L’intervista a Alessandro Travaglini, fondatore di un’azienda che mette in contatto talenti dell’intrattenimento con le famiglie
Questa storia comincia in una delle tante vigilie di Natale che tutti noi abbiamo vissuto, da piccoli, in attesa dell’arrivo di una persona speciale a portarci i regali. «Da ragazzini ci vestivamo da Babbo Natale nel nostro paese vicino a Macerata, 5mila abitanti. Anno dopo anno la domanda era talmente cresciuta che avremmo dovuto essere in 15 per soddisfare gli inviti di tanti genitori per far visita ai loro figli». Alessandro Travaglini, 29 anni, si ricorda di quel periodo anche perché c’è voluto tempo prima che riprendesse in mano quella sfida per farla diventare una startup. Si chiama Be My Hero ed è una piattaforma che punta a fare incontrare famiglie e genitori con una platea di cosplayer, attori, creativi e tutte quelle persone che amano intrattenere, soprattutto i più piccoli.
Export manager di un importante brand di abbigliamento sportivo, Travaglini ha viaggiato il mondo durante gli studi in Economia tra Macerata e Siena. «Durante l’università ho vissuto a Londra, Barcellona, Monaco di Baviera, Varsavia e Tokyo». Ma quell’idea non gli è mai sfuggita di mente, un po’ come un richiamo alle origini quando da giovane lui e altri suoi amici si divertivano facendo divertire. «A un certo punto mi è venuto in mente che non esisteva un servizio del genere: parlo di una piattaforma centralizzata per chiedere un Babbo Natale». Ma perché limitarsi soltanto al 25 dicembre con le attività? «Infatti mi sono chiesto: se fossi un genitore mi piacerebbe avere un Super Man a casa che fa visita ai miei figli durante una festa».
Alessandro Travaglini ha così deciso di partire dai dati. «Ho intervistato un migliaio di persone. Alla fine è emerso che oltre 720 erano disposte a spendere almeno 50 euro per il servizio. Il nostro target sono genitori con figli tra i 3 e gli 11 anni». Sull’app di Be My Hero, disponibile sia su iOS sia su Android e sviluppata dalla software house Sync Lab, sono già caricate le prime decine di profili di eroi, animatori, cosplayer e creativi pronti a essere ingaggiati, con le informazioni sulle tariffe. Chiunque ha la possibilità di farsi avanti.
La startup Be My Hero trattiene una commissione ogni volta che viene fatto un ordine. «Ogni persona che si candida a diventare un eroe deve caricare la propria carta di identità. Lo facciamo per garantire la sicurezza. E abbiamo poi inserito la possibilità di fare recensioni per tutti gli utenti». Partita da poco, la startup punta a farsi conoscere, soprattutto in città come Milano e Roma. «Siamo arrivati a 200 eroi iscritti», conclude il Ceo che con gli altri cofounder Giacomo Simoncini e Giuseppe Serafino punta a raggruppare talenti per animare le feste.