Non sappiamo che mondo troveremo là fuori quando avremo sconfitto il Coronavirus, un’emergenza che ha stravolto gli ultimi cinquanta giorni e ci lascia in un limbo ricco di speranze e timori. L’imprevista onda che continua a mietere vittime in tutto il mondo ha chiamato tutti a dare una mano a chi paga il prezzo più pesante, dai malati a chi combatte in prima linea, fino ai piccoli imprenditori chiamati nelle prossime settimane a riprendere le rispettive attività, nonostante le difficoltà finanziarie. Tra materiale sanitario, denaro e servizi sono state tante le donazioni arrivate da uomini e aziende più facoltose del nostro tempo, inclusi molti nomi noti del comparto hi-tech. Nelle ultime 48 ore ha fatto il giro del mondo l’annuncio di Jack Dorsey, che ha creato il fondo Start Small per trasferire poco meno di 1 miliardo di dollari ricavato dalle azioni di Square, l’altra compagnia che dirige il fondatore di Twitter. Il 43enne ha dichiarato che la somma equivale a circa il 28% del suo patrimonio netto e che verrà utilizzata per sostenere la sanità e il percorso studentesco di ragazze in difficoltà, ma anche di guardare all’idea di un reddito universale, definita “un progetto che merita di essere sperimentato”.
Sostegno alle piccole e medie imprese
Google contribuirà alla causa fornendo aiuti per 800 milioni di dollari. Il Ceo Sundar Pichai ha spiegato che l’obiettivo è aiutare le comunità partendo dalle piccole e medie imprese, dalle organizzazioni sanitarie e dalle Ong. La cifra sarà distribuita con un fondo di investimento da 200 milioni di dollari dedicato a queste ultime e alle istituzioni finanziarie che favoriranno la ripresa delle PMI nell’accesso al credito, mentre 340 milioni di dollari sotto forma di crediti per Google Ads saranno a disposizione delle stesse piccole imprese con account attivo nell’ultimo anno. A completare il quadro ci sono altri 250 milioni di dollari in crediti pubblicitari per l’Organizzazione Mondiale della Sanità e un centinaio di agenzie governative a livello mondiale, chiamate a sostenere misure preventive alla diffusione del virus.
Trovare il vaccino
In prima linea c’è, come sempre, la Bill & Melinda Gates Foundation, tra i primi a muoversi (a inizio febbraio) per offrire sostegno concreto alla Cina, con 10 milioni di dollari divisi tra il paese del dragone e l’Africa dell’Est per supportare i soccorritori con gli strumenti adeguati all’impegno in prima linea. Dalla stessa fondazione arriveranno 125 milioni di dollari per aiutare sette gruppi di ricerca a sviluppare un vaccino che possa fermare l’ondata di contagi. “Per me e altri ricchi filantropi il progetto potrebbe farci perdere un paio di miliardi di dollari, ma è economicamente vantaggioso perché possiamo guadagnare tempo ed ogni mese conta tantissimo. La perdita sarebbe marginale di fronte ad un’economia globale che rischia di perdere trilioni di dollari”. Il piano è molto ambizioso e tra i vari finanziatori vede anche Mark Zuckerberg, che per ora ha donato 25 milioni di dollari. Cento milioni sono quelli messi sul piatto da Facebook per 30.000 piccole e medie imprese in più di 30 paesi, con l’aggiunta di una piattaforma che fornirà consigli e corsi di formazione. Restando a Menlo Park, la numero due della società Sheryl Sandberg ha creato insieme ad altri miliardari del settore un fondo da 7 milioni di dollari per garantire il sostegno alimentare alla Bay Arena di San Francisco.
Sostegno alle Ong e stipendio garantito per i dipendenti
I 100 milioni di dollari tornano in altre occasioni, perché corrisponde alla cifra girata da Jeff Bezos alla no profit Feeding America per offrire banchi alimentare in varie città degli Stati Uniti, ma anche a quella donata dalla fondazione dei coniugi Dell e al fondo creato da Sony. Con i tweet di Tim Cook, Apple ha annunciato l’impegno a una significativa donazione alla protezione civile italiana, come Amazon che ha donato all’organizzazione di volontari 2,5 milioni di euro e 1 milione alle no profit. Detto che gli annunci proseguono di giorno in giorno, al momento nell’elenco delle donazioni e di chi ha garantito il sostegno ai propri lavoratori figurano molti altri miliardari del ramo tech. Dai 14 milioni di Jack Ma, padre di Alibaba, per trovare il vaccino ai 115 milioni dollari per i cinesi donati dal gruppo di aziende locali che tra i vari comprende Huawei, Baidu, ByteDance e Didi Chuxing. La fondazione Bloomberg, invece, ha messo insieme 40 milioni di dollari per frenare la diffusione del virus nei paesi più poveri, mentre in Italia Microsoft ha donato 100.000 euro a Croce Rossa e Fondazione Francesca Rava, con Philips che invece ha fornito sostegno destinando 150.000 euro alle casse di Cesvi e dell’Ospedale di Bergamo. Marc Bienoff, Richard Branson e Reed Hastings, invece, hanno assicurato che al di là di smart working e mancato lavoro, continueranno a pagare regolarmente i propri dipendenti di, nell’ordine, Salesforce e Time, Virgin (con circa 70.000 dipendenti) e Netflix (con un fondo di 100 milioni di dollari per personale, produzioni e troupe).