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Cominciano a vedersi i primi effetti positivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Vediamo le misure a fondo perduto per il settore turistico e le attività produttive, nel sud d’Italia
Quando si dice che l’Italia è il Paese più bello del mondo, si può trovare conferma in alcuni numeri: nel nostro Paese il turismo genera direttamente circa il 5% del PIL e incide indirettamente sul 13% dello stesso. È un settore economico che direttamente produce il 6% e indirettamente il 15% dell’occupazione totale. Dati impressionanti dovuti all’enorme patrimonio artistico e naturalistico italiano, basti pensare che disponiamo di 4.265 musei e istituzioni similari aperti, pubblici e privati, 295 aree archeologiche e 633 monumenti o complessi monumentali. I Comuni italiani che ospitano almeno una struttura a carattere museale sono quasi 2.400 ed esistono migliaia di luoghi di culto, borghi medievali, palazzi e residenze di interesse storico.
La pandemia da Covid-19 ha purtroppo influito molto pesantemente su tutto il comparto, ma le risorse del PNRR stanziate per il turismo, ammontanti a 2,4 miliardi di euro, rappresentano un’opportunità straordinaria da cogliere senza esitazioni, per rafforzare la competitività delle imprese turistiche e incentivare la nascita e lo sviluppo delle attività del settore.
Vediamo alcune opportunità di Invitalia pensate per investimenti di ogni dimensione nei servizi di ospitalità.
FRI-TUR per la digitalizzazione e la sostenibilità
FRI-Tur è l’incentivo che si pone l’obiettivo di migliorare i servizi di ospitalità e potenziare le strutture ricettive, in un’ottica di digitalizzazione e sostenibilità ambientale. Un provvedimento previsto dal PNRR, e promosso dal Ministero del Turismo, gestito da Invitalia. La dotazione finanziaria complessiva è cospicua e ammonta a 780 milioni di euro, con ulteriori 600 milioni di finanziamenti bancari attivati.
Si rivolge a investimenti medio-grandi, compresi tra 500.000 e 10 milioni di euro, con un focus su interventi di riqualificazione energetica e antisismica, eliminazione delle barriere architettoniche e altri ambiti in grado di rafforzare la competitività delle imprese e facilitare il raggiungimento di nuovi standard di qualità riconosciuti a livello internazionale.
I progetti devono essere realizzati entro il 31 dicembre 2025.
Resto al sud, spese coperte fino a 200mila euro
Resto al Sud è l’incentivo che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria) e nelle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord. I destinatari sono le persone con un’età compresa tra 18 e 55 anni.
I fondi disponibili ammontano a 1 miliardo e 250 milioni di euro. Non ci sono scadenze o graduatorie, le domande vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo. Il provvedimento finanzia le attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, fornitura di servizi alle imprese e alle persone, turismo, commercio, attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria)
Resto al Sud copre fino al 100% delle spese, con un finanziamento massimo di 50.000 euro per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di società composte da quattro o più soci. Per le sole imprese esercitate in forma individuale, con un solo soggetto proponente, il finanziamento massimo è pari a 60.000 euro.
Il contributo viene erogato al completamento del programma di spesa, contestualmente al saldo dei contributi concessi. Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili, così composte:
- 50% di contributo a fondo perduto;
- 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia.
Le spese ammissibili riguardano la ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa), macchinari, impianti e attrezzature nuovi programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione spese di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative).
Se sei interessato ad approfondire tutte le misure passate in rassegna, ti invitiamo a leggere questo articolo di approfondimento.
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