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Con opportuna cautela, il progetto che introduce la blockchain nei processi interbancari è entrato nella fase di pre-produzione. Spunta Banca Project lanciato da Abi Lab, Associazione Bancaria Italiana, circa un anno fa con il coinvolgimento di 14 banche, oggi riguarda 18 realtà, ovvero il 78% dei dipendenti totali del mercato italiano.

Premettiamo che il progetto riguarda solo il cosiddetto processo di spunta interbancaria. Si tratta del processo di verifica di una attività che interessa due banche diverse come, per esempio, le operazioni effettuate tra due clienti appartenenti a due enti distinti.

Il processo, dunque, rimarrebbe totalmente trasparente e non richiederebbe nessun cambiamento nell’utilizzo, per esempio, dell’home banking, ma, grazie alla piattaforma blockchain, garantirebbe più velocità e soprattutto più sicurezza.

blockchain and banks

La blockchain per accorgersi subito se i conti tornano

Utilizzando una piattaforma blockchain, infatti, i dipendenti degli enti bancari coinvolti si accorgeranno subito se qualcosa non va, banalmente se i valori delle transazioni non corrispondono. Così, ci si accorgerebbe più velocemente di eventuali errori o anomalie e si migliorerebbe decisamente un processo che oggi dipende ancora troppo dall’uomo.

Il progetto Spunta Banca Project lanciato dal Centro di ricerca e innovazione per la banca ha coinvolto NTT Data e Sia, in qualità di partner tecnici e utilizza la piattaforma Corda di R3.

Corda di R3 sfrutta la Distributed Ledger Technology ed è stata ideata appositamente per i servizi finanziari. Oltre a validare lo scambio di informazioni, la piattaforma prevede, previa la dovuta personalizzazione, altre utili funzionalità come la creazione di report per i revisori e un fondamentale algoritmo di matching per la verifica delle informazioni circolanti.

Una piattaforma blockchain senza controindicazioni

La tecnologia Distributed Ledger Technology (Dlt) è stata creata per evitare le obiezioni classiche alle piattaforme blockchain. In primo luogo, non è previsto il tanto odiato mining, l’attività di calcolo alla base delle criptovalute necessaria per la validazione dei nodi della blockchain, che richiede un utilizzo esagerato delle risorse computazionali.

Nel caso di una blockchain utilizzata da enti bancari, non si avrebbe bisogno della validazione visto che gli attori sono solo sistemi ben noti e protetti e che le transazioni circolano su una rete privata.

Prima di rilasciare lo strumento definitivo, Abi Lab ha la necessità di verificare robustezza e comportamento della piattaforma, simulandone il comportamento all’interno dell’intero settore bancario italiano nell’arco di 365 giorni.

Che si dice della blockchain?

Secondo i dati di un rapporto realizzato dal Word Economic Forum, entro il 2027 il 10% del Pil del mondo circolerà in piattaforme blockchain. Gli investimenti dei Venture Capitalist nelle startup che si occupano di blockchain, invece, hanno già superato il miliardo di dollari all’anno e solo IBM impiega sulla tecnologia un migliaio di persone e ha messo sul tavolo 200 milioni di dollari.