Non si conoscono ancora i “limiti” entro i quali opererà, ma è stata lanciata ufficialmente una nuova task force investigativa su bitcoin e valute digitali composta da Europol, l’agenzia finalizzata alla lotta al crimine all’interno della Ue, Interpol, l’organismo internazionale che promuove la cooperazione tra le forze di polizia degli Stati e il Basel Institute, organizzazione no-profit che si occupa di denunciare episodi di corruzione e crimini finanziari: «Le criptomonete hanno già trasformato il modo in cui il mondo criminale opera. Ci sono prove che le valute digitali siano implicate in episodi di riciclaggio e finanziamento di organizzazioni terroristiche», si legge sul comunicato sul sito ufficiale di Europol.
Cosa prevede l’accordo
Il comunicato di Europol, Interpol e il Basel Institute, cita un numero di casi limitato in cui sono emersi legami tra le valute digitali, casi di riciclaggio e finanziamento di attività terroristiche, anche se non svela di quali si tratta. Proprio queste minacce hanno fatto nascere l’esigenza di una cooperazione tra i tre organismi che lavorerà essenzialmente su tre obiettivi:
1. Raccogliere, analizzare e scambiare informazioni sull’uso delle monete digitali come mezzo per riciclare denaro e finanziare gruppi terroristici;
2. Organizzare workshop e meeting annuali diretti alle forze di polizia per aumentare le loro competenze nel campo e offrire strumenti per indagare sui crimini nei quali le valute virtuali sono coinvolte;
3. Comporre una rete di esperti nel campo che creino delle procedure utili per affrontare il fenomeno, offrendo assistenza e consigli al gruppo di lavoro.
A proposito di Isis e terroristi che usano bitcoin
Sul presunto rapporto tra bitcoin e organizzazioni terroristiche sono stati realizzati alcuni report negli ultimi anni. Trai vari, meritano menzione due in particolare, selezionati anche da Cryptocoinnews.com. Il primo è frutto di un lavoro di analisi svolto da Europol in seguito agli attacchi terroristici che hanno colpito Parigi nel novembre del 2015. L’altro, dello stesso anno, appartiene al Dipartimento del Tesoro britannico. Entrambi i report non sono tuttavia riusciti ad accertare dei legami tra bitcoin e le altre monete virtuali con i gruppi terroristici come Isis e affini. «Malgrado terze parti abbiano evidenziato l’uso di valute anonime come i bitcoin per finanziare i terroristi e le loro attività, non ci sono a oggi conferme da parte delle ricerche effettuate dalle forze di polizia» è scritto nel report di Europol che sottolinea che “le fonti di finanziamento delle cellule dell’Isis operative in Europa, sono in gran parte sconosciute”.
Le monete digitali arrivano sul tavolo del Parlamento Europeo
In vero, la questione interessa anche politici e regolatori. Il Parlamento Europeo, infatti, aveva già votato una risoluzione per creare una task force con lo scopo di comprendere le opportunità e i rischi delle monete digitali. L’unità operativa, posta sotto la supervisione della Commissione, dovrebbe «monitorare attivamente l’evoluzione della tecnologia e, in caso di necessità, avanzare proposte tempestive per una regolamentazione specifica», come spiegato all’Ansa dal relatore del provvedimento, il tedesco Jakob von Weizsäcker del gruppo S&D.
Bisognerà capire come saranno “armonizzate” le attività di analisi e prevenzione di Europol e Interpol con quelle intraprese dalla Ue.
Aldo V. Pecora
@aldopecora