Mentre Apple viene sempre più spesso accusata di aver perso quel “fattore Mela” che l’ha resa unica e inarrivabile, c’è una startup tra i fiordi della Norvegia che sembra nel medesimo stato di grazia che aveva l’azienda di Steve Jobs nei suoi anni migliori: reMarkable, arrembante realtà hi-tech fondata da Magnus Wanberg e guidata da Philip Hess che proprio come Cupertino punta tutto su di un ecosistema chiuso e su device particolarmente stilosi per fidelizzare l’utenza. E pare ci stia riuscendo, dato che sono già tre milioni i proprietari di questi curiosi quaderni digitali. L’azienda del Nord Europa ha appena sfornato un nuovo tablet con tecnologia e-Ink, il reMarkable Paper Pro Move, e siamo corsi a provarlo.

reMarkable Paper Pro Move, un tablet tascabile
Se volessimo spiegare cosa sia il reMarkable Paper Pro Move in due parole ci fermeremmo all’analisi del suo nome, che dice già tutto. Si tratta infatti di un reMarkable Paper Pro pensato per il movimento. E anche per chi volesse risparmiare qualcosina, che non è mai un male dato che l’unico neo di questi device è rappresentato dal costo, proibitivo per i più. A ogni modo, basta affiancare il “vecchio” reMarkable Paper Pro (lo avevamo recensito esattamente un anno fa) al Move per comprendere quale sia l’elemento distintivo di questa nuova versione.

Se il primo era un quaderno digitale, il reMarkable Paper Pro Move è un taccuino; se il primo era adatto al lavoro e allo studio “ragionati”, strizzando l’occhio a chi è solito elaborare mappe concettuali e presentazioni da proiettare, il reMarkable Paper Pro Move è invece la scelta ideale per appunti presi alla velocità della luce, magari a un evento per la stampa, a un convegno o a un congresso. Beneficiando comunque della condivisione in cloud (attenzione, i servizi aggiuntivi richiedono il pagamento di un abbonamento) per trasferirli ad altri dispositivi della famiglia o al proprio PC e della possibilità di trasformare la propria grafia in testo digitale uso Word.

Il sistema peraltro è stato affinato aggiornamento dopo aggiornamento (sono continui, spia dell’attenzione della startup per la propria community) e proprio la feature che digitalizza la grafia, anche se continua a dare il meglio di sé con l’inglese, ci è parsa migliorata pure quando ha a che fare con l’italiano. Peraltro, una delle novità estive ha riguardato – la trovate su tutti i dispositivi reMarkable – l’introduzione della possibilità di cercare una parola anche tra i propri appunti e dobbiamo registrare che, sorprendentemente, l’algoritmo di bordo riesce a rintracciarla anche quando la grafia non è delle più leggibili.
“Il reMarkable Paper Pro Move è la scelta ideale per appunti presi alla velocità della luce”
Le dimensioni contano?
Insomma, tutto perfetto? Nì. Per mantenere dimensioni tanto compatte — 195,6 x 107,8 x 6,5 mm — che fanno il paio con un peso a dir poco irrisorio (235 grammi) senza far schizzare il prezzo di listino verso le stelle i produttori hanno integrato un processore dual-core Cortex-A55 da 1,7 GHz, accompagnato da 2 GB di RAM LPDDR4 e 64 GB di memoria interna.

Il cervello del device è insomma un po’ più lento del quad-core Cortex-A53 da 1.8 GHz visto nel Paper Pro e obiettivamente si vede: il refresh non è immediato come nell’altro device, ogni tanto il sistema perde qualche impulso e talvolta fatica a caricare i file più grossi o quelli maggiormente colorati. Niente di irreparabile, sia chiaro, ma in sede di recensione del reMarkable Paper Pro Move è doveroso anche fare questo tipo di raffronti.

In compenso, abbiamo la medesima qualità costruttiva e forse persino una migliore sensazione di scrivere su carta che si avvicina maggiormente al reMarkable 2, che per noi su quel fronte resta tuttora imbattuto, confermandosi come il device che più di ogni altro restituisce il feeling del quaderno.
Facciamo qualche conto…
Dal momento che il listino del reMarkable Paper Pro parte da 649 euro e quello del Move da 479, la latenza in più appena denunciata diventa tutto sommato più tollerabile. Nel prezzo sono incluse alcune punte di riserva e il cavo USB-C / USB-C per la ricarica. La batteria da 2.334 mAh dura un paio di settimane ma se siete fissati con l’effetto bianco dovrete tenere la retroilluminazione sempre al massimo e questo inevitabilmente influirà sulla longevità.

Nel bundle base è inclusa la stylus più semplice. Laddove invece voleste il Marker Plus che vanta la gomma digitale all’altra estremità (è compatibile con quella del Paper Pro ma non con quella del reMarkable 2) occorrerà spendere altri 50 euro, che porteranno il totale a 529. Il vero salasso rischia di essere con le custodie, tanto belle quanto ahinoi essenziali per proteggere il device dai graffi come pure dallo sporco. Attualmente sul sito ufficiale sono in corso degli sconticini. Quella base viene comunque 69 euro, quella maggiormente elaborata che ci è stata inviata a corredo del sample per la recensione costa 99 euro e infine quella premium, davvero d’impatto, in quanto realizzata in pelle, 149 euro.

reMarkable Paper Pro Move, un device per professionisti
Sulla base degli sconti che vi saranno applicati alla cassa comprando dal sito della startup, al momento in cui scriviamo questa recensione il bundle più costoso del reMarkable Paper Pro Move richiede l’esborso di 629 euro. La cura degli accessori e il prezzo ricordano che questi device sono pensati per i professionisti. Li vediamo bene nella valigetta in pelle di un avvocato, sulla scrivania di un imprenditore o nella tasca del camice di un dottore, difficilmente uno studente universitario sborserà tanto per un prodotto dall’ecosistema chiuso, focalizzato solo sulla presa degli appunti.
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Col reMarkable Paper Pro Move inoltre bisogna aver chiaro che il suo principale plus, ovvero il display da 7,3 pollici Canvas Color basato su tecnologia E Ink Gallery 3, rischia pure di essere il suo vincolo maggiore: le dimensioni non permettono infatti di disegnare mappe concettuali o lasciarsi andare a schizzi e scarabocchi in libertà. Lo spazio di lavoro è sempre un po’ piccolino, specie se la vostra scrittura ha dimensioni generose.

Noi abbiamo ovviato tenendolo spesso in quella che abbiamo definito “modalità assegno”, ovvero prendendo appunti per largo anziché per lungo, però è bene tenere a mente che se i reMarkable hanno già di per sé una ragione di vita molto ben definita (sul sistema operativo è infatti impossibile installarci alcunché e nemmeno navigano su Internet), questo nuovo modello presenta ulteriori paletti: va bene per gli appunti presi in mobilità, meno bene per quelli ragionati alla scrivania. In ogni caso nessuno tornerà alla carta dopo averlo provato.