Il Politecnico, Londra, la passione per lo sport e la matematica che diventano impresa: la storia di Lorenzo Malanga e di Mercurius, la sua startup
La passione per il calcio e l’informatica trasformata in impresa e un algoritmo che promette di prevedere con certezza chi uscirà vincitore dal campo. E magari scommetterci. Ecco cosa c’è dietro Mercurius, la startup di Lorenzo Malanga, 23 anni, e Giovanni Tardini. L’idea (il robo-advisor delle scommesse) è nata al Politecnico di Torino, ma è in Inghilterra che è cresciuta. A Londra, per l’esattezza, la capitale dei bookmaker, dove i numeri si fanno davvero. «Si vince con i numeri, non con la fortuna» ci ha detto subito Lorenzo Malanga. Anche nel mondo delle scommesse.
L’algoritmo che pretende di fare meglio dei bookmakers
L’algoritmo di Mercurius analizza le statistiche di giocatori, gol, e strategie in campo. Poi calcola la “quota” della scommessa, cioè quanto, ad esempio, il Cesena è dato sul Genova o quanto dovrebbe essere dato. Il tutto in modo oggettivo. Come? Processando migliaia di dati e depurando i risultati dalle quote definite dai bookmaker,che sono influenzate da tanti fattori irrazionali. Come un robo-advisor, Mercurius aiuta a fare le scelte migliori, le più razionali aumentando così la possibilità di vincere di chi scommette. Oggi tutto questo non succede perché le quote non sono oggettive, ci sono infatti fattori emotivi, aspettative e molto altro. Insomma, è in grado di fare meglio dei bookmakers.
Mercurius diventa un caso all’Università di Torino
L’ algoritmo intelligente di Mercurius ha fatto parlare di sé anche a Torino, la città dove è nato. Tanto, da far scoppiare un caso all’interno dell’Università. Gli incubatori di Politecnico e Università infatti hanno un codice etico che vieta di «incubare» startup che trattano temi come il gioco d’azzardo. Così, quando Mercurius arriva seconda ad una startup competition, scattano i primi no. Ma anche un bel sì. Il dipartimento di Economia e Statistica dell’Ateneo, infatti decide di inserirla nel programma di tutoring del Business club: «Non mi sembra incentivi qualcosa di patologico – disse in quell’occasione Dario Peirone – più che stimolare a giocare, spinge, se non a vincere, a diminuire le perdite».
A Londra i primi 40 mila euro di scommesse
E’ a Londra che Mercurius cresce. Lorenzo che spiega come al lancio della versione beta sul sito hanno aderito diversi calciatori inglesi ed anche per questo è proprio a Londra che aprirà la sede di Mercurius. Un business in crescita e che già ha portato i primi guadagni: «Finora hanno puntato 40 mila euro, tra soldi veri e virtuali. E noi abbiamo preso il 20%» ha spiegato sempre Lorenzo Malanga. Un sistema simile alla Borsa dove le quotazioni non dipendono dall’economia reale ma dalla speculazione e che potrebbe essere usato non solo per le scommesse. «Potremmo anche essere utili agli allenatori, come nel film Moneyball, per scegliere i giocatori giusti» ha aggiunto alla fine.