Prima riunione al MISE per i team di esperti selezionati dal Governo, che dovranno definire le strategie nazionali in tema di Blockchain e Intelligenza Artificiale. Ecco come è andata
Si sono incontrati, per la prima volta, presso il Salone degli Arazzi del Ministero dello Sviluppo Economico i due gruppi di esperti selezionati dal Governo per definire le strategie nazionali in tema di Blockchain e Intelligenza Artificiale, che verranno inviate alla Commissione Europea nei prossimi mesi. Un primo passo, per conoscersi e gettare le basi per quello che sarà il lavoro che vedrà impegnati studiosi, ricercatori, informatici, avvocati e professionisti impegnati in diversi modi nel settore.
Come già affermato in diverse uscite pubbliche dal ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio infatti, l’Italia vuole puntare sulle sue menti migliori per raggiungere una crescita importante dal punto di vista tecnologico, al pari delle grandi potenze europee.
Ma le riunioni di insediamento sono state soprattutto un’occasione per discutere delle componenti tecnologiche, finanziarie, economiche, culturali, psicologiche e politiche di questa trasformazione che andrà inesorabilmente a colpire l’economia e la vita di singoli e comunità. E del ruolo del regolatore pubblico, che deve indirizzare le forze in campo e il lavoro di questi professionisti qualificati, per intervenire concretamente a beneficio dello sviluppo e del benessere della collettività.
I lavori sono stati presieduti dal Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all’Industria Andrea Cioffi e dal Consigliere giuridico del Ministro Luigi Di Maio su Telecomunicazioni e Innovazione digitale, Marco Bellezza. “L’Italia punta ad avere un ruolo di avanguardia in Europa su settori strategici come Intelligenza Artificiale e tecnologie Blockchain – ha dichiarato il Sottosegretario Cioffi -. Il nostro contributo, dal punto di vista culturale e scientifico, può essere davvero determinante”.
Ospitare il laboratorio UE su Intelligenza Artificiale
Si inizia in mattinata con la riunione del gruppo di esperti in Intelligenza Artificiale. Tanti i volti noti – che spaziano dall’informatica al diritto, passando per il settore economico – che si sono presentati e hanno dato ognuno degli spunti sulla base delle proprie esperienze e peculiarità. Tra gli altri, si scorgono il direttore dei laboratori software IBM Italia ed esperto di IA Walter Aglietti, Giorgio Metta, vice Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Barbara Caputi, professore Ordinario presso il Politecnico di Torino. E ancora, il professore di Statistica e Data Science all’Università di Pavia e Direttore del laboratorio Fintech dell’Università di Pavia Paolo Giudici, Andrea Renda, titolare della Cattedra “Google” di Innovazione Digitale presso il Collegio d’Europa di Bruges e Giuseppe Attardi, professore ordinario presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, dove insegna e svolge ricerca in IA.
“È una grande sfida”, spiega ancora Cioffi. Del resto, per la politica si tratta di affrontare un insieme di materie al contempo delicate e, per importanti aspetti, finora trascurate. Ma secondo il sottosegretario, “l’Italia può avere un ruolo di traino all’interno dell’Unione Europea”. Primo obiettivo: ospitare il laboratorio UE sull’Intelligenza Artificiale. Un’Intelligenza Artificiale che sia human centered: l’uomo o meglio il cittadino e i sui diritti, nella visione di Cioffi, devono essere al centro del lavoro del team sull’IA. “Siamo stati i primi, del resto, a supportare formalmente il Claire-AI, iniziativa che nasce dalla volontà dei ricercatori delle università europee di confederarsi per creare un laboratorio europeo sull’Intelligenza Artificiale sul modello del CERN”, ha spiegato.
Nel corso della riunione poi, sono stati delineati obiettivi, agenda e metodo di lavoro. I pilastri sono tre: riuscire ad attrarre investimenti (e come utilizzarli), come utilizzare la tecnologia per rispondere alle sfide socio-economiche e definire dei principi etici nell’utilizzo della tecnologia. Non solo. Tra gli altri aspetti citati, rilevante il ruolo assegnato al sostegno e la valorizzazione della ricerca e della formazione, al passaggio dal laboratorio al mercato, alla definizione di una cornice normativa e al miglioramento dei servizi pubblici attraverso l’IA.
L’Italia punta forte sulla blockchain
Diversi i nomi di spicco anche tra gli esperti in campo di registri distribuiti e blockchain, da Marcella Atzori, tra i maggiori esperti internazionali di blockchain governance a Massimo Chiriatti, tra i creatori del Manifesto #BlockchainItalia. Ci sono anche Vincenzo Di Nicola, co-founder della startup Conio, Stefano Epifani presidente del Digital Transformation Institute e Lorenzo Giustozzi, presidente dell’Associazione BlockchainEdu.
L’Italia sembra puntare molto su Blockchain e registri distribuiti: dopo la firma della Blockchain partnership europea e la sottoscrizione della dichiarazione sullo sviluppo della Blockchain nell’ambito del MED7, siamo oggi tra i 7 Paesi del Sud Europa chiamati a coordinarsi per sperimentare l’utilizzo questa e altre tecnologie emergenti, come 5G, Internet delle cose e Intelligenza Artificiale. Al Ministero dello Sviluppo Economico sono già partite sperimentazioni basate sulla tecnologia blockchain per la certificazione e la tutela del Made in Italy e più di una volta il Movimento 5 Stelle ha sostenuto la volontà di passare al più presto al voto elettronico sul modello di Estonia e Norvegia, garantito dalla tecnologia della blockchain. Le opportunità offerte da questa tecnologia sono tantissime, perché il grande vantaggio della blockchain è l’interoperabilità che può portare a una vera democrazia dei processi, anche economici, in totale sicurezza.
Prossimo incontro a febbraio
Dal punto di vista del sottosegretario Cioffi, “la blockchain può essere l’applicazione tecnologica dell’articolo 118 della costituzione, relativo alla sussidiarietà orizzontale”. Ma c’è bisogno di una strategia nazionale che definisca come utilizzare la blockchain e le varie filiere dove poterla sfruttare, seguendo le best practices internazionali e le migliori esperienze italiane nel settore privato e pubblico.
Anche nel caso della blockchain si prevede di incentivare ricerca e sperimentazione e di costruire una cornice giuridica di riferimento. “L’Europa – ha concluso Cioffi – deve avere un approccio unitario e compatto, se vuole imporsi in modo efficace e alternativo rispetto ai giganti Usa e Cina. L’Italia siederà al tavolo sullo stesso piano degli altri Paesi dell’Unione e farà sentire la propria voce”. Per farlo però, ci sarà bisogno di mettere al servizio degli altri paesi dell’Unione le nostre competenze in materia e di lavorare insieme agli altri Paesi europei.
Per assicurare trasparenza e poter beneficiare della massima condivisione e del contributo dell’intera comunità di interesse, le strategie nazionali su Intelligenza artificiale e blockchain, una volta elaborate, saranno poi sottoposte a consultazione pubblica.
Compito del team di esperti che dovrà “evitare di essere elitario – spiega Cioffi – è mettere a disposizione di tutti le cose che sa fare”. La speranza è riuscire a fare quello che spesso in passato ci è riuscito (e bene): insegnare a tutti cos’è la creatività e l’innovazione italiana. Il percorso è appena stato avviato e ci sarà tempo per capire se sapremo riuscirci: intanto il prossimo incontro dei due gruppi di lavoro è fissato per venerdì 8 febbraio.