Il numero 2 della Commissione europea, pur annoverato tra i falchi del Vecchio continente, rinnega le parole della presidente
Si inizia forse a sfaldare il fronte rigorista interno alla Commissione europea. E il commissario all’Economia, l’italiano Paolo Gentiloni, finora voce solitaria nel ribadire la necessità di mettere in campo ogni strumento utile, da MES a condizioni alleggerite (o persino azzerate) ai covidbond, potrebbe trovare un partner inatteso al proprio fianco: il vicepresidente Valdis Dombrovskis, ex premier della Lettonia e oggi numero 2 della Commissione a guida Ursula von der Leyen. Però, lo diciamo subito, è ancora presto per festeggiare, anche se le ultime dichiarazioni possono renderci quantomeno più ottimisti.
Cosa ha detto Dombrovskis
“Siamo aperti a ogni opzione, abbiamo bisogno di una risposta ambiziosa, coordinata ed efficace contro la crisi. Siamo pronti a facilitare questo lavoro”, così Dombrovskis a proposito dei covidbond, in un’intervista a Repubblica. “Gli eurobond? Siamo in costante contatto con i governi. Sappiamo che stanno preparando delle proposte e sul tavolo c’è già quella francese. La Commissione lo ha detto chiaramente: siamo aperti a ogni opzione, abbiamo bisogno di una risposta ambiziosa, coordinata ed efficace contro la crisi”.
Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni
Il numero 2 sconfessa quindi la propria presidente, che soltanto pochi giorni fa aveva tacciato i coronabond di essere “uno slogan” e, quindi, una pista non percorribile.
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“Lavoriamo al Recovery plan per far ripartire l’economia. Un suo elemento importante sarà il bilancio. Il prossimo quadro finanziario – spiega Dombrovskis – dovrà essere ambizioso e dovrà contenere una forte componente di investimenti per sostenere la ripresa. Se lavoreremo seguendo il business as usual, passerà almeno un anno prima che questi fondi siano immessi nell’economia. Non possiamo accettarlo, abbiamo bisogno di soluzioni per mettere subito in circuito il denaro”.
Valdis Dombrovskis
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Il MES resta in campo
Però Dombrovskis avverte che l’opzione del Salva Stati è la più quotata. È “logico” usare il MES come “prossima linea di difesa”, in quanto è già capitalizzato e ha già capacità di prestito, rileva anche il vice-presidente della Commissione, spesso descritto come un falco, sottolineando la necessità di trovare “un compromesso pragmatico”. Una qualche forma di condizionalità è legalmente necessaria, indica poi, “ma non stiamo parlando di una classica condizionalità macro-economica”.
Valdis Dombrovskis e Olaf Scholz
Come si diceva è ancora troppo presto per festeggiare, ma siamo certi che le parole del vicepresidente della Commissione europea oggi non saranno piaciute a Berlino che ancora nelle ultime ore aveva ribadito come l’ipotesi del MES fosse la sola strada percorribile.