Non è mai troppo tardi per ripescare o scoprire una grande IP del passato. Per chi ha avuto la fortuna di provare la serie SHINOBI sui cabinati sa di cosa stiamo parlando: un platform hack’n slash con protagonista un ninja, Joe Musashi, abile con la lama, le arti marziali e le acrobazie. Il titolo SEGA non è soltanto tornato con un nuovo capitolo, ma è stato rinfrescato, potenziato e abbellito per un’esperienza che saprà accontentare fan storici e nuovi seguaci. Disponibile su tutte le console e per PC SHINOBI: Art of Vengeance è una piacevolissima novità in questa coda d’estate, pronta a conquistare l’attenzione di chi pensa già a cosa giocare ora che la bella stagione sta facendo i bagagli.
SHINOBI: Art of Vengeance, la recensione
SHINOBI: Art of Vengeance è un titolo sviluppato da Lizardcube, software house che è riuscita a nostro avviso in maniera egregia a riportare in auge un videogioco che manca ormai da diversi anni. Dopo i cabinati sono arrivati gli episodi su varie console, fino al Nintendo 3DS quasi 15 anni fa. Era senz’altro maturo il tempo per calarsi in una nuova avventura della saga, ma questo gameplay così vivace e piacevole da padroneggiare non era scontato.

Sono 14 i livelli complessivi di SHINOBI: Art of Vengeance, platform che richiederà un continuo back tracking dei vari scenari di gioco, stracolmi di nemici così come di potenziali minacce affilate, esplosive o elettriche. Non c’è soltanto il combat system, su cui arriviamo tra un attimo: la bellezza del titolo sta anche nell’agilità e al tempo stesso la forza fisica che gli sviluppatori sono riusciti ad assegnare al protagonista.

Joe Musashi è letale, fulmineo nella corsa e preciso come pochi quando si tratta di scattare in aria, compiere doppi salti o risalire una parete a strapiombo sul nulla. Siamo di fronte a un ninja di livello massimo, una vera libidine da padroneggiare su schermate che a volte si fanno strette, altre decisamente ampie e panoramiche per gustarsi fondali realizzati con grande cura.

Il rampino, il pugno cannone e altri potenziamenti sono le succulente ricompense delle fatiche profuse livello dopo livello. Sono elementi fondamentali per esplorare i vari stage ed entrare in aree di una vasta mappa – orizzontale e verticale – davvero varia e intrigante.

Il combattimento è poi la parte regina dell’esperienza. Ci sono gli attacchi da lontano, quelli più ravvicinati e rapidi, così come quelli lenti ma devastanti. Un menu di tutto rispetto per chi ama il genere. Non ci sono lag o rallentamenti che rovinano gli scontri: tutto è fluido ed elegante. Per quanto sia bruta la forza del protagonista si ha sempre la sensazione che il guerriero non si scomponga mai, mantenendo una grazia militare rara.

SHINOBI: Art of Vengeance è doppiato in inglese, ma ha i sottotitoli in italiano. La storia non è imperdibile, ma non è un banale riempitivo. Siamo sicuri che per godere a pieno di questo percorso di vendetta valga la pena soffermarsi sui dialoghi e sulla narrazione. La direzione artistica è notevole, con cambi di ambientazioni coerenti, che spaziano da ambientazioni esotiche fino a scenari decisamente più cyberpunk. Per il resto c’è un videogioco che sfiora davvero per poco la perfezione, a giudicare anche dall’accoglienza della critica.