Uno studio di Simbiosity in occasione di Seeds&Chips svela che su quasi 19mila società quasi 2mila si muovono nelle tecnologie per cibo e ambiente in senso allargato
Quanto pesano le startup agritech sul complesso delle giovani aziende italiane? Lo svela uno studio firmato dalla società di consulenza Simbiosity anticipato al Sole 24 Ore dal cofondatore Marco de Palma e realizzato in occasione di Seeds&Chips, il salone dell’innovazione nel campo del cibo in partenza oggi a Milano e in corso fino al 10 maggio. Fra gli ospiti grandi nomi fra cui Howard Schultz, capo di Starbucks, l’ex segretario di Stato americano John F. Kerry e Sam Kass, chef consigliere dell’ex presidente Obama. In programma anche un focus sull’acqua con il contest “WaterFirst!” in partnership con Unido, l’ufficio dell’Onu per lo sviluppo industriale nei mercati emergenti.
I numeri
Venendo ai numeri, l’agritech italiano rappresenterebbe per l’Italia il 10% delle startup e scaleup. Una su dieci, insomma, si occupa di agricoltura, cibo e sostenibilità in senso lato. Più o meno 1.890 imprese sul totale di 18.853. Il rapporto si distingue anche per un’altra novità: eleva, e di molto, il numero delle startup censite nel nostro Paese, sganciandosi enormemente dalle oltre 8mila iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese delle Camere di commercio, almeno alla fine del 2017. Insomma, sono in qualche modo “fuori” dal sistema lanciato nel 2012 dal ministero dello Sviluppo economico.
Il 10% lavora nell’agritech
“Abbiamo superato le 18mila startup censite – spiega de Palma al Sole – ampliando la platea delle imprese rispetto a quelle che si considerano per legge startup innovative. Abbiamo considerato le imprese fino a 20 dipendenti, con 10 anni di anzianità e con all’interno connotazioni hi-tech”. Il 10% appartiene dunque all’agrifood allargato, cioè con tecnologie che possono essere dedicate anche a coltivazioni, allevamenti e sostenibilità oltre che con prodotti e soluzioni specifiche. Al contrario, 617 sono quelle definite “agrifood core”, cioè espressamente dedicate alle soluzioni per quei settori.
Le regioni più forti: guida la Lombardia
Quest’ultime sono in forte crescita: +74% nel gito di un anno. Le regioni più forti in questo senso sono Lombardia (127), Emilia-Romagna (69) e Veneto (54). Al Nord, nel complesso, sono 322 startup, al Centro 128 e al Sud e Isole 167. Bene anche il Lazio (con l’8,1% del totale): questi quattro territori pesano quasi il 50% del comparto e si muovono appunto fra agritech, trasformazione, distribuzione, salute e educazione e sensibilizzazione.