Uno dei più noti vignettisti del The New Yorker propose alla rivista 500 vignette che furono tutte rifiutate. Ma la sua perseveranza fu ripagata e la 501 fu infine accettata. Sedetevi al vostro banco: “A lezione di fallimento” di Francesca Corrado sta per iniziare
Una delle cose più difficile è accettare è un no. Un no ricevuto come dissenso, rifiuto, due di picche, diniego genera frustrazione e può mettere in discussione le nostre capacità e la nostra autostima. Lo sanno bene scrittori, disegnatori, artisti e creativi. «No giovedì non possibile. Che ne dice di mai? Mai per lei andrebbe bene?» Questa è la didascalia della vignetta più famosa di Bob Mankoff, editor del The New Yorker, in cui compare un dirigente al telefono che pronuncia questa frase. Una vignetta che ha fatto guadagnare a Mankoff una menzione nello Yale Book of Quotations. Quasi dottore di ricerca in psicologia sperimentale, Mankoff non scriverà mai la sua tesi perché il suo animale da laboratorio morì. Questo imprevisto lo spinse ad abbandonare la carriera di psicologo e a coltivare il suo interesse d’infanzia: il disegno. Il fallimento raggiunto in altri sforzi, disse in una intervista, gli diede la possibilità di dedicare completamente le sue energie ai fumetti. E quando decise che da grande avrebbe voluto fare il vignettista, passò giornate intere alla New York Public Library ad esaminare tutti i numeri arretrati del The New Yorker. Propose alla rivista 500 vignette che furono tutte rifiutate. Ma la sua perseveranza fu ripagata e la vignetta 501 fu venduta alla rivista. Per anni ha continuato a proporre vignette che per il 90% venivano cortesemente cestinate. Il suo successo è stato costruito, per sua stessa ammissione, su anni di miserabili fallimenti. Tanto da aver raccolto nel suo “Registro del rifiuto” i messaggi ricevuti e che avevano più o meno lo stesso contenuto di questo: «Siamo spiacenti di non poter utilizzare il materiale allegato. Grazie per averci dato l’opportunità di prenderlo in considerazione. Gli editori».
Tenta ancora, fallisci meglio
Il consiglio che si sente di dare dall’alto dei suoi fallimenti è fare sempre un tentativo. Il rifiuto è solo una parte del processo che ogni creativo, ma non solo, deve sopportare. Le vignette di David Sipress, che ne ha pubblicato 502 sul The New Yorker, sono state rifiutate per 25 anni prima di ottenere un sì. Quando i nuovi fumettisti chiedono a Malkoff perché vuole che facciano 10 cartoni animati ogni settimana, la sua risposta è frutto dell’esperienza maturata sul campo: 9 cose su dieci nella vita non funzionano. Solo 1 vignetta, 1 idea, 1 prodotto su 10 funziona. Se ogni fumettista invia fino a 10 schizzi, significa che ci sono centinaia di proposte in competizione tra loro ma solo 12 saranno le vignette pubblicate sulla rivista. Mankoff ha venduto più di 900 vignette in 40 anni di attività, e selezionato e curato la pubblicazione di alcuni dei disegni più apprezzati. Ma non dimentica la frustrazione e la delusione che spesso ha dovuto sopportare prima di diventare un fumettista di successo. Non lo dimentica perché pensa che tutti quei no abbiamo forgiato il suo talento. Ogni no lo costringeva a perfezionare ancora e ancora la sua tecnica e a trovare il suo stile unico. Tutti quei no hanno rafforzato il suo carattere. Ogni no lo costringeva a coltivare la fiducia in sé stesso. Per superare la tentazione di abbandonare il suo obiettivo a ogni nuovo rifiuto, si ripeteva «Posso farcela». Al punto che ancora oggi non ha paura di fare e di cambiare, nonostante l’età. A 72 anni si dimesso dal New Yorker per accettare un contratto con la rivista Esquire.
Un’ idea rifiutata non è accantonata
Il mondo della creatività non è lontano da quello dell’innovazione e delle startup. Ci sono scadenze ravvicinate, un ambiente competitivo, un pubblico esigente e una retribuzione incerta. E dove il fallimento è la regola e non l’eccezione. Anche le persone più di successo al The New Yorker vedono il loro lavoro rifiutato. Tutti vengono rifiutati molto più di quanto non siano accettati. Alcuni dei consigli che i migliori vignettisti suggeriscono agli aspiranti disegnatori possono essere utili anche in altri campi. Non innamorarsi di tutto ciò che si fa, ma aprirsi alla possibilità di accantonare per sempre alcune idee, o di farle evolvere in altre direzioni. Creare un archivio contenente le idee che hanno ricevuto un rifiuto e quelle incomplete, provando a mixare qualcosa delle prime con qualcosa delle seconde. Non aspettare i momenti di ispirazione, ma lavorare e lasciare che quei momenti accadano mentre si lavora. Le idee generano idee. Più vignette si creano, più idee si generano. Infine, sdrammatizzare. L’umorismo è una delle capacità fondamentali per evitare che i no diventino muri difficili da buttare giù. «Il mondo è troppo serio per non essere preso con umorismo», afferma Mankoff.
Il potere del fallimento
Siamo trattenuti dalla paura di fallire, di scoprire che il nostro lavoro non trova il consenso dell’altro, abbiamo paura di scoprirci mediocri. E se tentiamo e veniamo rifiutati ci facciamo distrarre dall’offesa personale e dalla rabbia verso la persona o la società che ci ha respinti. Invece di riprovarci ancora. Ma il fallimento è importante per il processo creativo. «Impari molto di più quando fai qualcosa di sbagliato e sei disposto a ricevere quel feedback rispetto a quando fai qualcosa di giusto», spiega. Inoltre, «Ti insegna anche come essere resiliente, perché ne avrai bisogno in un’impresa competitiva e creativa». Il fallimento ci permette infatti di cogliere la forza della nostra perseveranza. Il desiderio di farcela, deve essere più grande del dolore delle nostre cadute, non bisogna lasciarsi abbattere dalla umiliazione del fallimento né farsi condizionare dallo stress di un successo temporaneo. Se le probabilità di avere successo sono poche, se non ci proviamo la probabilità è certamente pari a zero.
Le 3 regole d’oro
Mai scoraggiarsi, meglio abbracciare i propri fallimenti. Tutto ciò che a volte serve è ricominciare a fallire di nuovo per affinare le proprie capacità. Fallire due volte più duramente, ma in qualcosa che si ama. Sdrammatizzare. Affinare il senso dell’umorismo è un investimento a lungo termine perché permette di affrontare gli ostacoli con maggiore distacco emotivo. Prova, riprova, vai oltre la paura. È oltre la paura che la probabilità di avere successo aumenta. E voi che lezione avete appreso? Se vuoi raccontarmi la tua storia, scrivimi qui: redazione -chiocciola – startupitalia.eu