Da via XX Settembre si prendono il lusso di festeggiare anche nei delicati giorni del Piano Strutturale di Bilancio, ovvero di quella che un tempo era nota come manovra. Merito del collocamento del nuovo benchmark BTP a 7 anni con scadenza 15 novembre 2031 e della riapertura del BTP a 30 anni, con scadenza 1° ottobre 2054, che, fanno sapere dal Ministero dell’Economia, ha visto una partecipazione «straordinariamente diversificata» (oltre 30 Paesi sul BTP 7 anni e più di 35 sul titolo a 30 anni), con un «grande interesse» da parte degli investitori esteri.
Tutto ciò fa il paio con la recente decisione della BCE di tagliare i tassi d’interesse che rende più agevole per lo Stato emettere nuovo debito. La crisi tedesca fa il resto, dato che coi primi della classe che arrancano lo spread è tornato ai minimi da tre anni. Insomma, si comprende perché dalle parti del dicastero di Giancarlo Giorgetti si intraveda qualche raggio di sole dopo l’atmosfera plumbea dell’ultimo periodo.
BTP a 7 e a 30 anni in numeri
L’importo complessivo emesso è stato pari a 13 miliardi di euro per una domanda che ha superato i 200 miliardi di euro, di cui circa 99 miliardi per il nuovo titolo a 7 anni e quasi 107 miliardi per il BTP a 30 anni. Hanno partecipato all’operazione oltre 300 investitori per il BTP a 7 anni, mentre poco meno di 400 hanno preso parte alla riapertura del BTP 30 anni.
In quali Paesi va il debito pubblico italiano?
La quota allocata presso gli investitori esteri è stata pari all’81,1% per il titolo a 7 anni e all’80,9% per il titolo a 30 anni, mentre gli investitori domestici hanno sottoscritto rispettivamente il 18,9% e il 19,1%.
Quanto alla geografia dei nostri nuovi creditori, la quota più rilevante del collocamento è stata sottoscritta in Europa, in particolare da Regno Unito (21% sul 7 anni e 22,7% sul 30 anni), Francia (rispettivamente 8,0% e 12,2%), Germania, Austria e Svizzera (7,4% e 4,6%), Penisola Iberica (rispettivamente 11,1% e 8,1%), Paesi scandinavi (7,5% e 9,4%), Benelux (2,4% e 0,9%) e da altri Stati europei (1,5% sul 7 anni e 1,8% sul 30 anni).
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Rilevante anche la quota allocata ad investitori USA, pari all’8,8% e al 16,1% rispettivamente sui titoli a 7 e 30 anni. In Asia gli investitori hanno sottoscritto per il 9,1% il titolo a 7 anni e per l’1,5% il titolo a più lunga scadenza.
Chi ha fatto incetta di Btp?
I fund manager hanno sottoscritto il 53,6% dell’emissione del BTP a 30 anni mentre per il titolo con scadenza 7 anni la loro partecipazione è stata del 46,9%. Le banche hanno sottoscritto il 30% del titolo settennale ed il 26,7% del titolo trentennale.
Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo hanno sottoscritto una quota rilevante, pari al 20,4% per il BTP a 7 anni (di cui il 9,6% è stato assegnato a fondi pensione e assicurazioni e il 10,8% a banche centrali e istituzioni governative) e al 14,9% per il titolo a 30 anni (di cui il 10,7% a fondi pensione e assicurazioni e il 4,2% a banche centrali e istituzioni governative). Agli hedge fund è stato allocato circa il 3% per il titolo a 30 anni e il 2,7% nel titolo a 7 anni, mentre una quota residuale è stata sottoscritta da altri investitori.