Sembrano destinate a infrangersi sul muraglione di navi militari che Israele ha fatto trovare a 75 miglia da Gaza le speranze degli attivisti della Global Sumud Flotilla di spezzare l’assedio di Tel Aviv sulla Striscia.
Global Sumud Flotilla, perso il contatto con la barca Alma
Persa ormai la protezione offerta dalle navi militari italiane e spagnole che avevano accompagnato la coraggiosa missione umanitaria salpata dall’Italia, dalla Spagna e dalla Tunisia all’inizio del mese scorso ma comunque sorvolata da jet inglesi decollati da Cipro, gli ultimi messaggi della Global Sumud Flotilla sono stati recapitati quando ormai il sole era calato.
«Al momento 20 imbarcazioni stanno venendo verso di noi, alcune sono all’interno della Flotilla e non sappiamo le loro intenzioni. Siamo determinati a continuare, facciamo rotta verso Gaza per rompere il blocco navale, aprire un corridoio umanitario permanente e interrompere», la comunicazione degli attivisti che rivendicano l’illiceità della condotta della marina militare di Israele in quanto si trovano in acque internazionali e comunque di fronte alle coste di Gaza e non di Tel Aviv.
Subito dopo – viene battuto dalle agenzie di stampa – le webcam che le varie ciurme di pacifisti avevano a bordo per permettere al mondo di sapere cosa accade in quello specchio di mare hanno iniziato a spegnersi una dopo l’altra, probabilmente disturbate da sofisticate strumentazioni militari come avevano già denunciato sempre i manifestanti all’alba di oggi quando erano state affiancati da navi che per gli attivisti sarebbero salpate da Israele.
Sono passate le 20 quando sempre le agenzie di stampa confermano che l’abbordaggio è iniziato: forze israeliane sono ormai a bordo della nave Alma e hanno fermato i membri dell’equipaggio. L’imbarcazione era stata una delle prime ad essere isolata e ad avere le comunicazioni schermate.
Intercettata la barca con gli onorevoli italiani
La marina militare israeliana si è mossa in modo da abbordare per prima l’ammiraglia della Global Sumud Flotilla. Subito dopo anche la Sirius è stata intercettata, hanno detto dalla barca Grande Blue. Da quanto si apprende subito dopo le 21 sarebbe in corso l’intercettazione della barca Karma, che tra gli altri ospita l’eurodeputata Annalisa Corrado e il parlamentare Arturo Scotto.
Tajani: gli italiani a bordo saranno espulsi
«Abbiamo dato mandato mandato all’ambasciata a Tel Aviv e ai consolati di Gerusalemme e Tel Aviv di assistere tutti gli italiani che verranno portati probabilmente nel porto di Ashdod ma poi verranno espulsi, credo ci sarà un volo che li accompagnerà in Europa insieme agli altri», ha detto Antonio Tajani al Tg1, sottolineando che «l’abbordaggio» da parte degli israeliani era «previsto», «l’importante è che non ci siano azioni violente», ha chiosato il titolare della Farnesina.
«L’idea che circolava nella Marina militare israeliana è che alcune barche della Global Sumud Flotilla saranno portate nel porto di Ashdod, altre potrebbero affondarle ma non ci sono ancora notizie certe. Bisogna vedere come evolve la situazione: se qualcuno torna indietro, è possibile che non accada nulla», ha comunicato Tajani a ’Cinque Minuti’ su Rai Uno.
Quindi sempre il ministro degli Esteri italiano ha rivolto un nuovo appello agli equipaggi della Global Sumud Flotilla: «Israele dà grande importanza all’operazione, ascoltati i nostri appelli». Quindi ha aggiunto: «ho parlato a lungo con il ministro degli Esteri israeliano Saar per chiedergli che non ci fossero atti di violenza da parte dei militari così come ho chiesto alla portavoce della Flotilla di aver un atteggiamento gandhiano, di non opporre resistenza quando saranno fermati».
Particolarmente dure le parole della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni che in giornata è tornata ad accusare gli attivisti di mettere a rischio la fragile tregua rappresentata dal piano avanzato da Donald Trump: «In questa fase di un equilibrio estremamente delicato, di fronte a una possibilità che sarebbe storica, insistere in una iniziativa che ha dei margini di pericolosità e di irresponsabilità, ecco, io continuo a non capirlo».
Sul punto però si registra ancora una volta la differenza di vedute col ministro alla Difesa Guido Crosetto che, in serata, alla domanda se l’iniziativa umanitaria della Global Sumud Flotilla possa influenzare il piano di pace del presidente statunitense per bloccare l’occupazione militare israeliana di Gaza, ha riposto: «no, non penso».
La versione di Bibi
Via social, il ministero degli Esteri israeliano fa sapere di aver inviato un ultimo avvertimento alla spedizione umanitaria prima dell’abbordaggio, pubblicando il video di un militare che, in contatto radio, comunica alle barche che si stanno «avvicinando ad una zona del blocco navale».
«Se volete portare aiuti a Gaza – prosegue l’ufficiale nel video – potere farlo attraversi i canali istituiti. Per favore invertite la rotta verso il porto di Ashdod, dove gli aiuti saranno ispezionati e poi trasferiti alla Striscia di Gaza».

