Sul quotidiano finanziario Google fa pubblicità ad Android con startup italiana, e i volti delle due founder. Le Cicogne qui raccontano il loro ultimo anno e il nuovo modello che le sta facendo crescere a Pi-Campus
Sono state uno dei simboli delle startup italiane. Tra le prime startup a guadagnarsi dei titoli di giornale, ad essere raccontate negli eventi, ad andare in televisione. Le Cicogne da oggi potranno vantare un nuovo primato. Quelle di essere arrivate per prime sulle pagine (una intera pagina) di due dei più letti quotidiani internazionali. Parliamo del Wall Street Journal (nell’edizione di ieri, 28 novembre) e del New York Times (oggi, 29 novembre). Qui Google ha pubblicizzato lo sviluppo di app Android con i volti delle due founder Monica Archibugi 28, e Giulia Gazzelloni, 27 Roma. Con un quote delle due founder che raccontano come lo sviluppo della loro app in Android ha permesso loro di avere un 20% di utenti in più.
Come è nata la campagna di Google con Le Cicogne
Spiega come è nata questa pagina pubblicitaria Giulia Gazzelloni, COO. Chiarendo in primo luogo chi ha messo in contatto le founder con Google. «No, non c’entrano Luiss Enlabs o Pi-Campus, dove ci siamo trasferite un anno fa. Abbiamo conosciuto un po’ di mesi fa a Roma Diego Ciulli, Public Policy Manager di Google che è stato il nostro primo contatto. Due mesi fa ci ha contattati il team londinese di Android e ci ha spiegato della campagna che stavano lanciando in Europa. E noi siamo state scelte tra i team italiani». Ma non è semplice andare in stampa con la pubblicità di Google. «Prima ci hanno fatto fare un lungo servizio fotografico e una video intervista dove hanno lavorato molto sul tipo di domande e risposte da dare».
Le due founder però non sapevano tutto. Anzi. Ieri non sapevano nemmeno di essere sul Wall Street Journal: «Non ci avevano detto che sarebbe stata una campagna internazionale, sapevamo che saremmo finite sulla stampa italiana (oggi sono su Repubblica e La Stampa con la stessa foto, ndr). Per noi è stata una sorpresa».
La pubblicità per Android, ma con un iPhone
A guardare bene la foto però c’è un dettaglio che molti hanno sottolineato in rete. Le due founder hanno un iPhone. Che può risultare strano visto che si tratta: «Sì sono i nostri telefoni, si vede?» chiede ridendo Gazzelloni. Si vede. «Noi avevamo il sospetto che si notasse e lo abbiamo detto, ma i fotografi non se ne sono curati troppo». Forse la cosa a Google non andrà troppo a genio, ma…
Il ruolo di Pi-Campus nella crescita della startup
Tanto discussa, altrettanto pubblicizzata dai media, Le Cicogne, società nata ad aprile 2013, però hanno vissuto fasi alterne. «Tre startup in una startup» come ha sintetizzato il direttore operativo. Da ottobre 2015 sono a Pi-Campus, dopo essere cresciute a Luiss Enlabs di cui sono parte del portfolio. E c’è un dato su tutti che dà la dimensione della loro crescita. Sono passate da 4 a 110 città in Italia. In 12 mesi. Grazie ad un cambio radicale di modello, che le founder hanno cominciato a sperimentare con Marco Trombetti, co-founder di Pi-Campus.
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Il modello Pi-Campus, spiegato
«Se prima cercavamo le baby sitter per creare l’offerta, oggi cerchiamo i clienti che possono essere interessati al nostro servizio. E poi le babysitter di conseguenza». Un cambio completo di paradigma che è stato il primo motore della crescita in altre città. In quest’anno si sono concentrate sul prodotto e i servizi offerti ai clienti, con nuove offerte e soluzioni per fidelizzarli. Aiutate anche dai 355 mila euro raccolti su SiamoSoci.
Un nuovo modello e il fatturato cresciuto di 4 volte
«Con Marco (Trombetti, ndr) è stato un confronto utilissimo. Abbiamo imparato cosa vuol dire creare un bisogno e l’importanza di essere i più veloci a risolverlo. Da qui è nata l’idea di girare città per città a raccontare il nostro servizio. Siamo arrivate a farne sei ogni settimana».
Adesso però sarà il turno del fatturato, cresciuto di 4 volte nell’ultimo anno. «Dopo esserci concentrate sul prodotto è quello che dobbiamo fare per capire se la nostra startup ha quel potenziale esponenziale che le serve. La crescita c’è stata, adesso dobbiamo puntare al fatturato per consolidarla. Abbiamo studiato a Pi-Campus nuovi modelli di monetizzazione che si stanno dimostrando efficaci. Il nostro è un mercato enorme, ma molto complesso. Dovevamo trovare una strada per entrarci e non è stato semplice. Abbiamo cambiato tante volte in questi anni. E’ servita tanta tenacia e resistenza. Ma adesso pensiamo di essere sulla strada buona». In bocca al lupo.