“Coronavirus cigno nero per l’economia italiana”. Il Documento di Economia e Finanza riporta cifre da scenario post bellico
“Se non si fosse materializzato il cigno nero della crisi epidemica, l’economia italiana avrebbe potuto registrare un ritmo di crescita in graduale miglioramento nell’anno in corso. Tale ripresa avrebbe condotto ad una modesta espansione nel primo trimestre dell’anno, rendendo raggiungibile la previsione di crescita annua dello 0,6 per cento formulata nella Nadef di settembre 2019”. È quanto si legge nella bozza del Documento di economia e finanza (DEF), approvato al termine di un Consiglio dei Ministri durato tre ore. Ora il Governo presenterà il DEF alle Camere in contemporanea con la richiesta di operare un nuovo scostamento di bilancio da circa 50 miliardi in modo da approntare il decreto Aprile (previsto ormai per maggio).
© Viminale
Leggi anche: Fase 2, come si lavorerà secondo l’intesa firmata tra Governo e sindacati
I numeri del DEF
L’emergenza Covid-19 inciderà sui consumi e sopratutto sugli investimenti, che crolleranno di una percentuale a due cifre, lo mette nero su bianco il Governo. Secondo le previsioni contenute nella bozza del DEF, i consumi dovrebbero registrare quest’anno un calo del 7,2% e gli investimenti fissi lordi del 12,3%. Le esportazioni sono previste crollare del 14,4% e le importazioni del 13,5%. Si tratta in questo caso di andamenti analoghi a quelli riscontrati in occasione della precedente crisi globale del 2008-2009.
Palazzo Chigi
Leggi anche: Smartworking tra controllo del datore di lavoro e privacy. I consigli del legale
In attesa del decreto Aprile
Il DEF verrà votato dal Parlamento assieme alla nuova richiesta di scostamento dal progetto di bilancio essenziale per dare corpo all’atteso decreto Aprile, già in ritardo di diverse settimane. Si tratterà di un pacchetto di misure per una “drastica semplificazione” in settori “cruciali per il rilancio degli investimenti che interesserà appalti, edilizia, commercio e controlli, si legge ancora nella bozza, in cui si precisa che l’emergenza Coronavirus “impone di accelerare il processo di digitalizzazione e, in alcuni casi, di adottare misure di deroga, eccezionali o comunque temporanee, nel rispetto dei principi generali”.