Preparate, dedite al lavoro, competenti, talentuose, ma spesso faticano a ottenere un riconoscimento salariale e di carriera, soprattutto se madri. È questo l’identikit delle professioniste del tech che emerge dalla ricerca condotta da Milano-Bicocca con l’Associazione Women&Tech® ETS. Dall’analisi del sondaggio emerge che il 71% delle professioniste denunciano gap ancora esistenti. Scopriamo i risultati nel dettaglio.
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I risultati della ricerca sul gender gap
Dallo studio “Donne e Tecnologia: un’indagine quali-quantitativa” condotto dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca, tramite il Comitato Unico di Garanzia (CUG), in collaborazione con Women&Tech® ETS – Associazione Donne e Tecnologie, oltre il 71% delle intervistate afferma di avere percepito o esperito un trattamento salariale diverso rispetto ai colleghi. La ricerca ha coinvolto quasi 200 professioniste delle aziende associate a Women&Tech® ETS che sono impiegate per il 70% nel Settore Tech, nel nel 46,9% hanno un’età compresa tra i 30 e 45 anni e nel 62% dei casi sono laureate. In particolare, il 30% di loro è in possesso di un titolo di studio in discipline STEM e il 24,6% ha conseguito uno o più master. Il 53% è mamma e il 20% di queste è single. Dal sondaggio emerge come le lavoratrici madri full-time e le madri single esprimano maggiori difficoltà nel conciliare e armonizzare diverse sfere di vita e dichiarino maggiore fatica a godere di tempo libero. Significativo è il fatto che la quota di lavoratrici “a orario ridotto” presente all’interno del campione (10%) sia composta per il 90,5% da donne madri e che in questo gruppo non si registri la presenza di donne che ricoprono ruoli apicali. Inoltre, il 51,4% delle lavoratrici intervistate ha dichiarato che “spesso“ o “sempre” abbia percepito maggiori difficoltà, rispetto ai colleghi uomini, nell’ottenere credibilità e riconoscimento durante la propria carriera.
Come contrastare il gender gap
Sebbene il 37% delle donne dichiari una progressione di carriera negli ultimi 5 anni, il 19,5% del campione dichiara che il suo genere abbia spesso giocato un ruolo negativo nel vedersi accettare una possibilità di avanzamento a livello professionale. Tra le possibili misure a contrasto di questi gap, secondo il 71,6% delle intervistate, sarebbero necessarie misure a favore della conciliazione e del supporto alla genitorialità e il 40,2% suggerisce la promozione di collaborazioni e sinergie tra aziende ed enti formativi, scuole e università.