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L’immobiliare cambia volto? Ormai le scuse per non intraprendere la strada della digitalizzazione, sembrano ridotte al lumicino. L’emergenza Covid-19 farà da propulsore alle soluzioni che già esistono da almeno un decennio, ma che sono adottate solo da una fetta marginale del mercato. Parliamo di tutte quelle innovazioni raggruppabili sotto l’etichetta di proptech: unione tra le parole property e tech, indica software e hardware adottati, e spesso adattati, nell’ambito immobiliare.

Il proptech cresce vertiginosamente già da anni. Un dato su tutti: nel 2019 sono stati di poco inferiori ai 30 miliardi di dollari, gli investimenti dei venture capitalist nel comparto. In questo articolo, con il parere di esperti, facciamo un punto sullo stato odierno dell’innovazione nel real estate e sulle soluzioni che stanno guadagnando grandi fette di mercato.

 

Leggi anche: Che cos’è il PropTech e perchè cambierà il settore immobiliare

 

Il Coronavirus dà il colpo di grazia al mattone?

Partiamo dai numeri, che non sono confortanti. Secondo Nomisma, istituto di analisi che recentemente ha presentato i dati del suo “Osservatorio sul mercato immobiliare”, l’emergenza Covid-19 costerà al settore residenziale una cifra che oscilla tra i 55 e 113 miliardi di euro, nei prossimi tre anni, con una contrazione dei rogiti in una forbice tra le 278mila e 587mila unità, in Italia.

“Rispetto all’ultima grande crisi finanziaria, quella del 2008, che è nata all’interno dei mercati finanziari, questa ha esiti meno prevedibili”, spiega Fabiano Testa, investitore immobiliare e Ceo di International Home, network di aziende internazionali con sede a Parigi focalizzate sul ramo degli investimenti immobiliari.

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Anche se premette di “non avere la sfera di cristallo”, Fabiano prova a tracciare qualche scenario post crisi, con alcune dinamiche che potrebbero non essere così sfavorevoli all’immobiliare: 

Gli Stati immetteranno liquidità sul mercato e spingeranno gli istituti di credito a fare lo stesso. “Uno dei settori ad avere una maggiore spinta sarà con ogni probabilità l’immobiliare. Dopo una prima fase d’incertezza, l’immobiliare dovrebbe essere considerato un bene rifugio e crescere ancor più, soprattutto nelle grandi città e  in paesi solidi”. 

Molti venderanno per paura o semplice necessità di liquidità, e questo aumenterà le opportunità di fare buoni affari sul mercato per chi ha liquidità o è finanziabile nelle grandi città a partire da Milano. “L’arresto degli affitti brevi per un periodo abbastanza lungo, favorirà uno spostamento verso gli affitti di medio – lungo periodo e si punterà su un target diverso, come uomini d’affari, expats, studenti internazionali”.

Si svilupperanno servizi legati al digitale. “Ci sarà ancora di più lo sbarco di agenzie online e la crescita di business legati ai tour virtuali,  ai servizi legali da remoto e la nascita di piattaforme di payment specializzate nel settore. Si rafforzeranno dei trend nati grazie agli affitti a breve termine, con agenzie piccole che hanno imparato a lavorare senza vedere il cliente (con foto, tour virtuali, firme elettroniche e serrature elettroniche)”.

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Proptech in Italia: lo sbarco delle agenzie online

Secondo i dati di Proptech Monitor del Politecnico di Milano sono 50 gli attori attivi in Italia nel segmento proptech. 

Sono 5 gli ambiti in cui proliferano le soluzioni nel nostro Paese: marketplace per fare incontrare compratori e venditori, proprietari e affittuari, piattaforme di real estate crowdfunding, re-management (ovvero servizi pensati per aiutare i proprietari nella gestione di appartamenti per affitti brevi o altro), il 3D e la realtà aumentata applicata agli immobili (per tour virtuali e presentazioni di progetti). E ancora le soluzioni di sharing economy, come gli spazi di coworking o coliving. 

Un trend che negli ultimi anni si è particolarmente affermato è quello delle agenzie immobiliari online, che si ispirano a un modello che ha fatto scuola in Europa, l’inglese Purplebricks. La proptech è un esempio anche per Daniel Debash, romano, Ceo di RockAgent, agenzia immobiliare ibrida che si basa su una rete di agenti attivi sul territorio che lavorano in mobilità, senza più la necessità di un negozio fisico su strada.

