Il guanto di sfida è stato lanciato. Amazon spera in futuro di battere PayPal con Amazon Payments e aumenta i vantaggi per chi utilizza il suo servizio di pagamento. Come? Con un programma di supporto e benefit, Amazon Payments Global Partner (GPP). E con questo programma Amazon mette nel mirino anche Visa e Apple Pay e altri servizi innovativi come Stripe e WePay. Con il lancio di Amazon Payments Global Partner Program, Jeff Bezos vuole aiutare le piattaforme di e-commerce a scegliere Amazon Payments e capire come integrarlo in modo veloce.
I vantaggi di “Pay with Amazon”
Lanciato nel 2013, il servizio di payment made in Amazon è cresciuto molto velocemente. Secondo le stime della stessa Amazon, il volume delle transazioni è incrementato del 150% rispetto all’anno precedente, come sono aumentati gli store che lo usano, del 200%. Anche se la multinazionale dell’eCommerce non ha divulgato numeri più precisi per verificarlo.
Ciò premesso, l’idea alla base del servizio è interessante: chi fa shopping online su una piattaforma terza non deve più registrarsi. Clicca sull’icona “Pay with Amazon”, inserisci i dati del suo account Amazon, e può così fare acquisti usando il servizio. Una procedura di “checkout”, così si chiama la fase delicata che precede la chiusura di una trattativa online, che può aumentare i tassi di conversione e le vendite.
Cos’è l’Amazon Payments GPP?
Alcuni big dell’e-commerce hanno già aderito (Shopify, PrestaShop, Future Shop) sono alcuni esempi di piattaforme che hanno scelto di integrare il servizio di pagamento al loro interno. Per catturare sempre più interesse, Bezos scommette su un programma che spiega ai partecipanti come usare velocemente e da subito Amazon Payments, offrendo tutta una serie di vantaggi, formazione, servizi (contabilità, newsletter) e iniziative di comarketing. Per ora possono aderire store in USA, Giappone, UK e Germania.
L’arte del “pivottare” secondo Amazon
Amazon ha 285 milioni di account registrati. Di questi 23 milioni hanno usato il loro account per fare acquisti su siti esterni alla piattaforma, negli ultimi 2 anni. In quest’ottica l’integrazione del servizio di pagamento potrebbe rappresentare una seria minaccia ai competitor, che tuttavia sono molto agguerriti. Solo su PayPal nel 2015 sono transitati 282 miliardi di dollari.