Sta aprendo vicino a New York Bowery, la vertical farm più tecnologica del Pianeta. “Sarà cento volte più efficiente dell’agricoltura tradizionale”
Se nell’agricoltura tradizionale sono il terreno e le piante il cuore pulsante di una azienda agricola, dentro gli impianti di Bowery è il software a fare la differenza. Lo scorso maggio la startup di New York ha chiuso un round portando a casa 20 milioni di dollari da investitori come General Catalyst, GGV e Google Venture. Soldi che ora serviranno a costruire una vertical farm a Kearny, New Jersey, a due passi dalla Grande Mela.
Per i fondatori, Irving Fain, David Golden e Brian Falther, l’elemento rivoluzionario di Bowery é la sua precisione. All’interno di un magazzino chiuso, dove temperatura e luce vengono controllati automaticamente, migliaia di sensori monitorano costantemente la crescita delle piante e un software decide, in maniera completamente autonoma, come intervenire per ottimizzare la produzione. Più o meno acqua, nutrienti, calore e così via.
Bowery affida tutta la produzione ad un software proprietario
Secondo Bowery questa vertical farm produrrà trenta volte più insalate ed erbe aromatiche rispetto alla sorella costruita precedentemente a poca distanza. E’ sara cento volte più efficiente dell’agricoltura tradizionale. I prodotti verranno poi venduti nell’area di New York a ristoranti e supermercati come Whole Foods e Foragers.
Poche settimane fa il National Organic Standards Board ha votato a favore della richiesta di considerare biologiche anche le produzioni ‘fuori suolo’, quelle cioè che non prevedono che la pianta cresca nel terreno. Per Irving Fain, tra i fondatori di Bowery, questo però non ha senso. “Noi stiamo producendo verdure post-biologiche. E’ la nuova evoluzione. Il biologico utilizza in ogni caso pesticidi, cosa che invece noi non facciamo. E abbiamo anche un uso più efficiente di acqua e nutrienti“.
Bowery utilizza la robotica, il machine learning, l’analisi predittiva per ottimizzare le produzioni agricole. Un software gestirà tutta la struttura e calibrerà ogni variabile per ottenere il massimo. Il nodo da sciogliere è se, una volta a regime, questa fattoria verticale sarà in grado di generare utili. Il fatto é che ad oggi la sostenibilità economica delle vertical farm non é raggiungibile visto che i costi di produzione sono troppo elevati.
Resta il nodo della sostenibilità economica
E’ vero, si produce di più per metro quadro e non si utilizzano agrofarmaci, ma la struttura ha dei costi di gestione che sono enormi, a meno che il consumatore non sia disposto a spendere di più per un prodotto cresciuto in una vertical farm. “Stiamo assistendo ad una forte domande interna e internazionale per prodotti di qualità cresciuti localmente”, ha spiega Fain. “Noi produciamo in maniera sostenibile e in loco, vendendo direttamente ai negozi”.
Un elemento di rottura verso i competitori é sicuramente nella comunicazione. Bowery non vuole essere percepita come una fattoria-laboratorio tutta sensori e fibre ottiche. Per questo sul sito, ad esempio, non ci sono immagini degli impianti. Ma mamme e bambini sorridenti e disegni molto ‘naturali’.