La donna dell’AI, una delle poche se non altro. In questa nuova puntata di Bad Boys ripercorriamo la storia di Mira Murati, founder di Thinking Machines Lab. Ha lavorato in OpenAI come CTO accanto a Sam Altman. Poi si è licenziata per seguire la propria strada. Ascolta la puntata del podcast Bad Boys di StartupItalia. In questo episodio il contributo di Lella Mazzoli, Professoressa emerita di sociologia della comunicazione Università di Urbino Carlo Bo
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È una delle donne – le poche – che fanno impresa in Silicon Valley sull’AI. Mira Murati è nata in Albania nel 1988 e negli ultimi anni l’abbiamo conosciuta perché è stata la CTO di OpenAI. Ha lavorato fianco a fianco con Sam Altman, fino a quando i rapporti non sono precipitati. Non abituata alle interviste, preferisce lavorare dietro le quinte. E infatti dopo avere lasciato OpenAI ha fondato la sua, di startup. Si chiama Thinking Machines Lab. A prima vista sembra quello che avrebbe dovuto essere OpenAI agli esordi: un laboratorio sull’intelligenza artificiale. Al momento è ancora in fase stealth, ma è possibile che presto ne sentiremo parlare in un’industria ancora incentrata sulla bro-culture .
Mira Murati è una delle nostre BAD BOYS – QUEI “CATTIVI RAGAZZI” ALLA CONQUISTA DEL MONDO, il nuovo podcast in sei puntate firmato StartupItalia. Io sono Giampaolo Colletti e insieme a Chiara Buratti e Alessandro Di Stefano – e con molti altri esperti – ti racconto le vite di sei protagonisti che hanno lasciato il segno nella storia dell’innovazione. Figure che affascinano e che dividono, che ispirano e che disturbano. Perché hanno infranto le regole, ridefinito i limiti, rivoluzionato i mercati. Ma lo hanno fatto sempre ai limiti. Alcuni sono partiti da un garage, altri da un’aula universitaria, altri ancora da contesti lontani e impensabili per la Silicon Valley. Sono i bad boys della tecnologia globale, espressione della “bro-culture”. Visionari. Spietati. Geniali. E proprio per questo capaci di cambiare tutto. Buon viaggio nei BAD BOYS. Perché nel bene e nel male i cattivi ragazzi costruiscono il futuro.
Per anni Mira Murati è stata uno dei volti di OpenAI. Quando ChatGPT è stato rilasciato nell’autunno del 2022, il mondo è cambiato. Prima in pochi, poi sempre di più: molti di noi hanno provato quel software. All’inizio sembrava un gioco, ma dietro c’era – e c’è tuttora – una macchina da soldi valutata 340 miliardi di dollari. Mira Murati è stata per certi versi la vice di Sam Altman in pubblico, presente a eventi e interviste. Ma le sue uscite non sono sempre state brillanti.

Durante un’intervista rilasciata al Wall Street Journal, l’allora CTO di OpenAI ha scatenato una polemica enorme rispetto a Sora. Stiamo parlando del software in grado di produrre video partendo da un prompt testuale. Come è stata allenata l’AI? Quali video sono stati dati in pasto all’algoritmo? Per caso hanno preso materiale da YouTube? Mira Murati, come si vede nel video disponibile online, non ha risposto subito e, peggio ancora, ha fatto una smorfia. «Non ne sono sicura». È uno scivolone comunicativo non da poco. Ma l’azienda ha le spalle abbastanza larghe per proseguire e Mira Murati è rimasta al suo posto. Per farci raccontare qualcosa di più sul suo profilo abbiamo chiesto un parere a Lella Mazzoli, Professoressa emerita di sociologia della comunicazione Università di Urbino Carlo Bo.
Il 2024 è un anno di resa dei conti in OpenAI. Sì, perché nel 2023 è successo qualcosa di clamoroso. Autunno. Siamo alle porte di un fine settimana e le agenzie battono una notizia sensazionale. Il board di OpenAI ha licenziato Sam Altman. L’accusa è di scarsa trasparenza. Sono seguite ore e giorni di fibrillazione. E chi è che il board ha messo sullo scranno di Ceo ad interim? Esatto, Mira Murati.

Soltanto l’intervento di Microsoft, principale investitore di OpenAI, ha sistemato le cose. Sam Altman è tornato in pochi giorni a ricoprire il ruolo di Ceo e dato il via a un giro di vite. Nei mesi successivi molti profili ai vertici della società, tra cui alcuni co-founder, hanno lasciato. Sui social i post sono di ringraziamento. Perché i panni sporchi, si sa, si lavano in casa. Mira Murati ha resistito all’interno dell’azienda fino a un certo punto, mentre altri facevano gli scatoloni e si buttavano sul mercato. Alcuni hanno fondato la propria startup, altri hanno preferito andare a lavorare per il competitor Anthropic.
A fine settembre 2024 l’annuncio. «Non c’è mai un momento ideale per allontanarsi da un luogo che si ama, eppure questo sembra il momento giusto. I miei sei anni e mezzo con il team OpenAI sono stati un privilegio straordinario». Mira Murati ha lasciato OpenAI. Di come sono andate le cose forse non lo sapremo mai. È in arrivo una serie tv, che racconterà quei giorni concitati del licenziamento di Altman, ma molti aspetti potrebbero rimanere nell’ombra.

Ma l’attenzione negli USA in quel periodo è tutta per Donald Trump. Il tycoon infatti ha vinto le elezioni presidenziali a novembre ed è tornato alla Casa Bianca dopo il mandato di Biden. È una notizia ottima per la Silicon Valley che si è spostata sulla linea di Make America Great Again dopo anni di sostegno ai democratici. Mira Murati non è certo una rappresentante del mondo tech che ama associarsi a un partito in particolare, e infatti ha proseguito a lavorare alla sua startup.
Passano pochi mesi e a febbraio 2025 Murati è uscita dalla fase stealth. Thinking Machines Lab è poco più di una landing page: su internet non c’è quasi nulla. Ma intanto l’imprenditrice ha pescato da OpenAI. Alcuni dipendenti decidono di lasciare Sam Altman per unirsi alla sua avventura. Ovviamente la startupper è a caccia di fondi in un mercato iper competitivo. Basti pensare che nei giorni di lancio OpenAI stava per concludere un mega round da 40 miliardi di dollari con una valutazione da 340 miliardi di dollari. Ce la farà Mira Murati a competere con Altman, Musk e i fratelli Amodei? In un mondo tech dominato dagli uomini, specie ai vertici, sarà importante capire che strada intraprenderà la sua società. Che intanto ha raccolto 2 miliardi di dollari in un round seed, con valutazione da 12 miliardi.
Mira Murati non è una star come Mark Zuckerberg o Elon Musk. Ma è una donna che ha lavorato per anni in una delle società più innovative al mondo se si parla di AI. Il turn-over in quel mondo è alto e capita spesso di spostarsi da un’azienda all’altra. Fa parte della ricchezza unica della Silicon Valley, dove il vero tesoro non sono le tecnologie ma i talenti. In futuro scopriremo se quello di Mira Murati potrà scuotere o meno l’industria del decennio.