di Peroni dica: ‘Che diavolo è andato storto? Non stiamo vendendo nulla nel Regno Unito.’ Voglio il dominio totale del mercato della birra britannica».