Nel frattempo l’ex Ceo Adam Neumann è impegnato con Flow, startup del real estate di cui finora si sa molto poco
Nel 2022 WeWork ha bruciato 700 milioni di dollari e forse è anche per questo che, secondo le indiscrezioni della stampa USA, sarebbero in corso negoziati con gli investitori per ristrutturare un debito che supera i 3 miliardi di dollari. Fondata nel 2008 da Adam Neumann, imprenditore nato in Israele e cresciuto all’interno di un kibbutz, l’ex startup ha come business model l’offerta di spazi di coworking ad aziende e professionisti. Le cose non sono andate come lui prevedeva: la valutazione astronomica da 47 miliardi di dollari si è sgonfiata e le sorti della società e del suo Ceo si sono separate. In questi anni WeWork, nonostante le difficoltà economiche, ha continuato a funzionare e a espandersi con edifici in tutto il mondo.
A guidare le negoziazioni per ristrutturare il debito di WeWork ci sarebbe SoftBank, il gigante giapponese che ha investito in moltissime startup. Soltanto in WeWork la società ha messo negli anni 10 miliardi di dollari e, a quanto pare, non darà ulteriori risorse in questa fase. L’azienda di coworking avrebbe bisogno di un’iniezione di liquidità di qualche centinaio di milioni di dollari per continuare a operare senza procedere in ulteriori tagli. A inizio 2023, l’ex startup ha infatti comunicato il licenziamento di 300 persone.
La californiana Yardi, già tra gli investitori di WeWork, starebbe considerando l’ipotesi di immettere nuove risorse. Al momento non ci sono comunque certezze sull’esito di questi negoziati, nè si sa se alla fine porteranno a un miglioramento per i conti economici. SoftBank, principale investitore, sarà senz’altro il soggetto da cui passerà la decisione finale, considerando l’impegno che dal 2017 la lega all’ex campione dell’ecosistema startup a stelle e strisce.
Nel frattempo Adam Neumann continua a fare parlare di sè, dopo che nel 2022 aveva fatto parecchio rumore l’investimento del VC californiano Andreessen Horowitz da 350 milioni di dollari nella sua nuova startup, Flow, impegnata nel real estate. Di questo nuovo soggetto si sa ancora molto poco, anche se il Founder non sembra aver cambiato di una virgola la propria capacità e il proprio metodo di vendere un’idea.