Filippo Piluso, in arte Fill Pill, è sempre stato attratto dal palcoscenico. A 9 anni ha partecipato allo Zecchino d’Oro, poi la sua vita ha preso un’altra strada. Dopo la laurea in Giurisprudenza, la specializzazione in Sostenibilità e Gestione delle Risorse Energetiche. Ma da un paio di anni Fill ha deciso di convogliare tutte le sue passioni in una direzione precisa: la stand-up comedy. «Ho iniziato a cavallo tra il 2022 e il 2023, portando in tournée il mio primo spettacolo “Rapa Nui” (prodotto da The Comedy Club) che affrontando temi complessi come le sfide ambientali con un umorismo ironico e diretto». Filippo è uno dei protagonisti di Calascio Innovation Playground, l’evento promosso da Giffoni Innovation Hub nell’ambito di Rocca Calascio Luce d’Abruzzo, che intende trasformare il paese in un laboratorio di futuro, dove giovani, istituzioni, imprese e creativi sperimentano nuove forme di comunità e rigenerazione. L’intervista a Fill Pill nella nuova puntata dedicata alla creator economy.

Fill, quando hai capito che la stand-up comedy sarebbe stata la tua strada?
C’è sempre stata in me la volontà di unire la mia indole divulgativa all’attrazione per il palco. Negli ultimi anni ho dedicato molto del mio tempo alla biodiversità, mi sono specializzato in diritto internazionale e del mare, sostenibilità e consulenza ambientale, ma quella verve ironica che ho poi messo in pratica più assiduamente di recente non mi ha mai abbandonato. Nel 2023 ho iniziato a pensare che diventare creator e stand up comedian potesse davvero mettere assieme tutte queste parti di me.
E poi che cosa è successo?
Nel 2024 ho lasciato il lavoro, dopo il mio ultimo anno da consulente aziendale in un grande gruppo che si occupa di emissioni di CO2 e dopo un’esperienza come ricercatore di rinnovabili in Africa, con progetti sulla pesca sostenibile e in ambito ambientale, ho deciso che era l’ora di cambiare. Ma inizialmente è stato difficile capire come farlo.

Quale è stata la tua strategia?
Sicuramente avere dei riferimenti culturali e popolari per comunicare concetti alti aiuta a far arrivare messaggi che, altrimenti, non credo che arriverebbero alla maggior parte delle persone. Credo che un mio punto di forza sia stato proprio quello di sviscerare concetti in maniera più chiara rispetto a quello che è la stand up comedy. Io sono cresciuto guardando tanta comicità diversa: da Buzzanti al teatro greco fino, appunto, alla stand up comedy americana. Un tipo di linguaggio che però cercavo di mettere soprattutto nel mio gruppo musicale e artistico ma anche mentre studiavo e lavoravo. Dopo un primo approccio col teatro, ho cominciato lo stand up comedy a Milano: è stato amore a prima vista.
Una scelta non facile mollare il lavoro per inseguire una passione..
Assolutamente no, ma mi sentivo estremamente frustrato. In certi contesti aziendali non sei mai libero di esprimerti, oggi lo sono davvero e il mio obiettivo è quello di sentirmi sempre più vicino e in sintonia con il pubblico che mi ascolta. Proprio questo è diventato poi il mio lavoro che mi permette di unire la parte creativa e di studi alla mission ambientale in un percorso che è in continua evoluzione.
Che cosa pensi dell’AI, angelo o diavolo?
Direi nessuna delle due, personalmente non è uno strumento di cui mi piace abusare – anche per mia propensione – ma sono convinto che nel momento in cui hai la possibilità di farti aiutare in certi compiti la si debba sfruttare. Per esempio mi è utile nelle ricerche: anziché perdere ore in rete per trovare centinaia di articoli scientifici, l’AI mi fornisce un quadro chiaro di quello che mi interessa. Credo che, comunque, il ruolo dell’uomo come revisore resti indispensabile.