Fino al 25 giugno, tra Bisceglie e Barletta, la maratona del digitale: dibattiti con istituzioni ed esperti del settore, pitch session. Francesco Boccia ci racconta le novità dell’iniziativa, giunta alla seconda edizione
Un temporary hub diffuso, tra i castelli Svevi di Bisceglie e Barletta e le Vecchie Segherie di Bisceglie (provincia di Bari), popolato per quattro giorni, fino al 25 giugno, da aspiranti startupper del digitale, investitori, istituzioni ed esperti del settore, per incentivare la nuova imprenditoria e contribuire al consolidamento dell’ecosistema dell’innovazione. I numeri della seconda edizione di Digithon, organizzato anche quest’anno con Confindustria Bari-Bat, lasciano intendere che la sfida è ambiziosa e importante: 100 startup da tutta Italia, un team d’impresa complessivo di 350 persone, oltre 50 investitori, nazionali e internazionali, e 30 ore totali di maratona per presentare i pitch in gara.
Non solo pitch session
Oltre alla competition, che vedrà anche la premiazione dei ragazzi vincitori del progetto A Scuola di Startup, ideato e sostenuto da AuLab (vincitore di Digithon 2016), il digitale percorrerà le 4 giornate (trasmesse in streaming) come tema centrale dei talk: in apertura un approfondimento sui cambiamenti nel modo di fare cultura assieme a Dario Franceschini, Ministro dei Beni e le Attività culturali, nell’editoria e nello sport, in cui interverranno rispettivamente Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, e Giovanni Malagò, presidente CONI. Venerdì 23, spazio alla sanità con Beatrice Lorenzin, Ministro della salute, alla blockchain e moneta liquida con Andrea Pezzi, nelle vesti di CEO di TheOutPlay, Paolo Bertoluzzo, AD di ICBPI e Cartasì, e molti altri ospiti. Sabato 24, focus sul ruolo delle istituzioni nella rivoluzione industriale portata dal digitale, con gli interventi di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, e Vincenzo Boccia, presidente Confindustria, e, a seguire il punto sulle fake news, con Delphine Reyre, responsabile Public Policy Europa di Facebook, e mercato cinematografico.
La finale
Digithon si conclude nella mattinata del 25 giugno: in programma nuovi momenti di dibattito sui temi sicurezza nel digitale, intelligenza artificiale – se ne parla con Jens Redmer, responsabile Product Policy di Google – ruolo delle università nello sviluppo di business innovativi e sul modo di fare giustizia nel digitale, con l’intervento di Giovanni Legnini, vice presidente del Consiglio superiore della magistratura. Poi, gran finale con la premiazione delle startup vincitrici, decretate dalla votazione del Comitato scientifico di Digithon e dalle preferenze espresse sulla pagina Facebook dell’iniziativa. Il primo premio è di 10 mila euro, offerti da Confindustria Bari-Bat, il secondo di 7 mila euro, offerti da Evolvere – Generazione Positiva, il terzo è un carnet di biglietti Italo per viaggiare gratis durante l’anno. Sono anche in palio due percorsi di accelerazione con Tim #Wcap e Cisco DevNet.
Abbiamo intervistato Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera e fondatore di Digithon, per capire le aspettative e gli obiettivi di questa edizione, da lui definita un “Sanremo del digitale”.
L’intervista
Qual è stata la scintilla che ha fatto scattare la volontà di creare l’associazione e l’evento Digithon?
«La colpa originaria è mia – risponde scherzando Francesco Boccia – ma la responsabilità è di molte altre persone che hanno creduto in questo progetto. Al termine della XVI legislatura, tra il 2011 e il 2012, ho iniziato ad occuparmi di alcune distorsioni del digitale nel comparto musicale, relativamente ai diritti d’autore. Da quel momento sono seguiti ulteriori approfondimenti sull’impatto delle tecnologie nella catena del valore e sui modelli economici, a partire dall’introduzione della web tax, mentre la rivoluzione portata dal digitale diventava sempre più evidente, in tutti i settori. Il mio percorso da ricercatore e professore universitario e le mie origini pugliesi mi hanno permesso di dialogare spesso sul tema con Antonio Uricchio, rettore Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Eugenio Di Sciascio, rettore Politecnico di Bari e Domenico De Bartolomeo, presidente Confindustria Bari-Bat (che interverranno il 25 giugno nella sessione “Business, Ricerca e Innovazione tecnologica”) e, assieme a loro e molti altri professionisti, in gran parte amici d’infanzia, è nata l’idea, diventata volontà, di creare “qualcosa” che fosse un appuntamento fisso per parlare dell’impatto del digitale nella società e nel fare impresa. Quel qualcosa è stato Digithon».
Cosa è cambiato dalla prima alla seconda edizione di Digithon, anche rispetto alle startup partecipanti?
«Prima dell’edizione 2016, c’è stata una puntata zero a Trani che ci è servita a capire se il format poteva funzionare: un nucleo centrale che è la maratona delle idee d’impresa con attorno una serie di momenti di dibattito con esperti del settore digitale.
Nella prima edizione c’erano molte idee embrionali mentre quest’anno i progetti d’impresa sono molto più strutturati
e riguardano diversi settori: dal turismo alla sanità, dall’Internet of things all’education, dal food al gaming. Avremo anche uno spazio dedicato a 17 progetti d’impresa junior, sviluppati da studenti delle scuole superiori all’interno del progetto A Scuola di Startup di AuLab (vincitore della scorsa edizione di Digithon), e i migliori saranno premiati proprio nella giornata conclusiva».
Cosa distingue Digithon dalle altre business plan competition?
«Non è un evento spot o di pura convegnistica. Io lo definisco il “Sanremo del digitale” e non solo perché quest’anno la proclamazione dei vincitori avverrà sommando la votazione della giuria tecnica e le preferenze on line espresse sulla pagina Facebook. Digithon vuole essere un appuntamento fisso annuale della durata di 4 giorni, in cui aspiranti startupper, investitori, banche e fondi di investimento sanno di potersi trovare, per offrire quegli strumenti che facciano andare i ragazzi sulle proprie gambe senza doversi necessariamente dirigere verso la Silicon Valley.
Da quest’edizione, inoltre, Digithon prevederà degli appuntamenti intermedi fino all’edizione successiva
il primo è previsto a fine settembre, nel castello di Trani, e sarà interamente dedicato al tema della finanza, blockchain e bitcoin, visto che sarebbe stato impossibile parlarne solo all’interno di mini-sessioni tematiche il 23 giugno. Inoltre, il sito web dell’iniziativa è strutturato come una piattaforma su cui creare una comunità che metta in contatto startupper, imprenditori e investitori e su cui scambiarsi esperienze e informazioni».
Qual è il contributo di Digithon nella costruzione di un ecosistema dell’innovazione?
«Lo potrò sapere con esattezza al termine di queste quattro giornate. Digithon è un’associazione ma, dal punto di vista dell’idea, è
una startup che ha in sé i cromosomi per incidere sull’ecosistema dell’innovazione
Si tratta di verificare se questa edizione servirà solo a incrociare domanda e offerta o se, tramite il complesso delle attività, stimolerà un confronto culturale che diventi una palestra per le idee d’impresa e le trasformi in progetti con un impatto significativo sui modelli fiscali e sul benessere della società».