Non solo biometria, impronte digitali e riconoscimento dell’iride. L’intelligenza artificiale sta entrando sempre più nelle nostre vite. In Inghilterra, ad esempio, la banca è nel salotto di casa
Autore: Valentino Megale
Alcuni ricercatori israeliani hanno realizzato dei nanobot (in questo caso capsule di DNA) per controllare a distanza il rilascio di farmaci in organismi da laboratorio. Più precisamente scarafaggi. Un giorno, forse, avremo una tecnologia che ci permetterà di curare alcune malattie “a distanza”.
Al Computer Science and Artificial Intelligence Lab (CSAIL) del MIT hanno da poco realizzato il prototipo di un nuovo dispositivo che usando onde radio è in grado di captare e registrare il nostro stato emotivo. Il sistema sfrutta la stessa tecnologia dei moderni router wi-fi.
Un team italiano è stato scelto dall’Europa per sviluppare assistenti robotici di nuova generazione, pienamente autonomi. Il progetto vincitore si chiama GOAL ed è stato scelto dopo una selezione che ha coinvolto oltre 800 proposte.
I ricercatori del MIT hanno creato un nuovo algoritmo che ci permetterà di realizzare repliche virtuali di oggetti reali con cui interagire a piacimento, abbattendo tempi e costi delle odierne simulazioni 3D. Lo hanno chiamato IDV, Interactive Dynamic Video.
Amal Gaafstra è un biohacker americano profondamente convinto che gli impianti sottocutanei siano il futuro. Ha aperto un sito, dangerous things, per la vendita, in kit, al grande pubblico. Ecco quali sono i vantaggi e i problemi di un mondo ancora in divenire.
Nel prossimo futuro scatterà l’era dello “space mining” e della caccia alle risorse presenti all’interno degli asteroidi. Il progetto RAMA e la NASA si preparano alla prima missione che potrebbe partire nel 2030.
Per la prima volta è stata realizzata una simulazione dello stato energetico di una molecola usando un computer quantistico. Permetterà di studiare molecole e farmaci direttamente in simulazioni digitali riducendo costi e tempi della ricerca farmacologica.
Cinema 3D è il progetto del MIT di Boston che ci permetterà di guardare film in 3D senza per forza indossare i fastidiosi occhialini. Come? sfruttando il fenomeno della parallasse e un sistema speciale di specchi e lenti.
Robot rigidi, duri e metallici. Il futuro non sarà questo. Grazie alla stampa 3D avremo degli umanoidi sempre più simili anche a noi e in grado di possedere un corpo flessibile e morbido. Tutto accorciando i tempi di produzione e abbattendo i costi dei materiali.
