L’incontro è stato l’occasione per presentare la ricerca dal titolo il “Ruolo dell’Ecosistema dell’Innovazione nelle Scienze della Vita per la crescita e la competitività dell’Italia”
L’Italia ripartirà dalle scienze della vita? Al Technology Forum Life Science organizzato per il terzo anno da The European House Ambrosetti, si è posto l’accento su una missione importante: “rendere l’Italia il Paese che vorremmo per il bio-farmaceutico del futuro: un player rilevante in ricerca, sviluppo, produzione e accesso di prodotti innovativi e biotecnologici”.
Per farlo si deve partire dal lavoro dei ricercatori come ha detto il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, presente come relatore all’evento, e dagli investimenti. Dal palco del Forum Bussetti ha annunciato la nascita di una “cabina di regia per la ricerca”: “Domani porterò al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il progetto di una cabina di regia per la ricerca”, ha detto. “Dovrà mettere a sistema le tante realtà scientifiche italiane finora troppo frammentate”. La cabina di regia non riguarderà soltanto le attività del Miur, ma coinvolgerà i ministeri interessati alla ricerca scientifica (sono sette) nonché controllori dei ventidue enti di ricerca. “Sarà coinvolto subito il ministero della Salute”, ha detto Bussetti, “farà lavorare insieme i ricercatori del sistema pubblico italiano, così avremo più peso in Europa”.
La ricerca sul Ruolo dell’Ecosistema dell’Innovazione nelle Scienze della Vita per la crescita e la competitività dell’Italia
Non è certo la qualità che manca in Italia anche in ambito Life Sciences. E lo dimostrano i dati presentati da Valerio De Molli, Managing Partner e Amministratore Delegato di The European House – Ambrosetti, della ricerca Il ruolo dell’Ecosistema dell’Innovazione nelle Scienze della Vita per la crescita e la competitività dell’Italia realizzata con AssobiotecFederchimica e il Cluster Alisei, che dal 2015 sostengono l’iniziativa e, insieme da quest’anno, a Fondazione Telethon e Sofinnova Partners. “L’Italia è numero uno al mondo per numero di citazioni scientifiche, i ricercatori italiani sono i migliori al mondo” ha sottolineato De Molli.
Non solo “L’Italia occupa il 3° posto in Europa per citazioni in campo medico e cresce più velocemente di Regno Unito e Germania: dal 2007 +40% contro + 29% UK e + 27% Germania”, e ancora per continuare con i dati positivi “Nel bando ERC Starting Grants 2018 dedicato a giovani ricercatori promettenti, l’Italia è la 2° nazione più rappresentata”.
Non mancano però i punti critici: il numero di ricercatori in Italia è il più basso in Europa al pari della Spagna, meno di un terzo della Germania e meno di metà della Francia perchè i ricercatori italiani svolgono il loro importante lavoro all’estero, e in termini di investimenti non siamo competitivi nemmeno con i vicini europei, per non parlare di Stati Uniti e Cina. “Per il primo anno abbiamo avviato un’analisi dei fondi pubblici a disposizione di ricerca e innovazione nelle Life Sciences in Italia: ne emerge un quadro molto frammentato da cui risulta un problema di inefficienza dell’allocazione delle risorse. – continua De Molli – Il momento di agire è adesso ma, per sfruttare le opportunità che il settore ha davanti, il Paese dovrà sviluppare un modello di interazione tra il sistema della ricerca, le imprese e le Istituzioni che metta il settore nelle migliori condizioni per competere a livello internazionale, attraendo grandi investimenti e capitale umano qualificato. Abbiamo l’occasione per prepararci a giocare una nuova partita: bisogna soltanto passare dalle parole alle azioni”.
Si tratta quindi di passare dalle proposte all’azione facendo leva su alcune punti fondamentali da considerare prioritari: governance efficace, certa e centralizzata, in grado di valorizzare la ricerca e l’innovazione in una prospettiva di medio lungo termine; strategia di attrazione degli investimenti, che metta in luce le aree più competitive del Paese, sostenga le imprese nella crescita e dia supporto a chiunque voglia investire in ricerca e produzione in Italia; valorizzazione del Trasferimento Tecnologico, per la creazione di valore attraverso il trasferimento della conoscenza dalla ricerca all’impresa.
L’esplosione degli investimenti
“Lo scorso anno dicevamo “time is now” ed avevamo ragione: il settore delle biotecnologie tra il 2017 e la prima parte del 2018 ha conosciuto, infatti, una vera e propria esplosione di investimenti, di acquisizioni, di accordi tra grandi bio-farmaceutiche e pure biotech, soprattutto nell’area delle Terapie Avanzate – ha detto Riccardo Palmisano, Presidente Assobiotec-Federchimica – Nello stesso periodo, però, in Italia registravamo la beffa del sorteggio che assegnava EMA, una delle più grandi opportunità che potevano presentarsi. Lo scorso anno dicemmo anche “the train has left the station”, ma adesso abbiamo l’impressione che il nostro treno italiano sia fermo con il semaforo rosso subito fuori dalla stazione”.
“Le Life Sciences in Italia sono un settore in grande espansione”, ha detto Diana Bracco, Presidente del Cluster Tecnologico Nazionale Scienze della Vita ALISEI . “In questo quadro e visti alcuni primati che il settore sta registrando a livello internazionale, è indispensabile oggi mettere in atto una chiara politica di attrazione degli investimenti nelle aree più competitive del Paese, sostenendo le imprese e dando supporto a chi vuole investire. Così come importantissimi sono i temi del Trasferimento Tecnologico e della governance della ricerca”.
Il Fondo Sofinnova Telethon
L’evento è stato anche l’occaisone per dare il via al nuovo fondo da 80 milioni dedicato a startup che operano nel campo Biotech di Sofinnova e Telethon (ne abbiamo parlato qui). “È del tutto evidente che gli investimenti in ricerca – spiega Francesca Pasinelli, Direttore Generale, Fondazione Telethon – possono tradursi nella produzione di innovazioni il cui valore strategico e la cui vitale importanza per lo sviluppo complessivo del Sistema Paese sono sotto gli occhi di tutti. Occorre che si lavori a costruire insieme un ecosistema dell’innovazione che sappia riconoscere il potenziale applicativo della ricerca in ambito life sciences e valorizzarlo in termini di trasferimento tecnologico e sviluppo terapeutico”.
“Abbiamo visto come in Italia, oggi, la scienza e la ricerca stiano raggiungendo davvero livelli molto alti, inoltre sta crescendo il numero giovani preparati, disposti ad avviare iniziative imprenditoriali. In questo quadro, è importante avere a disposizione del capitale dedicato, specializzato nel biotech. Con il Fondo Sofinnova Telethon ci proponiamo proprio di colmare questo gap, selezionando i migliori progetti grazie al know-how di Telethon e favorendo il passaggio che dalla ricerca porta alla realizzazione di veri prodotti, di cui possa beneficiare anche la comunità”, ha detto infine Graziano Seghezzi, Managing Partner, Sofinnova.
L’evento è stato anche la cornice per l’assegnazione dell’Assobiotec Media Award 2018 a Luca Fraioli, Caporedattore, La Repubblica. Il Premio giornalistico, istituito nel 2014 come riconoscimento assegnato ai/alle giornalisti/e che si sono particolarmente distinti/e nella divulgazione delle biotecnologie, della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico.