L’azienda britannica ha illustrato il suo modello e la collaborazione con la casa editrice Giunti a Futureland, la due giorni organizzata a Milano da Talent Garden per parlare di IA, Blockchain e realtà aumentata
Un sistema immunitario che oltre a rilevare problemi, comportamenti anomali e attacchi esterni, grazie all’esperienza accumulata affina sempre di più le proprie capacità di identificarli e risolverli: non è quello umano, ma ne ricalca il modello basandosi sull’intelligenza artificiale, il machine learning e alcuni algoritmi elaborati da matematici dell’università di Cambridge.
È la tecnologia “Immune System” di Darktrace, azienda britannica che si occupa di sicurezza informatica, e che con questo approccio innovativo ha raggiunto in soli cinque anni – è nata nel 2013 – un valore di mercato di 1,46 miliardi di euro, conquistandosi un portafoglio clienti di tutto rispetto. Da istituzioni finanziarie come il gigante delle assicurazioni AIG, a importanti aeroporti internazionali (tra cui quello di Londra-Gatwick e, in Italia, quello bergamasco di Orio al Serio), o ancora ad aziende che lavorano nei settori più diversi: è il caso di Giunti, la seconda casa editrice italiana, che – spiega Raffaello Ghilardi, direttore dei sistemi informativi della società – ha deciso di affidarsi a Darktrace nel 2015 “per cercare una soluzione efficace e innovativa alle minacce dei cryptolocker”, i ransomware sviluppati allo scopo di criptare i dati di una vittima e chiedere un riscatto per renderli di nuovo disponibili.
Sul palco di Futureland
La collaborazione tra Giunti e Darktrace è stata illustrata da Ghilardi e da Mariana Pereira, Marketing Director dell’azienda britannica, sul palco di Futureland, l’appuntamento organizzato il 15 e 16 novembre a Milano dalla piattaforma di networking e formazione per l’innovazione digitale Talent Garden. Un’occasione di dibattito e confronto giunta quest’anno alla seconda edizione, che è stata dedicata ai temi dell’Intelligenza Artificiale, della Blockchain e delle tecnologie immersive – cioè della realtà aumentata e di quella virtuale –, declinati sui due versanti del loro impatto sulla nostra vita quotidiana e del loro ruolo nella trasformazione digitale delle aziende e nello sviluppo di nuove strategie di business.
Ruolo che sarà sempre più importante negli anni a venire, visto che – come racconta una ricerca realizzata da Talent Garden – per il 2021 si stima che questi tre ambiti raggiungeranno un valore di oltre 200 miliardi di dollari. “Si tratta di tecnologie che hanno una rilevanza strategica per la business community”, ha spiegato il Managing Director di Talent Garden, Fabio Sferruzzi, aggiungendo che il “format innovativo” di Futureland “offre ai partecipanti la possibilità di immergersi alla scoperta di case history aziendali e insight dei maggiori esperti mondiali in materia”: figure del calibro di Tom Lyons, Direttore esecutivo di Consensys, del Managing Director di Endeavor Italia, Raffaele Mauro, e di Henrik Landgren, creatore del team Analytics di Spotify.
Una panoramica completa della rete aziendale
“Quando mi sono imbattuto in Darktrace”, racconta ancora Ghilardi, “sono rimasto assolutamente affascinato dall’idea del machine learning, di una macchina che apprende e fa qualcosa per me. Ciò che mi aveva lasciato perplesso era che il loro sistema ai tempi aveva solo la parte di detection, ma io ne cercavo uno che avesse anche quella di response, di risoluzione dei problemi”. Tuttavia, è bastato un periodo di prova di quattro settimane per convincere Giunti che la soluzione di Darktrace risultava lo stesso di grandissima efficacia per proteggere la rete aziendale: “Ero consapevole – continua Ghilardi – che la nostra infrastruttura potesse avere dei bug, visto che ogni giorno è utilizzata da mille dipendenti, in 210 negozi e su circa 150 device tra pc, tablet e smartphone. Quando però, dopo pochi giorni il primo report mi ha segnalato un problema che credevamo di aver già risolto, mentre invece non avevamo disabilitato la vecchia istanza e qualcuno – usando i nostri sistemi – aveva portato degli attacchi a terzi, mi sono reso conto che questa tecnologia è fondamentale, perché consente di avere una visibilità totale sulla rete”.
“Il nostro sistema – dice invece Pereira – non usa dati statistici, ma si basa sul cosiddetto ‘unsupervised machine learning’. Non c’è nessuna impostazione preliminare: una volta installato, l’algoritmo impara via via il comportamento quotidiano dell’infrastruttura. Monitorando tutto il traffico di rete attraverso 350 data points, la macchina riesce a contestualizzare le vulnerabilità identificando in tempo reale gli scostamenti dal funzionamento ‘normale’: l’interpretazione di questi scostamenti – se siano cioè positivi o negativi – spetta poi agli analisti di security”.
Non solo cybersicurezza
“Grazie a Darktrace – continua Ghilardi – possiamo sapere nel dettaglio tutto quello che passa attraverso la nostra rete e capirne meglio il funzionamento: cosa che, oltre a risolvere i bug senza dover più leggere infinite pagine di log alla ricerca del problema, permette di ottimizzarne il funzionamento, ad esempio gestendo meglio la banda in base ai picchi di traffico. Da quando abbiamo iniziato a utilizzare questo sistema, abbiamo ridotto dell’80 per cento le attività di verifica e di intervento che facevamo prima, risparmiando sui costi di It e potendo destinare i nostri dipendenti ad attività con più valore aggiunto”.
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“La collaborazione con Giunti è iniziata come un progetto di security”, conclude Pereira, “ma come ha spiegato Raffaello poi è andata molto oltre: la nostra Intelligenza artificiale ha apportato anche altri benefici alla loro infrastruttura, permettendo l’ottimizzazione dei processi. Questa è una sfida condivisa da tutte le imprese consapevoli del valore dei loro asset digitali e della necessità di difenderli, che sono le prime a muoversi in questa direzione e a voler lavorare con noi: ecco perché in soli cinque anni abbiamo installato il nostro sistema in 7000 reti aziendali in tutto il mondo”.