I Robo-Advisor sono degli algoritmi che offrono, grazie alla loro capacità di calcolo, un servizio automatizzato di pianificazione del portafoglio di investimenti. Ma come si sta muovendo il mercato?
Matteo Biancolini, autore del blog MyPecunia.com, firma questo articolo sullo stato dell’innovazione relativa ai Robo-Advisor. MyPecunia parla di come imparare a gestire il proprio denaro in maniera efficiente.
Se chiediamo ai non addetti ai lavori, il Fintech è rappresentato prevalentemente dai sistemi di pagamento P2P, dai trasferimenti di denaro e dal crowdfunding. Quando si introduce l’argomento Robo-Advisor cala ancora un velo di mistero e diffidenza. Ma cosa sono esattamente? E come si sta muovendo l’innovazione sul mercato?
Chi sono i Robo-Advisor?
I Robo-Advisor sono degli algoritmi che offrono, grazie alla loro capacità di calcolo, un servizio automatizzato di pianificazione del portafoglio di investimenti, per creare la migliore asset-allocation, basandosi su un orizzonte temporale e una propensione al rischio predefiniti. Inoltre, si occupano di monitorare l’investimento nel tempo e, eventualmente, ribilanciarlo qualora si presentino opportunità o rischi sul mercato. Il sistema automatizzato permette di offrire tale servizio di consulenza ad un costo contenuto e competitivo (si passa da una media di 1,5% attuale a circa lo 0,3%-0,5%), migliorando quindi le performance dell’investimento. Sembra una rivoluzione epocale. Ma è proprio così?
L’evoluzione nel tempo
Il mondo della finanza è per definizione data-driven. Sistemi di calcolo e analisi del rapporto rischio-rendimento sono presenti dalla notte dei tempi. Quello che mancava invece era un’automatizzazione della parte consulenziale, rimasta in mano alle persone fisiche (consulenti, broker, promotori, bancari). Aggiungere questo elemento sta creando l’effetto di offrire consulenza a tutti, a basso costo. A questo punto bisogna porsi però una grande domanda: ma si tratta di una consulenza valida e adeguata per ognuno? Per rispondere bisogna andare oltre e chiedersi: ma questi Robo-Advisor sono veramente del tutto automatizzati? In realtà, ad oggi no.
La componente umana è ancora una variabile da cui non si può prescindere, considerate le forti competenze che servono per impostare una pianificazione finanziaria adeguata e vestita sulle esigenze particolari delle persone.
Diciamo che si tratta piuttosto di una soluzione semi-automatica, in cui il “robo” è uno strumento a supporto dell’ “advisor” umano, per offrire un servizio più preciso e completo.
Ma cosa succederà in futuro? Ci abitueremo a comprare strumenti finanziari come mele o pere al supermercato, senza l’aiuto di nessuno?
Come si sta muovendo il mercato?
Chi segue il settore si è accorto che l’ambito degli investimenti e del financial planning si sta gradualmente aprendo proprio grazie ai Robo-Advisor, creando una lotta all’ultimo sangue tra Startup, Banche e aziende di Wealth Management tradizionali.
Ma facciamo un piccolo passo indietro.
Siamo nel 2015, BlackRock decide di acquistare una sconosciuta società di consulenza automatizzata, FutureAdvisor. Questo è il vero inizio della rivoluzione fintech nel campo del Robo-Advisory. La realtà è che questo settore è in forte crescita da almeno 7-8 anni, ma quando il principale attore al mondo nel campo del risparmio gestito decide di muoversi in una direzione, gli altri non possono fare altro che seguire. E infatti, Invesco e Goldman Sachs non si sono fatti aspettare e hanno messo le mani su realtà come JemStep e Honest Dollar. Tutti nomi sconosciuti ai più, ma che indicano esattamente dove sta virando l’attenzione di questo settore.
100 trilioni di dollari entro il 2020
Tra i principali attori presenti sul mercato troviamo WealthFront, Betterment, Personal Capital, Future Advisor, Acorns e Schwab, solo per citare alcuni dei più famosi.
Di seguito una lista più completa.
Una ricerca di PwC indica che le masse di risparmio gestite da Robo-Advisor, ad oggi, ammontano a circa 0,3 trilioni di dollari (si, ho scritto TRILIONI) e si stima il mercato totale possa raggiungere i 100 trilioni di dollari entro il 2020.
Un tipo di servizio che fa gola soprattutto ai Millennials che, secondo uno studio elaborato da McKinsey, dovranno lavorare in media almeno sette anni in più o risparmiare quasi il doppio per raggiungere lo stesso livello di ricchezza della generazione precedente.
Il totale investito da Fondi di VC negli ultimi 10 anni in società di Robo-Advisory ha raggiunto i 750 mln di $.
Circa il 6,25% dei 12 miliardi spesi per tutto il Fintech nel solo 2015.
E in Italia?
Attualmente troviamo 4 realtà che stanno facendo da apripista:
- MoneyFarm: startup di origini sarde che si è trasferita a Londra e ha raccolto fondi per ca. 30 mln di euro, un importo record per una startup europea e italiana. Con loro si può partire ad investire anche con solo 100 euro.
- AdviseOnly: startup nata nel 2012. Ha raccolto 1,3 mln di euro e si caratterizza per il costo fisso a 49 euro annui per tutti e soglie minime a partire da 2.000 euro.
- YellowAdvice: la soluzione di CheBanca!, una delle Banche più innovative del Belpaese, che attualmente si rivolge a chi ha un patrimonio minimo di 20.000 euro.
- RoboBox: La soluzione di Online Sim, realtà del Gruppo Ersel, che richiede una soglia di accesso minima di 50.000 €.
Insomma, il livello di attenzione è altissimo. Come direbbero gli americani “siamo in DEFCON 5”.
E chissà cosa succederà quando la tecnologia relativa all’Intelligenza Artificiale sarà matura e pronta per essere inserita anche in questo settore.
MATTEO BIANCOLINI