Imprenditore, manager, cofounder di Moneyfarm, Paolo Galvani ha lavorato in IMI Bank, Morgan Stanley ed è ex CEO di Sella Capital Management . “Sardex è una piattaforma interessante dal punto di vista dell’interazione delle aziende come modello operativo”
Il nuovo presidente di Sardex s.p.a è Paolo Galvani. Co-fondatore e presidente di Moneyfarm, Galvani è un imprenditore e manager dalla solida esperienza nella gestione del risparmio. Ha lavorato in IMI Bank, Morgan Stanley ed è ex CEO di Sella Capital Management. Succede nel ruolo a Carlo Mannoni, attuale direttore generale della Fondazione di Sardegna, che rimane nel board di Sardex. Il CEO di Sardex, fondata nel 2011, resta Marco De Guzzis. Con Sardexpay, la società nata a Cagliari ha messo in piedi il primo circuito di credito commerciale in Italia ed è player europeo nel campo delle monete complementari. La società vede il coinvolgimento di investitori istituzionali come Cdp Venture Capital, Fondazione di Sardegna, Primomiglio Sgr, Innogest, Banca Etica e Fabrick. Abbiamo intercettato il nuovo presidente Galvani per farci spiegare come intende supportare l’azienda e quali saranno i prossimi obiettivi.
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Presidente Galvani, che cosa lo ha spinto ad accettare il nuovo ruolo in Sardex s.p.a?
Sono impegnato da anni nel Fintech in forme diverse: ho iniziato nel 2008 con i servizi finanziari, poi Moneyfarm, che continua a essere la realtà a cui ho dedicato la maggior parte del tempo. Poi ho iniziato a ridimensionare il mio ruolo operativo con advisor, board e CDA. In quest’ottica nasce la relazione con Sardex e la mia idea è quella di portare contributo ed esperienza al progetto. In particolare, Sardex è una piattaforma interessante dal punto di vista dell’interazione delle aziende come modello operativo.
Da quando è ufficialmente presidente di Sardex?
Sono presidente del CDA da fine dicembre e la mia mission è quella di dare supporto al CEO e agli azionisti, in cui nutro una profonda fiducia, dopo che l’ex presidente Mannoni mi ha passato il testimone.
Quale è la sua prospettiva?
Sardex rappresenta un punto di equilibrio per la costruzione di un modello complementare a quello tradizionale per la transazione tra prodotti e servizi che, da un lato, interagisce nella piattaforma e dall’altro apporta una serie di benefici economici a chi fa parte del network. Benefici che possono, però, diventare un elemento discriminante. La mia sensazione è che Sardex sia partita con una forte vocazione in termini di community e circuito ma, al contempo, si sono affiancati una serie di aspetti economici e di business su cui si potrebbe lavorare. Sono entrato in un momento in cui si sta innovando traendo vantaggio da tutti gli sforzi che questo team ha fatto in passato e dal grande network che è riuscito a costruirsi attorno.
Cosa significa, per lei, fare innovazione nel territorio sardo?
Moneyfarm ha una delle 3 sedi in Sardegna, a Cagliari, e in questi anni ho avuto modo di entrare in contatto con l’ecosistema sardo. Non mi ha sorpreso il fatto che Cagliari sia un interessante incubatore d’innovazione. Ci sono una serie di componenti molto efficienti e valoriali: un network e una lunga esperienza in ambito tecnologico. Le ricadute a livello imprenditoriale coinvolgono le Università e i centri di ricerca. Questo fa sì che Cagliari sia sia piazza molto interessante a livello internazionale. Per contro, la logistica, la distanza e la mobilità sono, senz’altro, i settori in cui si deve investire per migliorare. Settori che, allo stesso tempo, possono essere dei punti di forza per la creazione di un ecosistema ancora più strutturato.