«La creator economy nel 2025 sta vivendo una fase di maturazione e trasformazione radicale. Quello che era iniziato come un fenomeno di partnership tra brand e influencer, oggi è diventato un ecosistema in cui i creator si affermano come veri e propri media owner, imprenditori, innovatori e figure centrali nella costruzione di fiducia e coinvolgimento verso il pubblico. Una dichiarazione, quella di Simone Pepino, CEO di Hoopygang e di StartupItalia, suffragata da dati che si palesano col tempo e che fanno il giro del mondo. Secondo Goldman Sachs il valore mondiale dell’economia dei creator potrebbe raggiungere i 480 miliardi di dollari entro il 2027, mentre alcune analisi stimano già oggi oltre 200 milioni di creator attivi a livello globale. Un dato che testimonia l’enorme potenziale economico e sociale della creator economy. Il business si aggira attorno ai 100 miliardi di dollari. L’Italia è il terzo Paese in Europa per numero di creator con una crescita del settore influencer marketing del +33% negli ultimi anni. «Ma a tendere la “coda lunga” dei creator si estenderà ulteriormente, segmentando bisogni, consumi, mercati. La filiera si allarga: non solo talenti digitali, ma anche agenzie, piattaforme di monetizzazione, tool SaaS, sviluppatori di tecnologie immersive e soluzioni legate a dati e performance marketing», precisa Pepino. La squadra che guida con Hoopygang ha lanciato da poco un nuovo servizio. Si chiama Relations.AI e consente alle aziende e ai creator di trovarsi. Sfruttando algoritmi proprietari di intelligenza artificiale la nuova piattaforma fa il miglior match, interrogando al meglio l’intelligenza artificiale. Si tratta di una funzionalità ulteriore di Relations, già cuore dell’approccio all’influencer marketing, Un sistema di gestione delle relazioni con gli influencer progettato per supportare le aziende e le agenzie media nella gestione delle attività di influencer marketing, dalla selezione dei talent all’analisi delle performance. Insomma, l’intelligenza artificiale diventa un co-pilota nella costruzione di campagne di influencer marketing efficaci e coinvolgenti. Ma non la sostituisce. Perché la tecnologia non lavora nella costruzione di avatar o fake creator, bensì nell’individuazione del migliore testimonial per ogni brand. «D’altronde mai come oggi per le aziende diventa strategico individuare quella figura che in rete e sui social possa maggiormente rappresentarla e raccontarla nelle proprie specificità. Perché per ogni brand – grande o piccolo che sia – c’è un creator online da associare. La necessità è scovarlo», dice Pepino.

Quanto contano le tecnologie quando parliamo di creator economy?
Le tecnologie immersive come la realtà aumentata (AR), la realtà virtuale (VR) e i wearable, insieme alle soluzioni di intelligenza artificiale, stanno accelerando l’evoluzione della creator economy. Questi strumenti permettono ai creator di proporre format interattivi, esperienze personalizzate e nuove modalità di engagement. Si va dai filtri AR ai virtual influencer, dalla produzione automatica di contenuti fino alle piattaforme di analisi predittiva dei dati per migliorare precisione e targeting nelle collaborazioni con i brand. La democratizzazione delle AI creative abbassa le barriere di ingresso, pur aumentando la competizione e la necessità di trovare una cifra stilistica unica.
Qual è il nuovo ruolo del creator?
Direi che da talent diventa impresa di nuova generazione. Perché il creator oggi è spesso un imprenditore che gestisce contenuti, community, vendite, partnership e proprietà intellettuale. Si parla sempre più di “creator-founder”, persone che costruiscono piattaforme editoriali, brand verticali, linee di prodotti o servizi e community intorno ai propri valori. Nell’ecosistema moderno il creator entra in filiere prima dominati dai grandi media, affermandosi come startupper che crea valore nella cultura, nell’intrattenimento, nell’education e nel commerce. L’attenzione non è più solo sulla viralità, ma sull’impatto durevole e sulla costruzione di relazioni durature con il pubblico.
Si parla spesso di fase 2 dell’AI per la creator economy.
La tecnologia libera tempo ed energie, consente di scalare la produzione e sperimentare nuovi linguaggi, ma rende anche fondamentale la capacità umana di sintesi, narrazione e visione. La differenza la faranno i creator che sapranno orchestrare queste innovazioni per creare contenuti autentici, di valore e distintivi, sfruttando l’AI come leva – e non come sostituto – della creatività
“La differenza la faranno i creator che sapranno orchestrare le innovazioni per creare contenuti autentici e distintivi, sfruttando l’AI come leva della creatività”

In questo sovraccarico di canali e format, come mantenere identità e qualità?
La gestione di una molteplicità di piattaforme, algoritmi e formati è oggi una delle sfide principali per i creator. Le strategie più diffuse comprendono la dversificazione consapevole dei contenuti, la costruzione di un’identità forte e riconoscibile oltre le piattaforme. La sincronizzazione e l’adattamento delle strategie ai canali prioritari. Ma ci sono anche l’utilizzo di tool e l’attenzione alla community per fidelizzare il pubblico attraverso proposte genuine.
Veniamo a Hoopygang e Relations AI.
È la nostra nuova piattaforma che integra intelligenza artificiale e dati proprietari per migliorare il matching tra brand e creator, valorizzando affinità valoriali e asset narrativi. Attraverso analisi predittive e insight personalizzati, consente di rendere misurabili, trasparenti e strategiche le collaborazioni, senza sacrificare autenticità e creatività. Il futuro dell’influencer marketing sarà data-driven e comunque sempre al contempo human-centered.
Il capitale narrativo resta un asset strategico?
Attribuire a ogni brand un creator significa riconoscere il valore strategico del racconto d’impresa e l’importanza di personalizzare la comunicazione verso le audience. Lavorare con creator permette alle aziende di umanizzare il messaggio, costruire trust e amplificare reach e performance attraverso la forza dei micro-publishing digitali. Ogni azienda può creare, gestire e difendere un capitale narrativo, affiancandosi a creator etici, coerenti e capaci di creare engagement autentico.
“Lavorare con creator permette alle aziende di umanizzare il messaggio, costruire trust e amplificare reach e performance attraverso la forza dei micro-publishing digitali”

Consigli ai giovani creator?
Innanzitutto investire su formazione tech e competenze digitali. Poi focalizzarsi su una nicchia, sviluppando una voce autentica e personale. E ancora, coltivare la community e le relazioni one-to-one oltre i numeri, sperimentare nuovi format, ma senza rincorrere tutte le mode. E poi guardare ai creator come imprenditori-cultura, generatori di impatto sociale, non solo intrattenitori.
Una missione sociale?
La creator economy può essere motore di impatto sociale e culturale: molti creator oggi divulgano temi sociali, culturali, scientifici e promuovono cause di valore grazie all’indipendenza data dalle piattaforme digitali.