Nasce in Italia Soundreef Spa, società che controllerà il 100% della londinese. Operazione con un aumento di capitale da 3,5M con LVenture e VAM Investment. Il ceo Davide d’Atri: «Sognavo di tornare a Roma»
«Ho il piacere di annunciare la nascita di Soundreef S.p.A. e l’investimento da parte di LVenture Group e VAM Investments di 3.5 milioni di euro». Con un post su Facebook Daniele d’Atri, founder e ceo di Soundreef ha annunciato la nascita della nuova società italiana e un aumento di capitale che permetterà di sviluppare un nuovo piano industriale. Non più nel Regno Unito, ma in Italia. La startup ha acquisito 100% della Soundreef Ltd, la società che ha fondato nel 2011 a Londra. Oggi la startup nota ai più per la battaglia con la Siae sui diritti d’autore, torna in Italia. A Roma, dove d’Atri è nato 37 anni fa. Soundreef crescerà qui. Farà utili e creerà valore qui. E con prospettive di crescita e di sviluppo del suo mercato che rendono la notizia ancora più interessante per il nostro paese. E per l’ecosistema delle startup italiane.
La soddisfazione di d’Atri traspare in ogni parola spesa per spiegare l’operazione. A tratti diventa gioia: «L’emozione è grande, l’operazione ci consentirà di consolidare quanto fatto e ampliare la nostra offerta ad altre aziende. Oltre che alla gestione dei diritti in futuro useremo il nostro know how, la nostra tecnologia per declinarla su tutti i campi dove è possibile. In pratica su tutti quelli che riguardano la produzione intellettuale». Un mercato potenzialmente enorme. Che va ben al di là di quello da 7 miliardi di euro che riguarda la musica.
3,2 milioni da VAM Investment, 250K da LVenture
Dietro questa operazione c’è l’intervento di due player: VAM Investments e LVenture Group. VAM Investments investirà 3,2 milioni di euro, in parte in buyout e in parte con un aumento di capitale articolato in più tranche per finanziare l’espansione internazionale del business nell’arco dei prossimi 12 mesi. Con questa operazione VAM Investment arriva a 24 milioni investiti. LVenture Group, aumenterà il proprio investimento di 250 mila euro, raddoppiando la propria quota di partecipazione. Questa operazione fa seguito ad un primo investimento effettuato nel febbraio 2011.
Cosa succederà ora alla newco italiana
«Un punto è importante. Ho voluto fortemente tornare in Italia. A Roma, la mia città. Da oggi continueremo a crescere qui» spiega d’Atri. «La nostra idea è di mettere a disposizione di tutte le società sul mercato quello che abbiamo imparato in questi anni. Soundreef è in grado di dare conto con precisione di tutte le volte che è stata usata la proprietà intellettuale di un artista, e pagare royalties (ciò che si deve a qualcuno per l’utilizzo di una sua proprietà intellettuale) entro 90 giorni». Un sistema aperto e consultabile, che non prevede il pagamento a fine anno come succede nel mercato attuale (lo abbiamo raccontato qui) ma ogni volta che una proprietà intellettuale viene usata.
Ho voluto fortemente tornare in Italia. A Roma, la mia città.
Un tempo che può ridursi parallelamente all’implementazione e all’utilizzo della tecnologia sviluppata da Soundreef. Questo sistema di controllo e gestione delle proprietà intellettuali è basato su una piattaforma che consente di tracciare tutte le volte che un contenuto è stato usato, i tempi di pagamento e avere una certezza di pagamento basato su base analitica.
Leggi: Storia della startup che ha fregato la Siae.
Soundreef
Nel 2014 il tribunale di Milano ha dato l’ok a Soundreef a fare concorrenza alla Siae dopo anni di lotte. Nell’ordinanza i giudici hanno scritto che «non vi sono sufficienti elementi per ritenere che la diffusione di musica da parte di Soundreef nel territorio italiano sia illecita in forza della riserva concessa alla Siae». Ora Soundreef in territori italiano ci si trasferisce. E la storia della startup che ha fregato la Siae non è che all’inizio.
Arcangelo Rociola
@arcamasilum