I Paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, saranno duramente colpiti dal blocco del grano russo. Ecco le tecnologie e le startup nate per aiutare contadini ed agricoltori locali a produrre di più e meglio
Spinti da crisi vecchie e nuove, i prezzi dei generi alimentari stanno aumentando a un ritmo allarmante, con il rischio che, come accade di solito, a essere colpiti dallo shock siano soprattutto i più poveri. In particolare, l’emergenza grano causata dal conflitto tra Russia e Ucraina si sta ripercuotendo pesantemente sull’Africa, che importa il 40% del proprio fabbisogno da questi paesi, con picchi del 60% in Ruanda, Tanzania e Senegal e addirittura dell’80% in Egitto. Risultato: secondo il Programma alimentare mondiale (PAM) delle Nazioni Unite, più di 14 milioni di persone nel Corno d’Africa e 40 milioni in Africa Occidentale sono già sull’orlo della fame.
Il problema è aggravato dalla mancanza di fertilizzanti, di cui sempre Russia e Ucraina sono tra i principali esportatori, e dalla carenza di attrezzature e competenze specifiche da parte dei piccoli agricoltori locali, che spesso non riescono a produrre alimenti di qualità, da vendere a un buon prezzo sul mercato. Il loro potere contrattuale è limitato e i pochi guadagni ottenuti vanno spesi per la sopravvivenza.
Tecnologia per produrre di più e meglio
In questo scenario l’uso delle nuove tecnologie potrebbe offrire la soluzione per un’agricoltura più redditizia e remunerativa, che possa aiutare l’Africa ad aumentare la propria produzione interna, migliorandone anche il livello qualitativo.
A questo punta il progetto AICCRA (Accelerating Impacts of CGIAR Climate Research for Africa), finanziato dalla Banca Mondiale, che vuole rendere più accessibili i servizi di informazione sul cambiamento climatico e sull’agricoltura intelligente, spingendo gli agricoltori ad intraprendere azioni preventive, che supportino le comunità e l’ambiente.
Sms su eventi climatici e attacchi di parassiti
Numerose sono anche le startup, le associazioni e le aziende che si muovono nella stessa direzione, fornendo soluzioni differenziate per tipologia di intervento ed impegno economico necessario. Come l’inglese Climate Edge, attiva in Africa Orientale, fresca di un finanziamento da 500.000 dollari da parte di Regenerate Ventures.
I co-fondatori James Alden e Paul Baranowski hanno notato che nel Regno Unito gli agricoltori si affidano ad agronomi dedicati per le loro aziende agricole, che effettuano visite settimanali per monitorare l’attività e fornire informazioni utili per i processi decisionali. Mentre in Kenya, per esempio, questa possibilità praticamente non esiste. Il rapporto tra agronomi e agricoltori è 1:1000, di gran lunga inferiore alla raccomandazione di 1:400 da parte dell’Onu.
Dato che molti piccoli proprietari terrieri hanno un acceso limitato a Internet, perché gli abbonamenti sono troppo costosi, Climate Edge ha ideato un servizio di sms e risposte vocali interattive per fornire informazioni preziose su eventi atmosferici, condizioni del suolo, piani di fertilizzazione su misura, calendari delle colture, focolai di parassiti o variazioni dei prezzi di mercato. Inoltre, la startup fornisce agli istituti finanziari informazioni utili per valutare i profili di rischio degli agricoltori che hanno bisogno di fondi per investire. Finora ha collaborato con oltre 700 organizzazioni della filiera agricola in Kenya e Tanzania, fornendo sostegno a oltre 150.000 agricoltori.
L’Amazon degli agricoltori africani
Nell’Africa occidentale, dove si contano decine di milioni di piccole realtà agricole, è invece attiva la startup ghanese Farmerline, che si definisce “l’Amazon degli agricoltori africani”: collabora con aziende agroalimentari ed associazioni agricole per la fornitura di fertilizzanti e sementi di alta qualità, ma anche di trattori e mietitrebbie, oltre ad organizzare corsi di formazione gratuita sulle pratiche agricole rispettose del clima e garantire il supporto necessario per l’accesso ai mercati internazionali. Come? Combinando strumenti digitali con logistica, agenti sul campo, risorse agricole e partnership strategiche. Ad oggi, attraverso la piattaforma Mergdata, ha digitalizzato oltre un milione di agricoltori in 25 paesi.
