Lo studio di Accenture conferma (smentendo le cassandre): se si investe nel modo giusto, le macchine intelligenti saranno il motore della crescita
Tutto, ma proprio tutto, in un futuro non troppo lontano sarà collegato con l’intelligenza artificiale. E’ solo una questione di tempo e nel 2018 ci si aspetta una forte accelerata, ma secondo una nuova ricerca di Accenture le aziende rischiano di perdere importanti opportunità di crescita se i loro CEO non sapranno attivarsi per rimodellare la forza lavoro, fornendo a tutti i collaboratori gli strumenti adeguati per avvantaggiarsi delle tecnologie intelligenti.
Sono tanti i vantaggi stimati derivanti dall’adozione massiva dell’intelligenza artificiale, ma sarà comunque una rivoluzione, e le rivoluzioni, si sa, non sono pranzi di gala, tranquilli e delicati: il mondo del lavoro subirà un radicale cambiamento, che va governato e non subìto. Un must-have.
Machine learning, chatbot, assistenti vocali, smart automation: questi i settori che probabilmente beneficeranno dei miglioramenti più importanti nei prossimi mesi.
Più ricavi e profitti secondo Accenture
Lo studio di Accenture Strategy “Reworking the Revolution: Are you ready to compete as intelligent technology meets human ingenuity to create the future workforce?”, stima che i ricavi delle imprese potrebbero crescere del 38% entro il 2020, a patto che investano sull’Intelligenza Artificiale e su un’efficace cooperazione uomo-macchina almeno quanto le aziende leader di mercato. A queste condizioni, anche il livello di occupazione potrebbe beneficiare di un aumento del 10%. Per l’economia mondiale globale, ciò si tradurrebbe in una crescita dei profitti pari a 4,8 trilioni di dollari. Per fare un esempio, in un’azienda S&P 500, ciò equivale a 7,5 miliardi di dollari di ricavi e a un aumento di profittabilità pari a 880 milioni di dollari.
Effetti su ricavi e crescita dell’occupazione
Le macchine permettono un lavoro più efficiente, in meno tempo e a costi minori, materializzando il sogno di ridurre il lavoro pesante e aiutarci nelle nostre vite personali. Ma l’automazione comunque richiederà figure professionali molto specifiche. Sia il management che i collaboratori pensano che l’IA potrà avere un ruolo centrale per il business e cambierà le attività quotidiane. In particolare il 72% dei 1.200 top manager intervistati crede che la tecnologia intelligente sarà strategica per ottenere un vantaggio competitivo sul mercato. Secondo il 61% dei manager, nei prossimi tre anni, crescerà il numero delle figure professionali che utilizzeranno quotidianamente l’Intelligenza Artificiale. Al tempo stesso il 69% dei 14.000 lavoratori intervistati è consapevole dell’importanza di sviluppare competenze che permettano di lavorare con le macchine intelligenti.
Tuttavia, si riscontra ancora un ampio divario tra l’apertura dei lavoratori verso l’intelligenza artificiale e le iniziative concrete avviate dei manager per favorire la loro riqualificazione: questo mette a rischio le potenzialità di crescita. Infatti, sebbene il 54% dei dirigenti aziendali consideri la collaborazione uomo-macchina cruciale per il business, solo il 3% ha previsto un aumento significativo degli investimenti nella riqualificazione dei propri collaboratori entro i prossimi tre anni.
La ricerca evidenzia l’importanza di aumentare gli investimenti nelle competenze IA anche per sostenere l’occupazione: il 63% dei dirigenti ritiene, infatti, che la propria azienda potrebbe creare nuovi posti di lavoro grazie alle nuove tecnologie. Allo stesso tempo, il 62% dei lavoratori si aspetta un impatto positivo dell’IA sul proprio lavoro. Secondo l’analisi, le aziende più all’avanguardia stanno facendo leva sulla collaborazione uomo-macchina non solo per incrementare l’efficienza, ma anche per abilitare nuove customer experience. Ad esempio, nel caso di un’azienda che vende abbigliamento online, l’IA potrebbe migliorare la conoscenza dei clienti, abilitando l’offerta di servizi esclusivi più allineati alle loro esigenze.
“L’incontro tra creatività umana e tecnologie intelligenti sta trasformando radicalmente l’attuale scenario competitivo, aprendo opportunità di crescita prima impensabili. D’altra parte, il rischio di rimanere indietro è concreto e occorre che le aziende si adeguino al più presto promuovendo una riqualificazione della forza lavoro allineata ai nuovi trend del mercato,” -. Ha affermato Raffaella Temporiti, HR Director, Accenture Italia Europa Centrale e Grecia. – “L’approccio positivo dei lavoratori verso l’utilizzo dell’IA può senz’altro favorire l’introduzione delle nuove tecnologie in azienda, supportando i manager nella trasformazione dell’ambiente di lavoro e del business.”
Ripensare il lavoro partendo dai lavoratori
Secondo Accenture è necessario partire dai compiti, anziché dai ruoli, e assegnare i task di volta in volta a macchine e persone, bilanciando la necessità di automatizzare il lavoro con quella di valorizzare le capacità delle persone. Quasi la metà dei dirigenti d’azienda (46%) crede che sia obsoleto pensare in termini di mansioni prestabilite per ciascuna professionalità e il 29 % dichiara di aver già ampiamente ridisegnato i ruoli in un’ottica di maggior flessibilità. E’ inoltre necessario incanalare il potenziale della forza lavoro verso aree che possono creare maggior valore. La crescita avviene solo reinvestendo i risparmi ottenuti grazie all’automazione nell’evoluzione della forza lavoro. Bisogna effettuare una valutazione rigorosa del livello di competenza delle persone e della loro disponibilità a imparare a lavorare utilizzando l’intelligenza artificiale. Le piattaforme digitali consentono di personalizzare i programmi di formazione sulle singole persone, favorendo l’adozione di nuove competenze.