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Come produrre cibo per una popolazione mondiale in aumento? Come ridare vitalità al comparto agroalimentare italiano? E soprattutto, come coniugare produttività dei campi e sostenibilità ambientale? Di tutto questo si è discusso durante un evento organizzato da Syngenta al Mantova Food & Science Festival
Cambiamento climatico, nuova struttura normativa europea, uso sostenibile degli agrofarmaci, sicurezza alimentare, fabbisogno mondiale in continua crescita. Sono tante ed importanti le sfide che l’agricoltura deve affrontare in questo preciso momento storico: come conciliarle tutte, soprattutto quando sembrano apparentemente opposte? E quali scenari si apriranno con l’entrata in vigore della nuova Politica Agricola Comune il 10 gennaio 2023? Esperti nazionali ed europei ne hanno parlato in occasione della tavola rotonda ‘Agricoltura in prospettiva‘, organizzato da Syngenta durante la sesta edizione del Mantova Food&Science Festival.
“Viviamo in un mondo sempre più interconnesso, sia in senso digitale che fisico, in cui eventi epocali, come la pandemia da Covid-19 e la guerra tra Russia e Ucraina, impattano sull’economia e sui popoli di tutto il mondo”, ha spiegato Riccardo Vanelli, Amministratore Delegato di Syngenta Italia. “Questa è anche l’ottica con cui dobbiamo costruire un nuovo modello di agricoltura: l’attenzione per la sostenibilità e la riduzione dell’impatto ambientale devono essere accompagnate dalla produttività. Investire in innovazione è ormai imprescindibile, dallo sviluppo di nuove sementi allo studio di nuovi agrofarmaci, anche di origine biologica, fino all’agricoltura digitale”.
“Investire in innovazione è ormai imprescindibile, dallo sviluppo di nuove sementi allo studio di nuovi agrofarmaci, fino all’agricoltura digitale”
Agricoltura: Ue prima al mondo per export (+35% rispetto agli Usa)
“L’Europa è la principale area di produzione ed esportazione di prodotti agricoli a livello mondiale: abbiamo un export extra-Ue di oltre 200 miliardi di euro contro i 130 miliardi degli Stati Uniti, mentre il saldo attivo della bilancia commerciale europea è di 70 miliardi di euro l’anno”, ha evidenziato Paolo De Castro, primo vicepresidente della commissione Ue al Parlamento europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. “Serve però un cambio di paradigma di fronte ai continui attacchi e ai facili slogan ambientalisti: dobbiamo far capire che agricoltura e transizione ecologica non sono elementi opposti e che siamo tutti uniti nella sfida per una maggiore sicurezza alimentare. Bisogna solo dare il giusto tempo alla ricerca e all’innovazione tecnologica”.
La sfida green lanciata dal Farm to Fork e raccolta dalla PAC, che prevede finanziamenti per 387 miliardi di euro in sette anni, oggi deve fare i conti con una situazione geopolitica ed economica complessa, come ha sottolineato Giuseppe Blasi, Capo Dipartimento delle Politiche Europee e internazionali del Ministero Italiano della Politiche Agricole, Alimentari e Forestali: “Tra gli investimenti previsti vanno considerati anche quelli del Pnrr agricolo: è stato appena firmato, per esempio, il decreto ministeriale che sostiene 42 progetti strategici di infrastrutture irrigue. Ma dobbiamo considerare il grande aumento dei costi che si è verificato negli ultimi tempi, che ci spinge alla continua ricerca di un nuovo punto di equilibrio”.
Scenari e prospettive per la nuova PAC 2023-2027
“Le ricadute di ogni scelta vanno attentamente valutate e va soppesata la reale possibilità per le imprese agricole italiane di far fronte a nuovi stringenti impegni, soprattutto in comparti già in crisi, come quello del mais e del pero, che negli ultimi dieci anni hanno perso rispettivamente il 38% e il 20% delle superfici”, ha aggiunto Ersilia Di Tullio, Senior Project Manager di Nomisma, presentando l’analisi ‘Scenari e prospettive per la nuova PAC 2023-2027’.
“Il nostro Paese tra il 2021 e il 2022 stava crescendo molto bene, ma ora l’agricoltura è il secondo settore in cui l’inflazione picchia più forte, dopo quello dell’abitazione e delle utenze, incidendo sulla ripresa dei consumi alimentari domestici”.
Non solo: l’agricoltura, soprattutto al Centro-Sud, è anche il settore che risente di più del cambiamento climatico, tra eventi meteo avversi, aumentati bisogni idrici, maggiore presenza di insetti ed agenti patogeni più aggressivi. “Di fronte a queste difficoltà, l’obiettivo assegnato all’Italia di ridurre del 62% l’impiego di agrofarmaci entro il 2030, a favore del biologico, rischia di far crollare la produttività, con conseguente aumento dei prezzi e delle importazioni. Ma non è solo questo il problema: bisogna considerare che le scelte Ue si riflettono anche sugli altri Paesi, abbiamo una responsabilità verso l’intero Pianeta”.
