La giovane startup romana potrà ottenere una partnership con Enel o un contributo economico per completare il proprio sviluppo
Si è concluso ieri l’Enel Startup Program. Dopo tre mesi di lezioni tenute dai migliori mentor del panorama digital italiano, sono stati cinque i team – con soluzioni innovative in settori come l’IoT, lo smart home, la blockchain energetica e i veicoli elettrici – a sfidarsi in un Pitch Day di fronte a una giuria di esperti e venture capital.
Le startup finaliste hanno presentato le proprie idee sotto l’occhio attento di Ernesto Ciorra, Head of Innovation and Sustainability di Enel, Gianmarco Carnovale, presidente di Roma Startup e Claudio Rossi, chairman di Peekaboo.
Peekaboo – che dallo scorso anno è stata scelta da Enel come partner ufficiale per la formazione aziendale – organizza i Lean Startup Program, sia in collaborazione con aziende come Enel e Unilever, sia aperti a tutti. Come ha spiegato Paolo Napolitano, CEO della startup, «Peekaboo nasce proprio con l’obiettivo di fornire gli strumenti per capire se un’idea può trasformarsi realmente in un business».
Ed è proprio quello che hanno provato a fare (in pochi minuti) i team in gara: convincere i giurati che valesse la pena investire tempo (e denaro) nel loro progetto.
Enel punta sull’Open Innovation
All’evento è intervenuto anche Ernesto Ciorra, Head of Innovation and Sustainability di Enel. Ciorra ha sottolineato come sia necessario, anche per una grande azienda come Enel, andare alla ricerca di talenti, fare Open Innovation e stimolare l’ecosistema startup.
Del resto, i rapporti di partnership tra aziende e startup stanno aumentando, con sempre più imprese che vedono queste occasioni come un’utile strategia per innovarsi, migliorare e creare valore. Tanto che la stessa Enel, ormai da qualche anno, collabora con giovani startup in aree come la tecnologia smart grid, l’energy storage e l’analisi dei dati.
Cinque finalisti: trionfa Gimede
Tra le giovani startup finaliste ha vinto la romana Gimede, che ha proposto un servizio di gestione e monitoraggio degli impianti rinnovabili con la blockchain. «Una blockchain molto leggera e quindi scalabile – ci spiega Matteo di Paolo, CEO di Gimede – per utilizzare al meglio il modello BSO, riducendo le asimmetrie informative». Il BSO (che sta per “Build, Sell and Operate” ossia “Costruire, vendere e gestire”) è il modello di business lanciato da Enel con il Piano Strategico 2017-2019. Punta, in sostanza, ad accrescere il potenziale di sviluppo del business nel settore delle energie rinnovabili, riducendo, al contempo, gli asset di proprietà.
Oltre a Di Paolo, la startup è composta dagli ingegneri Antonio Tanzi (COO) ed Edoardo Ferrante (CTO). Secondo posto per H-Drive, un servizio avanzato di hotel car sharing di lusso, con auto elettrica e colonnina per la ricarica. Terza invece è Voice Fab.io, l’innovativo assistente vocale per il customer care aziendale.
Ora che il Lean Startup Program è terminato, Gimede potrà aggiudicarsi una collaborazione o ottenere un supporto economico da parte di Enel, oltre ad essersi assicurata un pitch presso Enel Green Power. «Abbiamo già contatti con alcune aree funzionali di Enel – conclude Di Paolo – “Parleremo con loro e cercheremo di affinare il tutto. Enel poi ci dirà se vorrà andare avanti e potrà farci un’offerta di collaborazione».
Non è escluso però che Enel possa decidere di continuare a collaborare anche con gli altri partecipanti, realizzando partnership strategiche o valutando l’inserimento dei talenti in percorsi di crescita interni all’azienda.