Quindi l’accusa: «L’unico obiettivo della Hamas-Sumud Flotilla è la provocazione». «Israele, l’Italia, la Grecia e il Patriarcato latino di Gerusalemme hanno tutti offerto e continuano ad offrire alla flottiglia un modo di portare gli aiuti che possano avere per Gaza in modo pacifico», la versione del governo di Benjamin Netanyahu.
L’appello di Emergency
Oltre alle navi militari “amiche” nelle ultime ore gli attivisti della Global Sumud Flotilla hanno perso anche il supporto della Life Support, la nave di ricerca e soccorso di Emergency che, come concordato con gli attivisti, si è fermata dopo aver raggiunto la distanza di 150 miglia nautiche dalla costa di Gaza.
«Se il governo israeliano intercettasse le barche della flotta e arrestasse gli equipaggi in acque internazionali, sarebbe un fatto gravissimo: un vero e proprio atto ostile, compiuto contro una missione umanitaria non violenta», ha dichiarato Anabel Montes Mier, Capomissione della Life Support.

«L’ennesimo episodio fuori dal diritto internazionale rispetto al quale, oltre a una condanna a parole, ci aspettiamo tutela e reazioni concrete da parte di Stati e istituzioni che si sono sempre dimostrati estremamente reattivi quando si tratta di proteggere i confini – ha aggiunto la Capomissione. A loro chiediamo un impegno politico e diplomatico per garantire la sicurezza della Flotilla che sta agendo nel rispetto del diritto internazionale.»
Nel pomeriggio Maria Elena Delia, portavoce della delegazione italiana della Global Sumud Flotilla aveva espresso le medesime preoccupazioni: «Perché questi attivisti si dovrebbero fare male in acque internazionali? La risposta è che quando c’è Israele di mezzo le regole non valgono più – aggiunge Delia- Le persone a bordo meritano grande rispetto perché, dopo due anni di genocidio nessun governo ha osato fare qualcosa».
Per i naviganti pacifisti della Global Sumud Flotilla è iniziato insomma il tratto di mare più ostico proprio perché in solitaria. Una solitudine solo apparente dato che il mondo segue con apprensione la missione, come testimoniato non solo dalla insperata partecipazione alla raccolta di generi di prima necessità imbarcati in tutti i porti europei, non solo dalle piazze piene in Italia in occasione della manifestazione a sostegno di Gaza ma anche e soprattutto dai tantissimi messaggi che arrivano ai canali ufficiali via social.

Anche la Conferenza episcopale ha fatto sapere di seguire da vicino il mutare degli eventi che stanno interessando gli equipaggi della Global Sumud Flotilla: “Il Cardinale Zuppi, informato di quanto sta avvenendo in queste ore al largo delle coste di Gaza, rinnova l’appello che venga rispettata la dignità delle persone e che non ci sia violenza”. E’ quanto fa sapere la Cei.
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