Daniel ci dà una mano a capire quale sarà il ruolo della tecnologia nel ridefinire il mercato immobiliare e quali sono le innovazioni che si stanno facendo largo nel settore durante l’emergenza:

Visite immobiliari in VR: già in aumentano le visite degli immobili mediante sistemi di realtà virtuale. “Secondo il nostro report, l’incremento si colloca intorno al 18% nella settimana dal 9 al 15 Marzo, per arrivare, nella settimana del 16 al 22 Marzo, al +36%.” 

Valutazione immobiliare in remoto: grazie ad algoritmi che valutano i dati di vendita delle transazioni in una data area e ai sistemi di consulenza da remoto (per esempio, video call con agenti immobiliari) è possibile avere in tempo reale una stima del valore di una casa.

Strumenti per il lavoro a distanza: “È una conseguenza del boom delle agenzie ibride. Operando senza negozi su strada, abbiamo introdotto nell’operatività quotidiana diversi strumenti per il lavoro da remoto”.

Chatbot per interagire con i clienti: Le agenzie più avanzate utilizzano canali di comunicazione con i clienti in grado di rispondere alle richieste più frequenti 24/24. “Secondo i nostri dati, sono almeno il 30% le interazioni giornaliere con nuovi clienti che arrivano tramite chatbot in questo periodo”. 

«Come dalla crisi finanziaria del 2008 sono emersi i portali immobiliari, diventati oggi uno strumento imprescindibile per chi fa compravendita nel settore, l’emergenza finirà per accelerare il processo di trasformazione digitale, nel quale siamo solo agli inizi nel campo immobiliare. I trend arriveranno da Londra, Berlino, Parigi e saranno poi recepiti anche in Italia. Le opportunità saranno per tutti. Sarà indifferente da dove gli startupper partiranno. Le innovazioni nell’immobiliare saranno necessarie per tutti i mercati di ogni Paese».

 

Venture e startup: i protagonisti del proptech nel mondo

Dall’Italia al mondo: quali sono i trend mondiali del proptech e i protagonisti?  Partiamo dai venture più attivi: MetaProp, NFX, Menlo Ventures, Bain Capital Ventures, Plug and Play,  Picus Capital sono solo alcuni dei grandi venture mondiali che remano nella direzione del proptech, come spiega un interessante articolo di TechCrunch

Tuttavia, in cima alla lista si posiziona SoftBank che, secondo uno studio di Pitchbook, è stata lead investor in 4 delle 10 proptech che hanno ottenuto più finanziamenti nel 2019. 

Quali sono queste proptech? Ecco cosa fanno e quanto hanno ottenuto le prime cinque in lista (qui puoi leggere la classifica completa).

1. WeWork. 6.5 miliardi/2. 5 miliardi

Travolta dai problemi, WeWork ha prima deciso di non quotarsi più in Borsa, poi di cambiare guida, con le dimissioni del Ceo Adam Neumman.  L’azienda che si occupa di spazi di coworking, affittando uffici a tempo alle società, giovani in primis, ha avuto un 2019 che definire turbolento è poco (dimezzando la sua valutazione). Tuttavia, è prima in classifica per il maggiore round ottenuto nel 2019.

2. Knock ($400 milioni)

La piattaforma di Sean Black, che consente ai compratori di acquistare casa in modo veloce, senza visitare la proprietà attraverso degli “home tours” (in quello che viene chiamato tecnicamente instant buying), ha raccolto 400 milioni nel 2019 da un round che vede coinvolti investitori come RRE Ventures, Foundry Group, Corazon Capital and FJ Labs.

3. Knotel ($400 milioni)

Knotel opera nello stesso settore di WeWork. Guidata da Amol Sarva, che in diverse uscite pubbliche è stato molto critico di WeWork, ha ottenuto investimenti da fondi stranieri, in Kuwait come a Singapore.

4. Compass (€370 milioni)

Fondata da Robert Rekkin, è stata tra le prime a sviluppare app e dispositivi mobile per agenti immobiliari. Il suo asset migliore è un database di annunci che offre, per ogni casa in vendita, dati sul valore di mercato, sul prezzo di compravendita nelle recenti transazioni, sull’imposta catastale corrispondente e altro. 

5. OpenDoor ($300 milioni)

La seconda startup nel ranking che opera nell’instant buying, OpenDoor, ha una valutazione oggi di 3,8 miliardi. La startup guidata da Eric Wu, che compra case da proprietari e promette di venderle nel minor tempo possibile tramite il suo network, è stata finanziata da venture come SoftBank, GV e Khosla Ventures. In totale ha raccolto 1,5 miliardi.