Sistemi per allungare le vita ai prodotti freschi, superingredienti dagli scarti del caffè, vernici biologiche dai pomodori: ecco quali idee hanno convinto la sede italiana dell’agenzia dell’Onu per l’industria nei Paesi via di sviluppo
Per capire l’importanza del premio Idee innovative e tecnologie per l’agribusiness, assegnato nel corso di Seeds & Chips (sì, il grande evento a cui ha partecipato Barack Obama, il 9 maggio), bisogna anzitutto capire cos’è e cosa fa l’Unido, che l’ha promosso. Si tratta dell’Organizzazione delle Nazioni Unite dedicata allo sviluppo industriale per i Paesi in via di sviluppo e quelli con economie in transizione. L’obiettivo degli oltre 50 sedi nel mondo (il quartier generale è a Vienna) è sostenere progetti tecnologici avanzati, trovare finanziamenti, replicare buone pratiche per favorire uno sviluppo industriale sostenibile e la cooperazione internazionale tra le imprese. Oltre che agire di supporto agli enti istituzionali nazionali nelle loro missioni di cooperazione internazionale.
Il contest
Da qualche anno l’ufficio italiano di Unido organizza proprio con Seeds&Chips e con il Cnr un contest dedicato alle startup attive nel foodtech e nell’agritech. La strategia è molto pratica: individuare tecnologie ed idee innovative a livello globale nel settore, che possano migliorare le condizioni socio-economiche dei Paesi in cui l’agenzia dell’Onu è attiva in modo rapido ed effettivo. Pochi progetti e prototipi, insomma, ma idee da sviluppare nel giro di poco tempo.
I vincitori
Sono stati 330 i partecipanti da oltre 80 Paesi. Cinque i premiati nelle categorie Assoluti, Donne e Under 35. Per la prima ha vinto Yarok, una startup israeliana che ha sviluppato un sistema rapido di test microbiologici per l’industria alimentare del fresco finalizzati a proteggere i consumatori da batteri pericolosi, come E.coli, listeria e salmonella, nonché a facilitare l’accesso dei produttori ai mercati mondiali. Poi Evaptainers, giovane azienda statunitense con soluzioni per la catena del freddo per la conservazione dei beni alimentari, e Coffee Flour, sempre dagli Usa, con attenzione agli scarti del caffè per realizzare un “super ingrediente” con molteplici utilizzi in ambito culinario.
Per la categoria Under 35, invece, ha vinto la trentina Green Code col suo progetto Demetra: un trattamento naturale post raccolta volto ad allungare l’autonomia sullo scaffale del prodotto fresco che, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, non riesce ad approdare a mercati e negozi in buono stato.
Per la categoria Donne, invece, il premio è andato al Biocopac Plus sviluppato dal Ssica, la Stazione sperimentale industria conserve alimentari di Parma per il progetto su un prodotto estremamente diffuso e consumato nel mondo, il pomodoro. La tecnologia premiata propone di realizzare dagli scarti una vernice metallica biologica per l’industria degli imballaggi, con vantaggi igienico-sanitari e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
La food innovation nei Paesi in via di sviluppo
«L’impatto della food innovation sui Paesi in via di sviluppo è uno dei temi che sta più a cuore a Seeds&Chips. Come ha detto Kerry Kennedy è così che siamo parte della soluzione, per un futuro davvero migliore – ha commentato Marco Gualtieri, ideatore e chairman di Seeds&Chips – per questo il nostro impegno è quello di non solo allargare l’attenzione per l’edizione 2018 ma di adoperarci in eventi e iniziative strumentali al supporto e allo sviluppo delle soluzioni e degli attori, senza interruzione di continuità».
Infine, due menzioni d’onore a due realtà internazionali: Progetto Ricult di Usman Javaid che supporta l’accesso al credito di piccoli agricoltori ed Electrap, sviluppato da Luigi Porcella, che propone una soluzione ecocompatibile e senza utilizzo di pesticidi per la salvaguardia dal punteruolo rosso delle palme da dattero, cocco, olio e decorative, molto diffuse a livello mondiale in particolare nei Paesi Arabi.
«Come Nazioni Unite, Unido Itpo Italy persegue l’obbligo morale di supportare processi innovativi a beneficio dei paesi in via di sviluppo nel settore che maggiormente contribuisce alla loro società – ha commentato Diana Battaggia, direttrice di Unido Itpo Italy – anche per questo abbiamo speso tanto impegno nell’organizzazione dell’International Award on Agribusiness».