A Bruxelles e ad Atene è il caos. Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno chiarito senza mezzi termini che se affonda la Grecia affonda tutta l’Europa. Oggi scadono il programma di aiuti europeo e la rata da 1,6 miliardi di euro che il Paese condotto da Alexis Tsipras deve al Fondo monetario internazionale. Le borse stanno crollando. Domenica il referendum che tiene con il fiato sospeso il Vecchio Continente e il resto del mondo: dentro o fuori, verrà in sostanza chiesto ai cittadini greci. Una risposta secca, il cui epilogo negativo è già stato ribattezzato Grexit, mentre le banche vengono prima prese d’assalto e poi bloccate. E nella notte un decreto limita i prelievi a 60 euro.
Chi fa il tifo per la crisi?
Chi ci guadagna? Chi si sfrega le mani? Nessuno. O quasi: per i sostenitori di Bitcoin gli scossoni delle ultime ore sono una buona notizia. Non si tratta, in questo frangente, del ministro delle finanze Yanis Varuofakis, che ha comunque manifestato in tempi non sospetti la sua predilezione per la criptomoneta, ma di quanti hanno vissuto da vicino il crollo di Cipro del 2013. All’epoca, prima del collasso bancario, il valore del Bitcoin è balzato di dieci volte. Nathaniel Popper, autore del libro Digital Gold ha spiegato al Guardian che i due fenomeni non sono collegati. Non è dello stesso avviso il co-fondatore di Bitpay, fra le maggiori piattaforme di pagamento in bitcoin, che ha cinguettato a chiare lettere di aspettarsi un salto fra i 610 a 1250 dollari in caso di uscita della Grecia dall’euro.
The #bitcoin market just needs a little GREASE to get unstuck. #Grexit price targets $610 and $1250 pic.twitter.com/A0ZJ0ppdfZ
— Tony Gallippi (@TonyGallippi) June 28, 2015
I bancomat Bitcoin
Le mosse della comunità sembrano effettivamente puntare in questa direzione: su Reddit ci si scambia consigli su come acquistare bitcoin e si fa riferimento agli sportelli Atm, che in queste ore potrebbero essere effettivamente gli unici abilitati ai prelievi. “C’è un solo Atm che funziona in Grecia”, twitta in oltre un utente facendo riferimento alla macchina per i bitcoin.
There is only one ATM that works in #Greece: it is the first #Bitcoin ATM https://t.co/9QV6AZiFbX — Karl Chappé (@KarlChappe) June 29, 2015
“Per proteggere i vostri averi durante queste turbolenze investite in bitcoin”, suggerisce un altro.
If any Greeks are looking to protect their store of value in these turbulent times, invest some in bitcoins, try out http://t.co/2CnrUmZSfq
— Nagaraj Hubli (@nagaraj_hubli) June 29, 2015
E ancora, “il prezzo è cresciuto del 4% da quando Tsipras ha annunciato il referendum”, sottolinea un cinguettio.
Bitcoin is up 4% since Tsipras announced the referendum. http://t.co/aVVScNSGp7 — Nejc Kodrič (@nejc_kodric) June 28, 2015
Crescono le visite da indirizzi greci
Secondo quanto dichiarato a CoinDesk dal Ceo dall’exchange Vaultoro Joshua Scigala, queste dichiarazioni d’intenti social sono coincise con una crescita del 124% delle visite da parte di indirizzi Ip greci, a fronte di un +64% europeo e del +83% dall’Asia.
L’imprenditore ed esperto del settore Bill Barhyd smorza però gli entusiasmi a proposito della presunta popolarità di Bitcoin in Grecia.
I was in Greece last week and I didn’t meet a single person who knows what Bitcoin is. Everyone believed a Euro saving deal was imminent.
— Bill Barhydt (@billbarhydt) June 29, 2015
La nicchia e la crisi
La verità sta nel mezzo, con un fenomeno che inevitabilmente trae vantaggio da oscillazioni prima di tutto psicologiche, e che vanno oltre i confini dei Paesi direttamente coinvolti, ma che allo stesso tempo coinvolge una nicchia di appassionati, curiosi ed esperti. Mentre la crisi è un affare, purtroppo, di tutti.