Celle frigorifere a noleggio
Ogni anno il 45% della frutta e verdura prodotta nel mondo viene buttato: se nei paesi sviluppati il principale colpevole è lo spreco alimentare da parte del consumatore, nei mercati emergenti ciò è in gran parte dovuto alla mancanza delle infrastrutture necessarie per il trasporto di prodotti freschi. Per ridurre questo problema, che in Kenya arriva al 50%, la startup SokoFresh, fondata nel 2019 a Nairobi, offre alle aziende agricole un servizio di celle frigorifere mobili, abbinato ad una piattaforma di collegamento al mercato digitale, per favorire l’integrazione dei piccoli e medi agricoltori nella catena del commercio. Il modello di business “pay-as-you-store” offre ad agricoltori, commercianti ed esportatori l’opportunità di preservare la qualità dei propri prodotti, aumentando i profitti, ad un costo contenuto.
Droni contro l’eccesso di prodotti agrochimici
AMIntegrated Aerial ha invece progettato FiKapSy (abbreviazione di “Flying Knapsack System”), un accessorio da applicare ai droni per fornire agli agricoltori un’irrorazione precisa delle colture e raccogliere dati predittivi sulla resa. Una soluzione ideale per migliorare l’efficienza nell’applicazione degli agrofarmaci, riducendone il costo per l’azienda e diminuendo l’impatto ambientale, ma anche limitando l’esposizione a queste sostanze da parte dei bambini e delle donne che lavorano nei campi.
Irrigazione a energia solare
La kenyota Futurepump sviluppa tecnologie di irrigazione a energia solare: un’alternativa più economica, pulita e sostenibile rispetto alle costose ed inquinanti pompe che funzionano a benzina o diesel. La soluzione è pensata per i 500 milioni di piccoli agricoltori in tutto il mondo che possiedono una superficie di terra di uno o due acri. Dotati anche di serbatoio d’acqua per la raccolta dell’acqua piovana, gli irrigatori che possono facilmente spostare nella fattoria e la loro manutenzione è facile e intuitiva.
Deep learning per curare le piante
Oltre alla siccità, anche le malattie delle piante rappresentano una grave minaccia per la sicurezza alimentare, poiché riducono significativamente la resa delle colture e ne compromettono la qualità. Come fare? Se in passato ci si affidava all’esperienza umana, oggi si possono sfruttare alcune innovazioni nel campo dell’apprendimento automatico, come il deep learning e le reti neurali convoluzionali (CNN).
Ne è un esempio il progetto nato in Botswana, dall’idea di Tumo Kgosiyame e Kesego Mokgosi, fondatori di Project Anton. Come funziona? Gli agricoltori scattano un’immagine della malattia della pianta e la inviano tramite WhatsApp, Facebook Messenger, Twitter o MMS, senza dover scaricare app, in modo da rendere l’accesso il più agevole possibile. Le reti neurali la analizzano, utilizzando dati provenienti da fonti verificate sulle malattie, e rispondono con il nome della malattia e la raccomandazione di trattamento.
Assicurazione sull’indice meteorologico
Infine, la startup insurtech keniota Pula offre la possibilità di mettere al sicuro dalle calamità naturali il proprio raccolto e la propria azienda in modo veloce e poco costoso, affidandosi alla weather index insurance (assicurazione sull’indice meteorologico).
Questa copertura evita la necessità di dover verificare i sinistri, che può essere molto oneroso per gli assicuratori rispetto al basso valore delle colture assicurate: invece di basarsi sulle perdite dichiarate, i pagamenti dell’assicurazione sull’indice meteorologico vengono effettuati a tassi predeterminati dopo eventi oggettivamente verificabili, come periodi prolungati di scarse precipitazioni.
In questo caso, più che rivolgersi agli agricoltori direttamente, la startup lavora con le banche, che forniscono agli agricoltori prestiti con margini adatti a pagare anche l’assicurazione, e con i governi, che sono interessati a proteggere i loro agricoltori tramite programmi di sovvenzione.
Foto in alto: Astral Aerial