Il prossimo 5 novembre la startup modenese avvierà la campagna di raccolta fondi. StartupItalia! ha intervistato il co-founder Marco Simonini
“Più di un turista su due quando viaggia sbatte contro il problema di menu incomprensibili. E non parliamo del tema delle lingue differenti, perché una carta dei vini in francese o in inglese riusciamo più o meno a comprenderla tutti, ma proprio dell’ostacolo dovuto all’uso di caratteri e alfabeti differenti dai propri… pensiamo alle difficoltà che incontra un cinese o un russo in Italia”, spiega a StartupItalia! Marco Simonini, co-founder di Dishcovery, la startup (questo il sito) che traduce i menu e li rende efficaci QR Code da scansionare con il cellulare. Marco, del resto, il problema dell’incomunicabilità tra cliente e cameriere lo conosce fin troppo bene: “Ho vissuto per 2 anni in Cina e so cosa vuol dire sedersi a un ristorante e non avere la minima idea di cosa si sta ordinando”.
Come funziona Dishcovery
“Dishcovery è una startup innovativa fondata ad aprile del 2018”, continua Marco. “In poco tempo abbiamo raccolto circa 70 ristoranti come beta tester e circa 15.000 scansioni da turisti. Inoltre, siamo riusciti a convertire in clienti paganti il 40% dei beta tester, tra cui anche alcuni ristoranti del gruppo Autogrill”. Gli esercizi che aderiscono all’iniziativa ottengono il proprio menu tradotto nelle lingue desiderate.
Per utilizzarlo, è sufficiente inquadrare il codice QR stampato sul menu. Ma non crediate che il risultato sia un semplice e scarno pdf: Dishcovery è una web-app (dunque per utilizzarla non è necessario installare alcunché sul proprio smartphone) che rende ogni menu interattivo: i clienti possono ottenere tutte le informazioni del caso sugli ingredienti, sugli allergeni ed eventuali note a margine sulla storia del piatto, oltre ai vini consigliati in abbinamento. Ecco perché Marco non vuole che si parli di semplici traduzioni: “Preferiamo descriverci come divulgatori della cultura culinaria“, spiega.
Con il menu tradotto il turista spende il 18% in più
“Il nostro prodotto – racconta il co-founder di Dishcovery – ha dimostrato di portare un effettivo contributo all’upselling dei ristoranti, precisamente chi utilizza il nostro menù digitale ordina il 18% in più di media”. “Tramite il back-end è possibile gestire tutto il database delle nostre traduzioni elaborate da tre agenzie di professionisti del settore e i ristoratori possono gestire il proprio menù in autonomia, aggiungere foto, descrizioni, link… il menu è liberamente modificabile in ogni momento senza necessità di cambiare codice QR e in più lo si può stampare per venire incontro alle esigenze degli avventori più anziani. Sempre tramite Dishcovery è possibile fare un riassunto di ciò che ordina la tavolata, così da comunicare visivamente al cameriere piatti e relative quantità senza il pensiero di incorrere in fraintendimenti”.
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Dal 5 l’equity-crowdfunding
Insomma, il potenziale c’è. E per tirarlo fuori Dishcovery è arrivato al momento cruciale, come ci illustra Simonini: “Il 5 novembre andremo online con la nostra campagna di equity-crowdfunding sulla piattaforma 200 crowd”. Con i fondi raccolti si vuole fare in modo di sbloccare i pagamenti già dall’interno della web app. “Il 30 ottobre, invece, faremo un incontro con gli investitori interattivo: saranno serviti dei piatti e chi parteciperà dovrà scoprirli usando proprio Dishcovery”.