Dopo Iron Dome, c’è anche Arrow 3. Si tratta di un altro sistema antimissile in dotazione alla difesa israeliana. Ecco come funziona e a che cosa serve.
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Che cos’è Arrow 3?
Arrow 3 appartiene alla categoria degli intercettori AWS (Arrow Weapon Sistems) ed è stato sviluppato dallo IAI (Isereli Aerospace Industries) e dalla statunitense BOEING. Rappresenta l’evoluzione di un precedente analogo sistema di difesa missilistico: l’Arrow 2. Arrow 3 rappresenterebbe, secondo le autorità israeliane, il top di gamma dei sistemi di difesa aerea, l’ultima più avanzata linea di difesa antimissile israeliana, con lo scopo di intercettare e distruggere, già da distanze elevatissime, ogni minaccia. Si comporta come se fosse un “ombrello” a protezione del territorio sul quale si trova.
In particolare, il sistema Arrow è costituito da 2 componenti fondamentali: un radar e un sistema missilistico. Il radar è l’occhio del sistema, indispensabile per intercettare le diverse minacce, siano esse velivoli o missili. Grazie alla sua precisione e alle spinte capacità tecnologiche, il radar impiegato da Arrow 3 riesce a pattugliare e discriminare un bersaglio fino a una distanza di 1000 chilometri. In questo modo, Arrow 3 è efficace anche contro i cosiddetti “missili tattici balistici”, in grado di trasportare varie tipologie di “teste in guerra” che possono contenere diversi tipi di esplosivo.
Il sistema missilistico è, invece, il braccio arato del sistema che può colpire bersagli situati ad oltre 100 km di quota, volando ad una velocità oltre 5 volte quella del suono (Mach 5) . Per questo motivo, il sistema è definito esoatmosferico: i missili Arrow 3 sono in grado di colpire al di sopra del limite dell’atmosfera, nello spazio. Questa loro caratteristica risulta molto importante proprio contro le tanto temute “armi CBRN”.
I missili sono contenuti all’interno di lanciatori in grado di essere movimentati e installati in vari punti del territorio, incluse piattaforme navali. Per poter volare a quelle velocità e a quelle quote elevate, i missili sono costituiti da due “propulsori”, detti stadi:
- il primo stadio ha il compito di far alzare in volo il missile verso la minaccia;
- il secondo stadio entra in gioco nell’ultima parte della traiettoria, quando il missile dovrà essere guidato (tramite un insieme di sensori) per andare a colpire e quindi esplodere sul bersaglio designato.
Sistemi, come questo o Iron Dome hanno, quindi, il compito di fare da scudo contro ogni forma di minaccia proveniente dal cielo.