Colpi di cannone, cerimonie e campane: ecco cosa prevede la liturgia laica di elezione e nomina del Capo dello Stato
Oggi, alle ore 15, il Parlamento si riunirà in seduta comune nel tentativo di procedere con l’elezione successore di Sergio Mattarella, ovvero il tredicesimo Presidente della Repubblica. Chi volesse seguire online la diretta delle procedure di voto e dello spoglio potrà farlo al seguente link, commentando l’evento attraverso i nostri social.
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Potrebbe però volerci un po’ di tempo, soprattutto considerato che si terrà un’unica votazione al giorno e difficilmente avremo un nuovo Capo dello Stato prima che si abbassi la soglia del quorum. Stando ai precedenti, solo due dei dodici presidenti della Repubblica italiana sono stati eletti al primo scrutinio: Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi. In quel caso l’ex premier tecnico fu protagonista di una elezione da record: fu eletto solo in un’ora e 40 minuti.
Come avviene l’elezione del Presidente della Repubblica?
La Costituzione stabilisce che l’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo a scrutinio segreto, a maggioranza di due terzi dell’Assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta. L’art. 84 Cost. primo comma stabilisce che “Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici”.
Cosa succede dopo l’elezione del Capo dello Stato?
Terminato lo spoglio, se il quorum è stato raggiunto, avviene la proclamazione in Aula del nuovo Capo dello Stato da parte del presidente della Camera o del suo vice nel caso in cui l’eletto sia proprio il presidente dell’Assemblea di Montecitorio (due i precedenti: Giovanni Gronchi e Oscar Luigi Scalfaro). Quindi il presidente della Camera e quello del Senato si recano dall’eletto, comunicandogli l’avvenuta elezione e il verbale della seduta. Una volta eletto, il nuovo Presidente della Repubblica deve attendere che quello in carica esaurisca il proprio mandato. Sergio Mattarella esaurirà il proprio il prossimo 3 febbraio. Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi si dimisero anticipatamente. Al nuovo Capo dello Stato è concessa la facoltà di decidere quando insediarsi, in quel caso subentra la supplenza della Seconda carica dello Stato, il presidente del Senato.
La cerimonia di insediamento al Quirinale
Il segretario generale della Camera si reca nella residenza dell’eletto, che a bordo di un’auto della Presidenza della Repubblica raggiunge la Camera e passa oltre il picchetto d’onore dei Carabinieri. Dal momento in cui lascia la sua abitazione, la campana più grande di Montecitorio comincia a suonare: smetterà solo quando il nuovo presidente entrerà nell’atrio della Camera.
Si tratta di una campana particolare: nel bronzo, oltre alla stemma papalino (in epoca preunitaria segnalava l’inizio delle udienze dei tribunali pontifici) alle figure di Cristo e di Sant’Antonio c’è il motto “Onorate la giustizia voi che giudicate in terra”. Il presidente della Repubblica è infatti anche presidente del Consiglio superiore della magistratura ed è il primo magistrato d’Italia.
Quindi fa il suo ingresso nel palazzo accolto dai presidenti della Camera e del Senato. Dopo una breve sosta nella sala del Governo, l’eletto, accompagnato sempre dai presidenti dei due rami del Parlamento, attraversa il Transatlantico dove sono schierati gli assistenti parlamentari in alta uniforme ed entra in Aula, dove trova ad attenderlo senatori, deputati, delegati regionali, presidente del Consiglio e componenti del Governo.
L’emiciclo è ornato con drappi rossi e ventuno bandiere tricolore. Il Capo dello Stato eletto sale sul banco della presidenza di Monteciitorio e prende posto alla destra del presidente della Camera. Aperta la seduta, viene invitato a prestare giuramento e recita la formula: “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione”. Contemporaneamente dal Gianicolo. colle romano prospiciente la riva destra del Tevere, vengono sparate 21 salve di cannone e la campana di Montecitorio torna a suonare.
Il Presidente della Repubblica rivolge il suo messaggio al Parlamento. Terminato il discorso, raggiunge l’atrio di Montecitorio, dove trova ad attenderlo il presidente del Consiglio e il segretario generale del Quirinale. Quindi sulla piazza di Montecitorio riceve gli onori militari e si reca all’Altare della Patria, dove, accompagnato dal presidente del Consiglio, rende omaggio al Milite ignoto.
Dopo aver ricevuto il saluto del sindaco di Roma, il Presidente della Repubblica sale a bordo della Lancia Flaminia 335 decapottabile utilizzata per la prima volta da Giovanni Gronchi in occasione della visita in Italia della Regina Elisabetta II d’Inghilterra.
Le auto del Presidente
Fu realizzata da Pininfarina e denominata “335” per indicare la misura del passo in centimetri. Vennero realizzati 4 esemplari che furono battezzati con nomi propri di cavalli purosangue delle scuderie del Quirinale: Belfiore, Belmonte, Belvedere e Belsito. I primi tre dispongono di una capote in tela rigida, ripiegabile. Il quarto, invece, di una capote in tela, non apribile, sovrastante il posto di guida. Sui sedili della Lancia Flaminia 335 di Gronchi sedette John F. Kennedy in visita in Italia.
Ma la Lancia Flaminia 335 presidenziale, che ha appena spento sessanta candeline (traguardo ragguardevole per un’autovettura) non è stata la sola auto ad accompagnare i Capi dello Stato nelle sue visite ufficiali. A disposizione di De Nicola, nel primo periodo post bellico, quattro Fiat 2800 Torpedo decappottabili di rappresentanza, una Balilla a tre marce e un’Isotta Fraschini, a cui si aggiunsero le storiche Lancia Aurelia, l’Alfa Romeo 1900 e alcune Fiat Topolino Giardiniera con Einaudi.
Segni preferì un’Alfa Romeo 1900S, Saragat la Fiat 130 e le nuove Flaminia; Leone due Alfa Romeo 2500 blindate. Sandro Pertini si identificò con la Maserati, al cui interno richiese persino di inserire un ripiano porta pipe personalizzato. Scalfaro, Cossiga e Ciampi viaggiavano sulle Alfa Romeo 164 e sulle Lancia Thema, ma nel frattempo le scuderie del Quirinale avevano restaurato la Lancia Flaminia che ritornava così la vettura per le visite ufficiali. Con Mattarella si è arrivati a contare una flotta di 35 modelli tra cui le due Lancia Thesis blindate utilizzate per gli spostamenti del Presidente e una Thesis limousine a disposizione dei Capi di Stato di altri Paesi in visita in Italia.
I saluti dei Presidenti
Chiusa la breve parentesi sulle scuderie del Quirinale, riprendiamo con il nostro iter che ci porta al Colle, ormai dietro l’angolo. Scortato dai Corazzieri a Cavallo il neo Presidente della Repubblica raggiunge il palazzo del Quirinale: lì il suo predecessore, se ancora in vita, gli consegna la massima onorificenza della Repubblica: il collare di Gran Croce decorato di gran Cordone. Quindi avviene un caloroso e sentito scambio di saluti tra il Presidente della Repubblica uscente e quello subentrante. Il Quirinale ha un nuovo inquilino.