“Le scelte Ue si riflettono anche sugli altri Paesi, abbiamo una responsabilità verso l’intero Pianeta”
La prospettiva, allora, è chiara: per aumentare la sostenibilità ambientale della produzione agricola bisogna innovare, tenendo conto però dei tempi richiesti per le sperimentazioni, ma anche della situazione di partenza del mondo agricolo italiano. “Se solo il 16% delle aziende è attualmente informatizzato – ha concluso Di Tullio -, bisogna dare agli imprenditori il modo di evolversi, accompagnandoli per esempio verso l’adozione di Decision Support System (software di supporto alle decisioni strategiche, che permette di aumentare l’efficacia dell’analisi, ndr)”.
Strumenti a supporto di un’agricoltura integrata
Gli strumenti digitali a supporto dei protocolli di produzione occupano un posto di primo piano tra le diverse soluzioni possibili per affiancare gli agricoltori nella gestione delle colture e nel rispetto dell’ambiente: “Oltre agli strumenti di crop protection, ovvero programmi di stewardship per il corretto impiego degli agrofarmaci, Syngenta oggi offre diverse applicazioni digitali, che rientrano in Cropwise, una piattaforma che racchiude i servizi e le più recenti tecnologie sviluppate e messe a disposizione nei vari paesi del mondo”, ha spiegato Mauro Coatti, Head of Technical Support di Syngenta Italia.
Quattro, in particolare, gli strumenti disponibili: “Cropwise Sustainability offre strumenti per produzioni sostenibili nel massimo rispetto degli standard di mercato, Cropwise Imagery mette il potere delle immagini satellitari a sostegno delle colture, Cropwise Protector offre sistemi di monitoraggio e previsionali per una gestione ottimale delle colture, mentre Cropwise Seed Selector è lo strumento che aiuta nella scelta dell’ibrido di mais più adatto”.
“Il mais è una coltivazione che ha perso produttività: se 15 anni fa eravamo autosufficienti, oggi copriamo a stento il 5% del fabbisogno”, ha evidenziato Giulio Gavino Usai, Responsabile Area Economica di Assalzoo. “Le cause? Una PAC poco attenta, un’estensione delle aziende agricole troppo limitata per consentire economie di scala e la rinuncia alla ricerca scientifica. Se gli ogm sono stati un’occasione persa per dare competitività agli agricoltori, oggi una grandissima opportunità che non dobbiamo lasciarci sfuggire, anche nell’ottica di un’agricoltura sempre più rispettosa dell’ambiente, è quella delle TEA, ovvero le tecniche di evoluzione assistita, ultima frontiera del miglioramento genetico”.
“Una grandissima opportunità, anche nell’ottica di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, è quella delle TEA, ovvero le tecniche di evoluzione assistita”
Alla tavola rotonda organizzata da Syngenta sedevano anche i rappresentanti delle realtà regionali, che hanno messo l’accento sulle questioni più rilevanti a livello locale. Come l’urgenza di investimenti ed innovazione nell’utilizzo delle risorse idriche, condivisa sia dalla Lombardia che dall’Emilia Romagna: questo sarà uno dei temi cardine dell’agricoltura del futuro.
“Si stima che nei nostri territori quest’anno i danni dovuti alla siccità ammontino a 417 milioni di euro”, ha evidenziato Andrea Massari, Direttore Generale Agricoltura della Regione Lombardia. “Un altro aspetto di cui tener conto, tra gli altri, è quello della filiera di aggregazione: finora è stato dato molto sostegno alle piccole aziende, ma bisogna pensare anche a un percorso di accompagnamento verso una dimensione che permetta di stare sul mercato”.
“Oltre al problema energetico in continuo peggioramento, chiediamo di porre attenzione a due temi importanti, a livello locale ma anche nazionale: la regolamentazione sull’uso dei fitofarmaci, facendo anche squadra con gli altri Paesi europei, e quella sull’etichettatura dei prodotti alimentari”, ha aggiunto Teresa Maria Iolanda Schipani, Responsabile del Settore programmazione, sviluppo del territorio e sostenibilità delle produzioni della Regione Emilia-Romagna.
Verso la costruzione di un nuovo modello agricolo
Infine, il punto di vista degli agricoltori, espresso da Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura: “La politica agricola nazionale deve essere ben raccordata con quella delle diverse regioni: per esempio, le caratteristiche della coltivazione del riso sono le stesse ad Alessandria, Lodi o Piacenza: non ha senso avere pianificazioni diverse sulla carta”.
Il processo di cambiamento verso un nuovo modello agricolo va accompagnato non solo con limiti e divieti, ma anche con norme che possano favorire l’attività degli agricoltori: “Produrre di più, perché la popolazione mondiale aumenta, preservando al contempo le risorse naturali, è una sfida tutt’altro che semplice. Vanno quindi create le condizioni giuste, a partire dagli investimenti in attività scientifiche e di ricerca, per troppi anni trascurate. Oggi dobbiamo certamente prevedere la riduzione dell’uso di fitofarmaci, ma allo steso tempo bisogna investire tempestivamente sulle nuove opportunità offerte dall’agricoltura 4.0, così come dallo smart e precision farming”.
Foto in alto: Tom Fisk – Pexels