Dopo anni di attesa, il bonus per i genitori separati diventa finalmente operativo. L’INPS verserà. infatti, 8,5 milioni di euro a oltre 4.400 beneficiari, per una media di 1.900 euro a testa. Chi ha diritto al bonus e come richiederlo?
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A chi è destinato il bonus?
ll bonus è destinato a genitori separati, divorziati o non conviventi in difficoltà economica. L’INPS si occuperà dell’erogazione del contributo a chi, durante la pandemia da Covid-19 (tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2022) avrebbe dovuto ricevere un assegno di mantenimento ma non l’ha fatto perché l’altro genitore aveva delle difficoltà economiche. Complessivamente, il fondo ammonta a 10 milioni di euro, ma per ora ne verranno utilizzati solo 8,5 milioni. Sinora a farne richiesta sono state già 6.428 persone, ma circa 2.000 domande sono state respinte. Per accedere al bonus, il richiedente doveva:
- Trovarsi in stato di bisogno, con un reddito annuo non superiore a 8.174 euro nell’anno in cui non ha ricevuto il mantenimento;
- Essere convivente con figli minorenni o con figli maggiorenni portatori di handicap grave, riconosciuto ai sensi della legge 104/1992;
- Dimostrare che l’altro genitore aveva subito una riduzione del reddito di almeno il 30% rispetto al 2019, oppure che aveva cessato, ridotto o sospeso la propria attività lavorativa per almeno 90 giorni a partire dall’8 marzo 2020.
A esaminare le domande è stato il Dipartimento per le politiche della famiglia, e le verifiche hanno richiesto tempo anche perché la misura prevede specifiche condizioni economiche che dovevano essere accertate tramite l’Agenzia delle Entrate.
Bonus, le ragioni del ritardo
L’idea di introdurre un contributo per i genitori separati è nata nel 2021, nel pieno della pandemia Covid-19, quando l’emergenza sanitaria aveva aggravato la situazione economica di molte famiglie e, in certi casi, il genitore obbligato al mantenimento non era stato più in grado di versare l’assegno per i figli. Il governo Draghi aveva, quindi, inserito la misura nel cosiddetto “decreto Sostegni”, ma il testo era stato giudicato troppo vago e inapplicabile. La norma è stata, quindi, riscritta e inserita in un nuovo decreto fiscale, approvato alla fine del 2021. Ma per rendere operativa la misura era, tuttavia, necessario un decreto attuativo, che è arrivato solo alla fine del 2022, rallentando, così, il processo. Anche il portale per la presentazione delle domande è stato aperto in ritardo, soltanto a febbraio 2024, e la finestra per richiedere il bonus si è chiusa il 31 marzo 2024.