L’Unione Europea è tra due fuochi se si parla di dazi. Da una parte ci sono gli Stati Uniti: per trovare un accordo c’è tempo fino al 9 luglio, termine ultimo prima che il presidente Donald Trump imponga nuova tariffe su numerosi prodotti e verticali. Ma anche dalla Cina sono in arrivo imminenti complicazioni lato economico. Il Ministero del Commercio cinese ha emesso un provvedimento definitivo sull’inchiesta antidumping sul brandy proveniente dall’UE.

Perché a Pechino va di traverso il brandy europeo
Secondo Pechino sussiste un dumping di brandy importato dall’UE. L’industria nazionale del brandy sarebbe dunque minacciata da un danno sostanziale. Il 5 gennaio 2024, il Ministero del Commercio aveva avviato un’inchiesta antidumping sul brandy importato in contenitori di capacità inferiore a 200 litri provenienti dall’UE.
Sulla base dei risultati dell’indagine, il 29 agosto dello stesso anno l’autorità investigativa aveva poi emesso un provvedimento preliminare. Dopo il provvedimento preliminare, l’autorità investigativa ha proseguito l’indagine, che è ora conclusa.
Dazi contro il brandy UE: quanto costeranno alle imprese?
La Commissione tariffaria del Consiglio di Stato cinese ha deciso di istituire dazi antidumping, che vanno dal 27,3% al 34,9%, sul brandy importato dall’UE a partire dal 5 luglio 2025. Non saranno riscossi retroattivamente sul brandy importato dall’11 ottobre 2024 al 4 luglio 2025. Il periodo per l’imposizione di dazi è di 5 anni. Secondo l’annuncio, alcune aziende che hanno assunto impegni sui prezzi minimi sono risparmiate dalla tariffa più elevata, a meno che tali impegni non vengano violati.