Applicazioni dal food alla farmaceutica per la tecnologia sviluppata in Italia che mira a rivoluzionare il segmento del controllo qualità
Controllare la qualità dei prodotti alimentari in pochi millisecondi grazie ai raggi X: XNext, scaleup italiana, promette di rivoluzionare l’industria, e non solo quella del food. L’azienda ha vinto da poche settimane la seconda edizione del premio Innovators , organizzato da WPP, Triennale e Associazione Amici della Triennale.
Vediamo più da vicino cosa vuol fare e dove vuole arrivare questa azienda capace di combinare fotonica, microelettronica e intelligenza artificiale.
Un incontro frutto del caso: l’idea nasce in fiera
Innanzitutto la nascita, come nella migliore tradizione: due ingegneri che avevano lavorato assieme negli anni ’90 si incontrano casualmente a una fiera. Scatta la scintilla, e nel giro di pochi giorni si ritrovano attorno a un tavolo per tradurre le parole in fatti concreti. Il progetto parte quindi con uno studio di fattibilità e il brevetto europeo, la base per cominciare l’attività commerciale.
Siamo all’inizio del decennio. Il primo round di finanziamento va bene, spunta anche un premio dell’università Bocconi, che la giudica startup dell’anno 2016. “Ma è stato un percorso lungo. Ci sono voluti circa otto anni di ricerca e sviluppo – racconta a StartupItalia il ceo Bruno Garavelli – per arrivare al prodotto finito”. Che è profondamente italiano nel DNA.
Non solo food, ma anche farmaci e controlli negli aeroporti con la tecnologia Xspectra
Non solo food si diceva. La qualità è un requisito essenziale in molti ambiti, creando un mercato potenzialmente sconfinato. La tecnologia Xspectra di Xnext è in grado di rilevare in tempi brevissimi eventuali alterazioni effettuando un’analisi chimico fisica del prodotto che riduce il tasso di errore, e di farlo proprio lì, sulla linea di produzione. Pensiamo ai farmaci, ma anche agli pneumatici o alla sicurezza degli aeroporti, con la necessità di controllare i bagagli alla ricerca di esplosivi, infiammabili e precursori. “Con i nostri apparecchi – racconta Garavelli – il margine di errore si avvicina allo 0, rendendo necessario il controllo da parte dell’operatore solo nei casi realmente dubbi”. Meno code, viaggi più comodi. Ma come ci si riesce? “Semplifico: se tenessimo una riunione in una stanza illuminata da luce rossa, lei probabilmente non coglierebbe dettagli come il colore dei miei occhi. Questa è la tecnologia attuale. La nostra innovazione è riuscire a sfruttare appieno i raggi X, come se ci trovassimo sempre sotto una luce bianca“.
XNext: guarda l’intervista a SIOS17
Una public company che vuole quotarsi
XNext collabora con diversi centri di ricerca, tra cui quello del Politecnico di Milano, e si avvale di un team di 15 persone, a cui si aggiungono diversi collaboratori che portano il numero totale delle persone coinvolte a circa 40. “Fondiamo tre ambiti disciplinari estremamente tecnici: anche una multinazionale farebbe fatica a miscelare questo genere di competenze per fare innovazione” prosegue Garavelli, che ambisce per la società a un ruolo da player mondiale nel mercato del controllo qualità. Le basi ci sono, anche quelle finanziarie. Xnext si è rivolta al crowdfunding, con un primo round andato nel 2016 e un secondo intra muros che sta per chiudersi in questi giorni – raccolta attorno al milione di euro-. Anche le banche ci hanno creduto subito. “Attualmente siamo una public company con 50 di soci e l’intenzione di quotarci alla Borsa di Parigi. Ma per questo c’è tempo”. I clienti cominciano ad arrivare. Il processo di business development ce lo spiega il ceo. “Funziona così: le aziende ci mandano i loro prodotti e ci sfidano a trovare i difetti. Noi puntualmente ci riusciamo. A quel punto cominciano a parlare di contratto”.