«C’è stata una normalizzazione sancita dall’ingresso di BlackRock e Fidelity. Sono soggetti che consegnano a Bitcoin l’accredito nell’asset management mondiale». Chi si ricorda dei tempi in cui la stampa mainstream titolava una volta sui rally e l’altra sui crolli di Bitcoin? Non è detto che quei giorni siano alle spalle, con le loro letture a volte semplicistiche del fenomeno. Ma quanto accaduto negli ultimi mesi lascia presagire che si sia entrati in una nuova fase. Ferdinando Ametrano, amministratore delegato di CheckSig, ci ha aiutato ad analizzare lo stato attuale dell’ecosistema cripto a livello globale, anche alla luce del crollo di aziende come FTX.
Il round di Checksig
Come abbiamo raccontato su StartupItalia, CheckSig ha da poco annunciato la chiusura del round Serie A da 2,7 milioni di euro. La cifra raccolta dalla fintech milanese porta dunque il fundraising complessivo a 5,1 milioni. «Offriamo una suite di servizi completa: seguiamo i clienti sulle principali piazze mondiali, garantendo l’operazione di compravendita al miglior prezzo. Forniamo poi sempre formazione e informazione».
Specializzata in soluzioni di trading e custodia per Bitcoin e cripto rivolte a investitori privati e istituzionali ad alta patrimonializzazione, la società è infatti impegnata anche in un percorso di alfabetizzazione dell’ecosistema. La materia – da Bitcoin in giù – è complessa e perlopiù con poche fonti in lingua italiana per i neofiti. Ametrano da tempo pubblica ogni settimana una nuova puntata della CryptoWeek, rassegna video dedicata alle principali notizie riprese dalla stampa internazionale.
Che momento è per Bitcoin?
L’ultima volta che abbiamo intervistato Ametrano circolava la mania di Dogecoin (era il 2021). Molto è cambiato da allora. «Al momento la situazione per gli operatori è più chiara: non c’è più incertezza fiscale e il regolamento MiCa fornisce un quadro autorevole, forse finalmente il Far West è finito. Operiamo in un ambito in cui ci sono tutti gli aspetti regolatori che servono».
Tra i passaggi che hanno riguardato Bitcoin questa primavera, citiamo l’halving, ovvero il processo che periodicamente dimezza il numero di nuovi Bitcoin creati, facendo così diventare l’asset digitale più scarso. «Ormai non è più quantitativamente rilevante proprio perché la quantità di Bitcoin che viene emessa è già piccola abbastanza da non impattare. Ha certo goduto di una grande spinta comunicativa. Bitcoin non solo è vivo e vegeto, ma è più forte di prima. Siamo in un momento di grandissima validazione».
L’ingresso dei Big
Validazione che deriva ad esempio dal fatto che BlackRock ha inaugurato la stagione degli ETF su Bitcoin. «Quando entrano capitali significativi si raggiunge maggior stabilità. A questo punto i tracolli sono abbastanza improbabili. Senz’altro Bitcoin avrà una grandissima volatilità, ma nulla di paragonabile al passato, anche perché certe mode truffaldine come NFT, blockchain e criptociarpame non interessano più».
Il crollo di FTX, uno dei più importanti exchange al mondo, ha suggerito una chiave di lettura da parte degli esperti. «Mi sembra abbastanza chiaro che lo sceriffo sia arrivato in città – ha concluso Ametrano -. Non si può più fare quello che si vuole. Segnalo poi che c’è un vigoroso dibattito negli USA tra la SEC e il Congresso che spinge perché le banche possano offrire servizi finanziari in ambito cripto. Tutto diverso da quel che accade in Europa, dove sembra che regolatori e finanza preferiscano dormire».