La scarsa propensione degli italiani a fare acquisti tramite carta di credito è nota: anche quando si parla di acquisti e ordini online l’86% delle transazioni è fatto ancora in contante! (Dati Doxa e Osservatorio Polimi). Soddisfare il bisogno degli utenti di utilizzare lo strumento preferito, monete e banconote, e anche via Internet significa di fatto conquistare un’importante fetta di mercato in termini di clientela: quella tradizionalmente più restia a darsi all’e-commerce. Così Amazon ha pensato a un’iniziativa che consente di pagare i beni acquistati online anche in contanti e senza disporre di una carta di credito.
Il pagamento nei punti Lottomatica
Funziona tutto con buoni di acquisto (o regalo) disponibili nei punti Lottomatica (LIS Carica), quindi praticamente in 23mila ricevitorie abilitate. La nota ufficiale riferisce che sono acquistabili tagli da 10, 25, 50, 100 euro. Grazie all’accordo con Lottomatica sarà sufficiente recarsi in una ricevitoria LIS CARICA abilitata e richiedere un codice acquisto Amazon. Al momento del pagamento in contanti verrà rilasciato lo scontrino su cui sarà stampato il codice da utilizzare.
In seguito il codice di acquisto Amazon potrà essere digitato sulla pagina www.amazon.it/utilizzare-codice-regalo (incrementando il proprio credito personale) oppure direttamente nel box specifico in fase di acquisto. Le uniche limitazioni sono legate alla validità del buono per massimo 10 anni e alla sua spendibilità sul solo sito italiano; ovviamente non è consentita la loro ricarica, rivendita o conversione in denaro.
E’ un passo indietro per i pagamenti online?
L’iniziativa è senz’altro interessante, la domanda da porsi (da italiani) è: passo avanti o passo indietro in tema di innovazione dei pagamenti? Ormai sappiamo che il nostro paese è sempre più attento ai nuovi sistemi di pagamento digitali: un italiano su dieci ha acquistato via smartphone un biglietto per l’aereo, il treno o la nave. Tuttavia persiste la diffidenza verso l’utilizzo delle carte di credito e la propensione a utilizzare il contante. I due aspetti potrebbero sembrare in contraddizione ma lo sono meno se analizzati in una diversa chiave di lettura.
A fare la differenza per le transazioni online è proprio lo strumento utilizzato al momento dell’acquisto: nei casi d’innovazione che stiamo vedendo in questi mesi di fatto le carte di pagamento diventano nel caso di acquisto con smartphone e tablet uno strumento sottostante che l’utente non vede al momento della transazione e che quasi non ha la percezione di utilizzare (tra l’altro non sempre necessario in alcune soluzioni tecniche). Il tanto amato dispositivo mobile può così essere il driver fondamentale, il grimaldello per indebolire le tradizionali (o anche le più recenti) soluzioni di pagamento “cash-centriche”. Non sorprende che ci si attenda uno forte crescita in ambito e/m Commerce proveniente proprio dal Mobile nel 2015/2016. Secondo i dati della ricerca, svolta in collaborazione con Doxa, e presentata in occasione del convegno Mobile payment & commerce: un ponte tra il mondo fisico e il mondo digitale del Politecnico di Milano, ben il 72% degli utenti è interessato ai mobile wallet che promettono di trasformare il cellulare in un portafoglio digitale con carte di credito, tessere fedeltà e biglietti dei mezzi pubblici. Il cosiddetto New digital payment – che raggruppa e-commerce, e-payment, mobile commerce, mobile payment (remote e Pproximity) e pagamenti elettronici su mobile POS – a fine 2013 ha raggiunto un valore di transato di circa 15 miliardi di euro e triplicherà nei prossimi tre anni spinto soprattutto dalla crescita del mobile. Telco, banche e over the pop stanno sviluppando approcci diversi per sfruttare l’opportunità e offrire servizi all’altezza delle aspettative dei loro clienti (l’ultima in ordine di tempo è Apple). Nel frattempo, sono circa 190 le startup finanziate in questi ambiti a livello internazionale nel 2013. Il 2014 metterà a frutto il lavoro svolto e si vedranno i primi servizi che gli italiani potranno iniziare ad utilizzare e noi avremo sempre meno scuse per utilizzare quel contante a cui siamo tanto “affezionati”.