New Lab è un maker space aperto a Brooklyn (New York) in un vecchio cantiere dismesso: costa 34 dollari a piede quadro ed è aperto a nuovi progetti da tutto il mondo (anche dall’Italia) qui come partecipare alle selezioni
Se la vostra startup è nel settore della nuova manifattura leggera e usa macchine come le stampanti 3D, e se nel vostro orizzonte c’è il mercato americano, “il posto dove essere” è il Navy Yard a Brooklyn, New York.
Era il cantiere navale della marina militare americana, creato nel 1801 dal presidente John Adams. Durante la seconda guerra mondiale ci lavoravano 70 mila newyorkesi a costruire e riparare migliaia di navi. Poi la decadenza e la chiusura nel 1966, con il tentativo di rilanciarlo come parco industriale. La rinascita vera decolla nel 2001 sotto la gestione della Brooklyn Navy Yard Development Corporation (BNYDC), l’agenzia della Città di New York che ha deciso di diversificare le attività puntando in particolare sulle nuove tecnologie e sulla manifattura “verde”.
La nuova vita del Navy Yard
Oggi il Navy Yard ospita circa 300 imprese con 6 mila dipendenti. Ci sono gli studios cinematografici Steiner, dove si girano le scene di alcuni dei programmi tv di maggior successo negli Usa come “The Good Wife”. E aziende futuristiche come FCRC Modular, che fabbrica grattacieli come fossero casette di Lego. Uno dei capannoni più storici si sta trasformando in un grande spazio per startup: il New Lab. Mi ha portato a visitarlo Manuel Toscano, designer e consulente italiano che da quando aveva 15 anni vive negli Stati uniti: una delle sue creazioni, lo Spuni è nata nello spazio Beta del New Lab.
“Spuni è nato quasi per scherzo, un sabato mattina, chiacchierando con il mio amico Marcel Botha, un designer industriale laureato al MIT e specializzato nel settore medico”, racconta Manuel, che 18 anni fa ha ottenuto il master in Fotografia alla School of visual arts di New York. “Io ero alle prese con lo svezzamento di mio figlio. Marcel e io abbiamo disegnato un cucchiaino ‘miracoloso’: non fa sbrodolare o sputare i bimbi, perché è curvato in modo da toccare la parte superiore della bocca che, stimolata in questo modo, si chiude e succhia il cibo come il latte dal capezzolo”.
I progetti dei makers newyorkesi
Manuel e Marcel si sono finanziati con una campagna su Indiegogo raccogliendo 40 mila dollari per iniziare la produzione, che per ora è fatta in Germania. Spuni è già disponibile online e in molti negozi, anche in Italia. “Ne vendiamo 3 mila per settimana, ma puntiamo a 1 milione l’anno per arrivare al breakeven – continua Manuel -. Intanto stiamo mettendo a punto altri tre prodotti, sempre per bambini, questa volta per somministrare medicine omeopatiche in modo alternativo e friendly”.
Nello spazio beta del New Lab lavorano già molte startup e anche imprese più avanzate. I due fondatori sono David Belt, imprenditore immobiliare con la sua società Macro Sea (fra i suoi progetti realizzati c’è un grande co-working space a Filadelfia) e Scott Cohen, artista, fotografo, cineasta e imprenditore.
“Due anni fa David e io siamo stati invitati dalla BNYDC a visitare questa struttura e a immaginare come rivitalizzarla – mi spiega Scotto, mentre mi fa vedere il grande capannone dove fervono i lavori per trasformarlo nel New Lab -. Abbiamo pensato alla sua storia: qui hanno costruito navi famose come la USS Connecticut (la capofila della Great White Fleet del presidente Theodore Roosevelt) o la USS Arizona (affondata nel 1941 dai giapponesi). Sapevamo che un sacco di gente a New York lavora nel settore tecnologico e in particolare nella manifattura avanzata, ma mancano spazi e strumenti adatti. Così abbiamo progettato un centro per incubare e incoraggiare la rinascita di una nuova manifattura nel Navy Yard di Brooklyn”.
L’aiuto della città di New York
Ma il progetto originale aveva costi esorbitanti, che Scott e David non potevano sostenere da soli. “Abbiamo allora elaborato un budget responsabile e cercato il sostegno di partner pubblici – continua Scott -: ce l’hanno dato sia la Città sia lo Stato di New York con grants (finanziamenti a fondo perduto) e in più abbiamo goduto di incentivi fiscali federali. Il tutto, insieme agli investimenti privati dei nostri partner, e a quelli della BNYDC, ci ha permesso di realizzare la ristrutturazione”. In ballo ci sono decine di milioni di dollari. I lavori dovrebbero essere finiti entro quest’autunno.
“Più avanti questa primavera o all’inizio dell’estate apriremo la possibilità di far domanda per entrare nel New Lab – annuncia Scott -. Il costo per i residenti con spazio privato sarà circa 35-45 dollari per piede quadrato, il che comprende non solo l’affitto ma anche l’uso delle stampanti 3D e degli altri strumenti per fabbricare prototipi e prodotti, oltre a tutti i servizi del Lab. Offriamo anche soluzioni di co-working per chi ha bisogno solo di una scrivania, e formule flessibili”.
“Abbiamo già dimostrazioni di interesse e richieste da tutto il mondo, anche dall’Italia – continua Scott -. I criteri per la selezione e l’accettazione delle domande li stiamo ancora sviluppando. Avremo delle piccole squadre di consulenti che ci aiuteranno nelle valutazioni. I settori di attività che vogliamo ospitare sono tutti quelli legati alla nuova manifattura leggera, dalla robotica al nanotech, dall’industrial design all’engineering. Di sicuro non accettiamo chi ha solo un’idea: dev’esserci già un prototipo di prodotto innovativo e il finanziamento di angel investors”.
Uno spazio aperto a nuove proposte
Nello spazio Beta ci sono fin d’ora diverse aziende non americane. Molti imprenditori che vi operano sono legati a scuole di ingegneria e design, in particolare al MIT, alla Carnegie Mellon University, al Polytechnic di New York.
Per avere altre informazioni e inoltrare proposte preliminari scrivete qui: http://newlab.com/membership/ .