La caccia agli evasori passa dai conti correnti e da tutti i loro movimenti. Sono le stesse banche, insieme alle assicurazioni, alle Poste e agli altri intermediari finanziari, a fornire al fisco tutte le informazioni di cui ha bisogno e secondo un recente provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, dovranno farlo entro il 2 marzo per i dati del 2013 ed entro il 29 maggio per quelli del 2014. Quelli del 2015 dovranno essere inviati invece entro il 15 febbraio 2016. Queste le novità degli ultimi giorni, della Superanagrafe tributaria invece si parla da un bel po’. Già dal 2013, si sa che vigilerà anche sulle operazioni fatte con le carte di credito, sull’acquisto di oro e altri metalli preziosi e sugli accessi alle cassette di sicurezza. La privacy dei cittadini è garantita da tutta una serie di codici di accesso e dal fatto che solo una ventina di funzionari potranno accedere a questi dati e in particolari situazioni.
Quando è nata la Superanagrafe e cosa controlla
Del Grande Fratello del Fisco si sente parlare dal dicembre del 2011 quando il decreto Salva Italia, introdotto dal governo Monti, obbligò banche e operatori finanziari – che avevano già il dovere di comunicare all’anagrafe tributaria i dati identificativi dei rapporti con i clienti – a fornire all’Agenzia delle Entrate anche i dati relativi a i saldi del rapporto, all’importo di accrediti e addebiti e alle operazioni attive e passive su base annua. Il decreto Salva Italia in concreto introduceva la possibilità di incrociare i dati bancari, secondo criteri precisi e in base a liste di contribuenti a rischio di evasione. È con un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate che però a marzo del 2013 sono state chiarite le motivazione del controllo finanziario e i dati che finiscono nella Superanagrafe.
Nel calderone rientrano così non solo le informazioni sui conti correnti, ma anche il numero totale degli accessi effettuati durante l’anno alle cassette di sicurezza, quello di contratti derivati stipulati, le operazioni di compravendita di oro e metalli preziosi e l’utilizzo del plafond di spesa delle carte di credito a inizio e a fine anno insieme all’importo totale degli acquisti effettuati. Non fanno eccezione nemmeno le carte prepagate o ricaricabili, il Fisco saprà tutto delle ricariche effettuate nel 2013 e 2014.
Come verranno utilizzate queste informazioni
Secondo il decreto Salva Italia, tutte queste informazioni “sono utilizzate dall’Agenzia delle Entrate per la individuazione dei contribuenti a maggior rischio di evasione da sottoporre a controllo”. L’uso di questi dati era stato quindi pensato per consentire le indagini finanziarie portate avanti dalla stessa Agenzia e Guardia di dalla Guardia di Finanza su “liste selettive di contribuenti”.
Ora però la Superanagrafe, servirà anche a selezionare meglio i soggetti a rischio evasione che saranno individuati più facilmente grazie alle “posizioni finanziarie dei singoli contribuenti”. Lo ha stabilito legge di Stabilità del 2015 imponendo che le informazioni sui movimenti in entrata e uscita non serviranno più solo a “elaborare liste selettive di contribuenti”, ma potranno essere utilizzata a più ampio raggio per le “analisi del rischio evasione”.
E la privacy?
A marzo del 2012, l’allora Garante per la privacy, Francesco Pizzetti, aveva definito le nuove norme sulla trasparenza amministrativa nei controlli fiscali degli “strappi forti allo Stato di diritto”. Infatti, il mese successivo emise un parere in cui evidenziava che “l’ingente flusso di dati e la loro concentrazione presso un unico soggetto rende indispensabili misure di sicurezza di natura tecnica ed organizzativa particolarmente rigorose, sia per la trasmissione dei dati che per la loro conservazione”.
L’Autorità per la protezione dei dati personali ha quindi poi chiesto all’Agenzia delle Entrate di utilizzare tutta una serie di misure di sicurezza. Gli operatori finanziari e le banche nel trasmettere i dati sono obbligati, infatti, ad adottare meccanismi di cifratura durante tutti i passaggi interni, a limitare l’accesso ai file a un numero ristretto di incaricati e ad aggiornare costantemente i sistemi operativi e i software antivirus e antintrusione, prevedendo l’eventuale conservazione dei dati solo in forma cifrata. L’Agenzia, da parte sua, predispone canali telematici adeguati alla comunicazioni di una elevata quantità di dati, privilegiando l’interconnessione diretta con i sistemi informativi di banche e istituti finanziari e preoccupandosi infine di fornire agli operatori finanziari indicazioni e accorgimenti per la predisposizione dei file da inviare.
I tempi di conservazione dei dati presso l’anagrafe tributaria devono essere specificati (non si va oltre il sesto anno successivo ad ogni anno d’imposta) e una volta scaduti, è prevista la cancellazione automatica.
Successivamente, ha dato un parere positivo all’operazione – confermando tutti gli accorgimenti – anche l’attuale Garante per la privacy, Antonello Soro.